1 Marzo contro il razzismo

Razzismo, discriminazione, mancanza di uguali diritti per tutti: ci si può definire davvero una civiltà moderna?
Stesse opportunità per chi ha una vita conforme con la società attuale, leggi antirazziali per chi ha una stessa cultura, tutto questo non sarà semplicemente un sottile velo per coprire quella che è la realtà in cui viviamo?

Il 4 Luglio 2009 è entrato in vigore il nuovo disegno di legge chiamato “pacchetto sicurezza”; con questo viene dato un nuovo aspetto all’immigrazione clandestina. Uno straniero che risiede nel nostro paese senza permesso di soggiorno sta commettendo un reato, punibile non più con la reclusione, ma con un sanzione compresa tra i 5 mila e i 10 mila euro; il clandestino verrà, in seguito, regolarmente processato da un giudice di pace. Non basterà più il matrimonio con un italiano per acquistare la cittadinanza, ma occorrerà che lo straniero, dopo le nozze, trascorra due anni con regolare permesso di soggiorno in Italia, tre anni se la sua residenza è all’estero. Per celebrare il matrimonio occorrerà il nulla osta del paese di provenienza, oltre al regolare permesso di soggiorno. Se i due coniugi hanno figli i tempi per ottenere la cittadinanza italiana vengono dimezzati.
Gli immigrati saranno soggetti ad una tassa di soggiorno: “l’importo è fissato fra un minimo di 80 e un massimo di 200 euro. Non è richiesto il versamento del contributo per il rilascio ed il rinnovo del permesso di soggiorno per asilo, per richiesta di asilo, per protezione sussidiaria, per motivi umanitari”. I centri di identificazione ed espulsione potranno accogliere i clandestini per un periodo massimo di sei mesi, rispetto ai precedenti 60 giorni, tale periodo potrà essere ulteriormente accresciuto se la collaborazione con il paese terzo interessato è difficoltosa.
Viene inoltre considerato reato offrire alloggio o affittare un immobile ad uno straniero che al momento del contratto non possegga un regolare permesso di soggiorno; tale reato è punibile con la reclusione fino a tre anni. L’entrata in vigore del pacchetto sicurezza ha suscitato moltissime polemiche da parte degli immigrati italiani, e da chi da anni combatte per la difesa dei loro diritti.

L’idea di uno “Sciopero nazionale dei migranti” è, così, nata spontaneamente da un gruppo del noto social network Facebook, ed è stata portata avanti da varie Associazioni e Club che hanno aderito con vigore. È stata ispirata dalla “La journe’e sans immigre’s : 24h sans nous” pensata in Francia, e fissata per l’1 Marzo 2010.

Anche la nostra città si è unita alla protesta , con lo scopo di difendere i diritti di quelle comunità che da anni sono parte attiva di Messina. La più numerosa è attualmente costituita dai Rom, i quali rischiano di essere privati delle loro abitazioni senza avere alcuna garanzia di alloggi futuri disponibili. Cinque le famiglie già allontanate dalle loro abitazioni, altre dieci lo saranno presto, e tra queste sono presenti venti bambini e due donne in stato di gravidanza.
Le diverse associazioni, appartenenti tutte a partiti e correnti di pensiero differenti,  si sono mosse per ottenere il consenso della popolazione messinese in difesa degli immigrati, e dunque giungere al ritiro del pacchetto sicurezza: in una sola settimana 2000 sono state le firme ottenute.
Il programma  per la giornata dello sciopero dei migranti consisteva in una conferenza  stampa tenutasi alle ore 10:00 al Palazzo dei Leoni, che aveva come scopo un dialogo con i giornalisti locali. Lo scopo era quello di informare la cittadinanza delle condizioni delle comunità degli immigrati presenti a Messina, ma purtroppo la stampa locale è stata assente quasi del tutto.
Nel pomeriggio, alle ore 14:00, è stato organizzato un sit-in davanti la Prefettura di Messina, ed in fine alle 18:00, a Piazza Cairoli, si tenuto un presidio per sensibilizzare i cittadini.
La conferenza stampa è stata tenuta da Carmen Cordaro, presidente dell’Arci Territoriale di Messina e avvocato impegnata nel campo dei diritti dei migranti; Patrizia Maiorana, vicepresidente del Circolo “Thomas Sankara”; Padre Felice Scalia, gesuita; Suor Gabriella, rappresentate della Caritas Diocesana di Messina;  Antonino Mantineo, presidente del Cesv di Messina; Dario Donato, rappresentante della Comunità di Sant’Egidio di Messina e Ferizaj Issuf, presidente dell’associazione rom “Baktallo Drom”.

“Fa comodo che i clandestini presenti in Italia restino tali!” queste le parole di denuncia di Padre Felice Scalia durante la conferenza stampa; molti degli immigrati presenti nel nostro paese posseggono un lavoro, e spesso le condizioni a loro offerte sono molto vicine ad un vero e proprio sfruttamento. La maggior parte di loro fanno lavori considerati scomodi dalla popolazione italiana, ma cosa accadrebbe se tutti si fermassero anche per un solo giorno? L’economia italiana verrebbe arrestata.