Sono Lorenzo Conti, figlio di Lando, già Sindaco di Firenze, assassinato dalle Brigate Rosse il 10 febbraio 1986.
Le scrivo questa lettera per esternarLe il mio personale sentimento di sdegno che nutro nei confronti della Procura di Firenze. Questa affermazione può, a prima vista, sembrare assai dura e offensiva ma, per le righe che seguiranno, si riuscirà ad apprendere e comprendere meglio il mio sentimento.
Anno 2006: il Procuratore Aggiunto della Repubblica Francesco Fleury dichiarò “per l’assassinio di Lando Conti mancano all’appello ancora 5-6 forse 7 terroristi, due dei quali sono gli esecutori materiali dell’assassinio”
Anno 2009: sempre il Procuratore Aggiunto della Repubblica Francesco Fleury dichiara “
Ora, Sig. Ministro, come si può arrivare a questa opposta decisione in pochi mesi ?
Sotto l’aspetto formale molto ho da dire:
• Più volte il Sig. Presidente della Repubblica ha affermato che “lo Stato deve consegnare la verità alle famiglie dei caduti”. L’archiviazione va in tale direzione ?
- • Il Governo e Lei in prima persona, siete fortemente impegnati nei confronti dello Stato del Brasile per il rimpatrio del terrorista Cesare Battisti. L’archiviazione è coerente con quanto sta facendo giustamente il Governo Italiano e offre un insegnamento educativo per i più giovani ?
- • Non sarebbe stato più umano, sensibile ed educato apprendere direttamente la notizia dell’archiviazione direttamente dalla Procura anziché leggerlo da una fredda locandina con l’immagine di mio padre avvolto nel lenzuolo bianco ?
Ma se queste sono alcune delle rimostranze che posso fare alla Procura sotto l’aspetto formale ed umano, molto più gravi sono le mie personali impressioni sull’operato e quindi su gli aspetti sostanziali.
Qualche mese prima che mio padre fosse ucciso, alcuni “ladri” entrarono in casa nostra, ammazzando i nostri due amatissimi cani (Lara, un bellissimo esemplare di Alano Blu e Susanna, una bellissima Pastore Tedesco). I “ladri” entrarono esclusivamente in camera del babbo e trafugarono documenti, atti privati ecc. A quel tempo gli inquirenti ci dissero che “è un furto anomalo, molto probabilmente interrotto dai rumori dei vicini”. Peccato però che …. i più vicini stavano a circa cento metri… Domanda: chi è stato? Risposta: archiviato !
Il 10 febbraio mio padre viene assassinato con 17 colpi di mitra, 11 dei quali raggiunsero il bersaglio. Domanda: chi è stato? Risposta: archiviato !
Maggio 1999, il Professore Massimo D’Antona viene assassinato. La notte le Brigate Rosse si recano sul muro dove venne ucciso mio padre e scrissero la rivendicazione. Domanda: chi è stato? Risposta: archiviato !
Anno 2000. Alcuni ladri si recano sulla tomba di nostra padre e la saccheggiano rimuovendo anche la lapide. Domanda: chi è stato? Risposta: archiviato !
Ora, Sig.Ministro, davanti ad una debacle investigativa di simile portata, è accettabile l’archiviazione?
Non sono spinto da sentimento di odio o desiderio di vendetta, cerco solo la verità, quella verità che la procura di Firenze ha voluto “archiviare”.
E, scusi la puntualizzazione, non mi si venga a dire che “l’omicidio non cade in prescrizione”. Tale affermazione sarebbe l’ennesima offesa alla nostra intelligenza e al nostro dolore.
Sig. Ministro, può ora capire il mio personale sentimento nei confronti della Procura di Firenze ?
Ma non basta.
Sospendo un attimo per permetterLe di riflettere su questi sconvolgenti ricordi ma devo poi proseguire.
Se sino a qui il mio personale sentimento nei confronti della Procura della Repubblica di Firenze era quello di sdegno, per quello che seguirà, a tale sentimento si aggiungerà amarezza, delusione e tanta, tanta VERGOGNA !
Circa 36 ore dopo l’assassinio di mio padre, mentre si attendeva ancora una conferma della matrice dell’omicidio, dal carcere di Napoli, durante un processo, Barbara Balzerani si alzò e rivendicò l’omicidio di Lando Conti, il mercante d’armi. Domanda:
A me non risulta. Perché ?
Perché
Ma “il bello” deve essere ancora narrato.
Nel 1985 Democrazia Proletaria svolse contro mio padre una campagna denigratoria di vasta entità. La nostra Firenze venne “tappezzata” da locandine che riportavano le seguenti accuse:
IL SINDACO CONTI MERCANTE D’ARMI !
Seguirono locandine lasciate in tutti i luoghi della città insieme a fac-simile di banconote da 100.000 Lire riportanti l’immagine di Lando Conti e la scritta SMA – Il Sindaco Conti è un mercante d’armi (cfr all)
Dopo appena un anno e mezzo, 10 febbraio 1986, le Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente assassineranno mio padre.
Nella rivendicazione effettuata dalla terrorista Barbara Balzerani si definì Lando Conti un “trafficante d’armi” e “uno degli esponenti di spicco del Partito della Guerra”
Leggendo gli atti processuali del processo di primo grado tenutosi a Firenze contro le Brigate Rosse, emerge “…tutto ciò è più che sufficiente ad indicare quanto pretestuosa, gratuita, ingiusta, sia stata la ricordata campagna denigratoria imbastita nel gennaio 1985 da fazioni politiche dell’estrema sinistra fiorentina contro l’allora SINDACO Conti, indicato come “mercante d’armi”. In questa sede, tuttavia, non è l’aspetto morale della vicenda che interessa, quanto invece la sua connessione con la genesi del proposito omicidario delle BR-PCC nei confronti del Conti”
… “Giova ricordare che copia di tale pubblicazione, intitolata “dossier industria degli Armamenti a Firenze”, venne rinvenuta a Roma nel covo di via Manoppello (…), e contiene una accurata indagine sulla dislocazione e le caratteristiche dell’industria bellica fiorentina, con la notazione che proprio Firenze aveva espresso gli ultimi due ministri della difesa, Lagorio e Spadolini e lo stesso sindaco il repubblicano Lando Conti era un industriale bellico, essendo amministratore e azionista della SMA”
(Sentenza processo I° grado – pag 70,71)
Ancora oggi, per qualcuno, siamo i “figli del mercante d’armi” e qui, a mio parere, le responsabilità della Procura di Firenze sono doppie:
- • perché non si indagò e condannò le infamie e calunnie di Democrazia Proletaria del 1985 ?
- • perché non si è mai aperta una indagine contro Democrazia Proletaria nonostante quanto affermato sulla sentenza di 1° grado emessa dal Giudice Armando Sechi il 21.05.1992 ?
Posso tranquillamente affermare che Democrazia Proletaria è
Sono anche convinto che non si può e non si deve “fare di tutta l’erba un fascio”. Allora mi piace ricordare il forte impegno del Magistrato Gabriele Chelazzi (scomparso troppo presto), il coraggio e la professionalità del Giudice Armando Sechi.
Per il resto, beh, personalmente preferisco stendere un pietoso velo…
Ecco, Sig. Ministro, in poche righe Le ho descritto quanto abbiamo dovuto subire prima da un fanatismo politico, poi dai terroristi ed infine anche da una MANCATA GIUSTIZIA.
……
Prima di procedere legalmente contro lo Stato Italiano sia in sede Nazionale che Internazionale, mi sembrava doveroso portarLe a conoscenza dei fatti sino a qui descritti.
Questi fatti da molti non conosciuti è giusto che diventino Patrimonio della Città di Firenze e quindi pubblicherò questa lettera sui Quotidiani Nazionali il 10 febbraio. Quel giorno non andrò alla consueta celebrazione trionfo dell’ipocrisia Istituzionale ma mi recherò dal notaio per creare
Questa è la mia risposta a tanta cattiveria, ipocrisia ed infamia e sono convinto che mio padre approverebbe con plauso.
Sono sicuro inoltre che la memoria dei fiorentini onesti si ricorderà per sempre di questi eventi narrati e della figura amata del Sindaco Lando Conti.
Sperando in un Suo autorevole intervento con tutti gli strumenti a Sua disposizione per consentirci di conoscere come realmente andarono i fatti e chi furono gli artefici e i partecipanti all’assassinio di mio padre, auspicando la creazione di un’apposita Commissione Parlamentare d’inchiesta che ci consegni la verità sui tanti, troppi lati “oscuri” di questa triste vicenda, rimanendo a Sua completa disposizione, Le porgo i più sinceri saluti.