È un colorare di emozioni, tra cielo e mare quello che è andato in scena a Panarea, che ha visto protagonisti i ragazzi, uniti dall’amicizia e dalla passione per il pallone. Ma per descrivere e capire in fondo l’assoluta straordinarietà del progetto sorto è necessario fare un passo indietro. L’isola delle Eolie vede ogni anno sulla luce della ribalta attori, cantanti e personaggi di spicco dello schermo televisivo. Una movida assordante che però non ha mai lasciato spazio alla realizzazione di spazi ludico-ricreativi. I piani particolareggiati e gli spazi verdi sono sempre stati relegati ai margini dell’agenda politica. Una questione, insomma, che ha creato e continua a creare malumori tra i giovanissimi che da anni sperano nel miracolo. Qualcuno è già cresciuto.
Ha lasciato l’isola o ha lasciato la scatola dei giochi per prendere la valigia del lavoro. Qualcuno sta crescendo. Vive l’isola 365 giorni l’anno o solca il terreno panarellese da turista. Fino a questo momento si sono susseguite voci, false speranze, promesse da campagne elettorale. Ora invece l’iniziativa è partita dal basso, dai ragazzi: Simone, William, Matteo, Lorenzo, Danilo, Giuseppe, Graziano. Un grande team capeggiato da una grande “animatrice”, Claudia Taranto. L’unica a farsi portavoce delle esigenze dei più piccoli. In poco tempo, quello che l’amministrazione non ha realizzato, è stato pensato, ideato, modellato. Un campo da calcio è sorto a Panarea. Ma per capire meglio lo spirito del progetto abbiamo intervistato Claudia, chiedendole come è nato il tutto: “Un giorno i ragazzi si sono presentati al negozio dove lavoro. Le loro facce erano tristi. Mi hanno detto che non avevano nessuno spazio per giocar e. Così ho pensato che vicino all’acquedotto c’era un piccolo spazio che si poteva utilizzare. Da qui, abbiamo contattato il sindaco Marco Giorgianni.
I permessi sono arrivati, salvo poi scoprire che il terreno non si poteva utilizzare. I ragazzi, ovviamente sono piombati di nuovo nello sconforto. Ma poi, è arrivata la seconda idea. Realizzare un campo, presso un terreno privato, per ora inutilizzato, proprietà di una signora americana. Detto – fatto. La signora ci ha dato il permesso, sebbene possiamo utilizzare il campo solo per un anno. I bambini hanno raccolto i soldi, e la partecipazione volontaria con offerte della gente è stata cospicua. Non sono mancati neanche i volontari per l’operazione di pulizia, scerbatura e il livellamento del campo da gioco”.
Claudia è entusiasta, felice di aver realizzato qualcosa per l’isola. Una gioia per i residenti e un’attrazione per i turisti. I giovani calciatori hanno inaugurato la prima partita con completi regalatigli dalla stessa intervistata e hanno lasciato trasparire qualche emozione. “Ho provato tanta felicità e grande sorpresa per il progetto che si è realizzato. Il gruppo di noi ragazzi, per la prima volta si è riunito insieme senza divisioni” dice Graziano. William invece spende una parola per i ringraziamenti: ” Con l’aiuto di Claudia e con il sostegno degli abitanti di Panarea siamo riusciti a raccogliere i soldi per comprare le porte e il pallone. Nonostante tutte le difficoltà alla fine abbiamo vinto”. Lorenzo, si èmozionato alla vista delle persone che sono accorse a fare il tifo.
Ora però nonostante il lavoro abbia realizzato i propri frutti, si pensa al dopo. L e parole di Graziano, a tal proposito, suonano come un fulmine a ciel sereno: ” Abbiamo conquistato uno spazio, ma sappiamo che è provvisorio. Cosa faremo l’anno prossimo?” La risposta è aperta e lascia l’amaro in bocca. L’auspicio è che l’amministrazione accolga l’appello e destini ai promettenti campioni un’area definitiva. Intanto, per il prossimo torneo, con l’avvicinarsi dell’anniversario della strage di via D’Amelio è previsto un minuto di silenzio in memoria di Paolo Borsellino.