All’alba di oggi, in Barcellona Pozzo di Gotto, i
Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno dato esecuzione
ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle
Indagini Preliminari del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), su
richiesta della locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Emanuele
Crescenti, a carico del 72enne ISGRÒ Salvatore gravemente indiziato del tentato
omicidio in danno di GENOVESE Alessandro.
Il provvedimento restrittivo scaturisce dall’attività di
indagine svolta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Barcellona
Pozzo di Gotto, coordinata dai sostituti Procuratori della Repubblica Dott.
Matteo De Micheli e D.ssa Sarah Caiazzo, i cui esiti hanno consentito di
documentare il tentato omicidio commesso la sera dell’11 settembre scorso nella
città del Longano. In particolare, il GENOVESE veniva attinto alle spalle da
due colpi di fucile a pallini mentre svolgeva delle attività all’altezza del
recinto dove alleva i propri cani. Da lì, ferito, riusciva a rifugiarsi in una
vicina officina dove è stato soccorso e successivamente trasportato
all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto per le cure sanitarie.
Le investigazioni, svolte nelle immediatezze dai militari della Sezione Operativa di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno consentito, già poche ore dopo il fatto, di raccogliere degli elementi indizianti a carico di ISGRO’. Infatti i militari dell’Arma, nel pomeriggio del 12 settembre, hanno eseguito una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del prevenuto ove hanno rinvenuto e sequestrato un fucile calibro 12 Benelli dello stesso calibro di quello utilizzato per colpire la vittima e diverse cartucce compatibili con quelle esplose la sera precedente.
La circostanza che, a distanza di poche ore dal tentato omicidio, i carabinieri avessero individuato e sequestrato quella che si è rivelata essere l’arma del delitto, ha fatto si che l’indagato decidesse di assumere un atteggiamento collaborativo e avanzasse, per il tramite del difensore, una richiesta di essere interrogato dai magistrati.
Nel corso della sua deposizione l’uomo ha fornito la sua versione di quanto accaduto la sera dell’11 settembre scorso. In particolare l’uomo ha confessato di aver esploso tre colpi di fucile all’indirizzo del ferito e di aver utilizzato proprio il fucile da caccia già sequestrato dai Carabinieri, spiegando di aver avuto una discussione verbale con la vittima all’ingresso del proprio condominio poiché quest’ultimo gli contestava di essere stato autore di lamentele riguardo la presenza dei suoi cani all’interno di un recinto abusivo realizzato sui terreni prospicienti il condominio.
La discussione era degenerata e Genovese lo aveva aggredito fisicamente mentre ISGRÒ stava rientrando nella propria abitazione. Giunto in casa, ISGRÒ imbracciava il fucile da caccia regolarmente detenuto, si affacciava da una finestra della sua abitazione ed esplodeva tre colpi all’indirizzo del Genovese mentre questi era intento a svolgere alcune attività proprio all’altezza del recinto dove custodisce ed alleva i suoi cani.
Dopo l’azione di fuoco, l’uomo riponeva il fucile nel luogo
di custodia dove veniva individuato e sequestrato dai militari del Nucleo
Operativo e Radiomobile di Barcellona Pozzo di Gotto il giorno successivo.
Le indagini, come emerge dalla misura cautelare hanno
disvelato “la concreta ed attuale pericolosità sociale dell’indagato evincibile
dalle modalità delle condotte e dalle concrete circostanze dei fatti, nonché
dalla personalità dello stesso, come ricavabile dalle indagini finora compiute.
Il comportamento tenuto dall’indagato, caratterizzato da una specifica ed
inusuale determinazione nelle consequenziale esplosione di tre colpi di arma da
fuoco dalla sua abitazione in direzione della pubblica via, al fine di
attingere un soggetto con cui poco prima aveva avuto una lite, tenuto anche
conto della ubicazione di un fucile calibro 12 all’interno della camera da
letto, sopra un armadio, quindi, nella sua immediata disponibilità, fanno
ritenere che lo stesso possa proseguire nel perseguimento del suo obiettivo,
completando il progetto criminoso iniziale”.
Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato
associato presso la casa circondariale di Messina – Gazzi a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.