Angelo Vassallo rivive a casa Sordi

Il tempo di uno sparo, all’incirca trenta centesimi di secondo. Quelli che separano la pressione sul grilletto da parte dell’assassino e la morte. Trenta centesimi di secondo per convincere quel ragazzo a risparmiare la vita di Angelo Vassallo e a cambiare la propria. È in questo tempo che sulla scena corrono le parole e le immagini della vita e dell’impegno del “sindaco pescatore”.

Quella di Angelo Vassallo, per tre mandati sindaco di Pollica (SA), è la vicenda di un uomo onesto e un amministratore coraggioso, umile e vicino alla sua gente. Una storia di impegno e di passione civile che si intreccia a doppio filo con quella per il mare e per l’ambiente, e che termina brutalmente nella sua cittadina con nove proiettili calibro 9, sette dei quali vanno a segno, il 5 settembre 2010 in un agguato di probabile matrice camorristica per il quale esecutori e mandanti non sono stati ancora assicurati alla giustizia.

È un racconto in prima persona quello che Ettore Bassi, per la regia di Enrico Maria Lamanna, porta in scena con lo spettacolo teatrale “Il Sindaco Pescatore” tratto dall’omonimo libro di Dario Vassallo, fratello di Angelo, con testi di Edoardo Erba e le musiche originali di Pino Donaggio. La prima romana del 20 marzo ha una location d’eccezione: la villa di Alberto Sordi, presto casa-museo. A condividere il palco con l’attore ad ogni data ci sono dei giovani del luogo, per la pièce capitolina ci sono i ragazzi e le ragazze del CineTeatro Camilla Cuparo. «In alcuni teatri, dove è possibile, mettiamo anche una parte del pubblico sul palco», racconta il regista Enrico Maria Lamanna. «Vogliamo – continua – che i ragazzi, ma anche tutto il pubblico, partecipino e sentano davvero vicina a loro la storia. Io ho conosciuto Angelo. Spesso andavo d’estate ad Acciaroli e lì lo incontravo. Era una persona molto particolare, prima di darti confidenza ti doveva scrutare, capire e conoscere. Dopo di che ti diventava amico. Mi ricordo che ci facevamo delle passeggiate sul porto, chiacchierate, i caffè. Poi improvvisamente, dall’oggi al domani, questo omicidio che ha cambiato tutto».

Un racconto e un ricordo pieno di emozione ma non senza speranza. L’invito a raccogliere il testimone dell’impegno di quel primo cittadino così innamorato della sua terra è quindi alle nuove generazioni. A loro e a tutti, nessuno escluso, il compito di raccogliere quella fascia tricolore gettata in terra e ad accendere la luce della verità. «Silenzio di giornali e tv, me l’immagino. Mi dedicheranno poche righe in cronaca e poi il cassetto si chiuderà definitivamente. Voi non state zitti. Cercatela la verità, chiedetela, esigetela. E mi raccomando, mentre lo fate non stancatevi mai di migliorare la vostra vita. Acqua pulita, paese pulito, conti puliti», invoca a gran voce dal palco il protagonista. Nato su proposta di Ettore Bassi dopo una chiacchierata casuale con Dario Vassallo durante una festa per bambini, lo spettacolo porta in se proprio questa voglia di denuncia e trova nel teatro «un luogo in cui le storie vivono e continuano a vivere. E dove il pubblico – racconta Ettore Bassi – è giusto che venga anche per conoscere e tenere vivi la memoria, il ricordo e la conoscenza di alcune storie e di alcune vite. Per tenere sempre accesa la luce della memoria. La Fondazione Vassallo fa tanto e io per quello che posso, nel mio ambito, provo a dare il mio contributo».

Sono proprio la ricerca della verità e la necessità di memoria a muovere la “Fondazione Angelo Vassallo – Sindaco Pescatore”, presieduta dal fratello Dario, che ne prosegue attività non solo sul fronte della legalità ma anche dal punto di vista miglioramento della vita (ambiente, salute, etc). «La Fondazione Angelo Vassallo – dichiara Vassallo – si spende per stare vicino a chi ne ha bisogno perché la morte di Angelo l’ha dimostrato: se si resta soli, si muore. Proprio per questo saremo vicini a Franco Tavaglione, sindaco di Peschici minacciato in questi giorni con un attentato dinamitardo e il bossolo di un proiettile calibro 12. Chi minaccia un sindaco, minaccia lo Stato. Chi uccide un sindaco uccide lo Stato».