A Firenze per ritrovare la bellezza.

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.” Peppino Impastato

Sono inquieta, come sempre, di fronte alla necessità di ristabilire le verità, portare in superficie le carenze, svelare le stolte e pericolose convergenze, quelle che hanno portato il mio Paese a dover spartire il pane con chi ci costringe, oggi, ad essere in questa splendida città privati di 900 persone assassinate, eliminate, fatte sparire, calunniate..…Lupara bianca, lupara nera, strozzinaggio, pizzo e silenzio, tanto silenzio….NO-VE-CEN-TO è il numero dei nomi che leggeremo, ma sono molte di più….Ci mancano, manca sapere come sarebbe stato questo Paese con loro.

Ho deciso di arrivare il giorno prima, sono troppo intossicata dal mio quotidiano, la stanchezza di un viaggio all’alba mi impedirebbe di respirare a pieno la giornata e gli incontri.

Così il venerdì sono a Firenze nel primo pomeriggio. Alla stazione ci sono avvisi ovunque, monitor che annunciano che “domani, sabato 16 marzo, ci sarà la Marcia di Libera”.Ho una stanza a 200 metri da dove partirà il corteo, del tutto casuale e fortuita circostanza, forse un primo accenno di Bellezza. Mollo la borsa, faccio bere Bella(inseparabile cagnolina) e ci immergiamo nella città che non rivedevo da quando avevo circa 16 anni.

C’è il sole, l’aria è fredda ma piacevole. Entro in un bar dove, mentre bevo il caffè, il barista sta spiegando ad un signore che “domani c’è tutta la squadra antimafia al completo”, quindi girare con l’auto sarà un problema. Una frase che aumenta il mio buon umore, perché il barista non ci può fare nulla, accetterà di buon grado il “disagio” e alla fine, chissà, forse entrerà anche lui “nella squadra antimafia”.

Mi dirigo verso il centro storico, attraverso il colorato Mercato di San Lorenzo, e la bellezza dei ricordi improvvisi si fa viva: mi torna in mente Palermo, probabilmente per l’attinenza delle presenze multietniche e quell’odore di mercato Universale. Probabilmente perché Palermo mi manca.

Ad un certo punto volto un angolo di via e bam! Per un attimo mi manca il respiro, gli occhi si riempiono della Bellezza del Duomo, ed è commovente, grandiosa questa Bellezza. L’Uomo sa fare questo, può fare questo, qualcuno ci ha lasciato questo. Da qui in poi sarà solo Bellezza allo stato puro, affrancamento da ogni inquietudine. In piazza della Signoria torno ad avere 16 anni, come allora incantata, mi dico che era stupido pensare di arrendersi al pessimismo, che quando non vedi Bellezza intorno a te  devi andartela a cercare. E su Ponte Vecchio mi sento di nuovo l’hippy di fine anni ’70, respiro la fortuna di aver avuto “maestri” d’eccezione che fanno di me, oggi, quella che sono. La sera che sta calando mostra azzurre le colline fiorentine, cerco di immortalarle in una foto, e non vorrei essere in nessun altro luogo adesso.

Rientro in stanza, mi collego su facebook ed ho la conferma che gli attesi incontri domani ci saranno. C’è movimento, la Bellezza di persone che si alzeranno all’alba, qualcuno partirà in piena notte, altri sono già in viaggio, qualcuno sarà già qui come me; messaggi da tablet, cellulari, portatili invadono la rete, saranno tanti gli autobus da tutta Italia verso qualcosa che è una calamita. Speranza chiama speranza, entusiasmo chiama impegno. “Semi di speranza, fiori di corresponsabilità”. Sotto di me, in strada, montano transenne. L’aria è limpida, davvero, e l’atmosfera è quella dell’attesa, di qualcosa che si compirà comunque e nonostante. Comunque, a dispetto di ogni “disagio da deviazione di traffico stradale” e nonostante…nonostante le mafie abbiano i soldi necessari a superare qualsiasi crisi economica.

Mi addormento con nelle orecchie una tv che trasmette “il clan dei camorristi”. La vita è spesso surreale.