Quella delle auto d’epoca in Italia ormai è ben più che una moda. Infatti, oltre al gusto dei collezionisti di rimettere a nuovo un modello che ha fatto storia nel suo genere o scovare la perla abbandonata in qualche garage di un anziano pilota, a questo tipo di vetture si sono avvicinati un po’ tutti, adulti e giovani. E’ innegabile infatti che auto del genere comportino dei palesi vantaggi a livello economico, e così ormai si va a caccia di vetture con più di vent’anni di storia alle spalle per poter risparmiare sulle spese di assicurazione. Esistono infatti online veri e propri comparatori di polizze fino a siti informativi dedicati esclusivamente alle assicurazioni per auto storiche, ad esempio questo link.
La polizza per questo tipo di veicoli infatti non è soggetta a nessuno degli aumenti che le polizze “normali” hanno fatto e fanno tutt’ora registrare. Per questo, a discapito dell’ultimo modello pubblicizzato, si vira sempre più sul retrò, simbolo però non di gusto, bensì di un sistema al collasso.
A occuparsi del settore d’epoca però non sono soltanto i collezionisti e i guidatori stanchi di non dover spendere cifre esorbitanti. Alla lista infatti si aggiunge anche l’ACI, che ha creato un Registro Storico, all’interno del quale sono già stati inseriti ben 340 modelli, per una raccolta di marchi d’ogni tipo, dai più umili ai più prestigiosi, premiando l’importanza e gli anni di un modello, non il suo blasone. Si tratta di modelli che, con n minimo di 20 anni d’anzianità, possono arrivare a superare i 40 e, dal momento in cui vengono inseriti in tale Registro, continueranno a godere dei privilegi assicurativi, al di là di eventuali adesioni a club.
Una lista del genere potrebbe dare l’impressione di non avere un gran valore in termini pratici, ma non è così. In realtà questo Registro consentirà alle assicurazioni di dar vita a delle polizze specifiche, differenziate a seconda del modello in questione.
A chiarire il perché di questo deciso intervento dell’ACI è stato proprio il presidente, il quale ha sottolineato come il mondo dell’auto d’epoca correva il serio rischio di perdere la propria identità, ma soprattutto ogni vantaggio acquisito negli anni. A suo dire è assurdo il comportamento avuto dallo Stato in tutti questi anni, il quale ha semplicemente delegato a un organo del tutto privato il compito d’occuparsi della defiscalizzazzione di queste auto, senza dunque preoccuparsi affatto di fissare una tariffa unica e chiara per l’erogazione di un servizio. Tale tariffa era infatti gestita da singoli club, costringendo moltissimi automobilisti a sottoscrivere iscrizioni che non dovrebbero essere la norma.
Al momento però quella di ACI non è nient’altro che una proposta. Dunque, per ora, i 340 veicoli elencati non possono rappresentare un catalogo ufficiale, ma soprattutto con valore legale, delle auto d’epoca riconosciute. In merito non è stato preso ancora alcun provvedimento da parte dello Stato, anche se a breve si spera si possa fare qualcosa a riguardo. I vari club dunque hanno ancora il pallino del gioco. Il vero passo fatto dall’ACI al momento è stato quello di consegnare la lunga list all’ANIA, ovvero Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Si potrà sapere di più del futuro di questo settore e delle rispettive assicurazioni soltanto dopo una risposta da parte dell’associazione.