Approvata all’Ars la riforma degli appalti in Sicilia

Con 40 voti a favore, 2 voti contrari e 11 astenuti l’Ars ha approvato il disegno di legge in tema di appalti pubblici, che modifica la composizione degli Urega. Dopo diverse sedute consecutive rinviate per mancanza del numero legale, che avevano fatto «impantanare» l’Ars sull’esame del disegno di legge sulla modifica degli Urega,  l’aula ha superato lo scoglio: dopo l’ennesima richiesta di verifica avanzata dal Movimento 5 Stelle, alla comunicazione del presidente Giovanni Ardizzone «l’assemblea è in numero legale» è partito un applauso dai banchi dei grillini rivolto ai parlamentari presenti.
L’esame del ddl è dunque ripreso. E al termine della votazione il Presidente Ars Giovanni Ardizzone, nell’annuciare il risultato del voto, ha detto “finalmente”. Un cammino tortuoso, quello del cosiddetto ddl Urega, che si era più volte bloccato per mancanza di numero legale, suscitando le ire dei costruttori.

Il disegno di legge prevede l’abbassamento da un milione e duecentocinquantamila euro ad un milione di euro la soglia prevista per l’attivazione delle Commissioni. E’ stata alzata la soglia oltre la quale la procedura di gara viene affidata all’Urega, precisamente da un milione duecentocinquantamila euro a due milioni cinquecentomila euro.

Sono, inoltre, previste le figure dei supplenti per le Commissioni; disciplinati i compensi per i Presidenti, per i componenti interni delle Commissioni e per i componenti esterni della Commissione giudicatrice, nell’ultimo caso è quantificato un compenso forfettario ed onnicomprensivo legato all’attività di valutazione dell’offerta tecnica legata al numero dei concorrenti ammessi, fermo restando un limite massimo esplicitamente indicato.

E’ stata prevista la realizzazione di un procedimento istruttorio propedeutico all’espletamento delle gare nonché una differenziazione tra la commissione di gara, che svolge le attività amministrative inerenti alla stessa gara, e la commissione giudicatrice alla quale è demandata la valutazione delle offerte dal punto di vista tecnico ed economico.

Con l’approvazione da parte dell’Ars della riforma proposta dal governo, si sblocca finalmente la situazione degli appalti in Sicilia”, commenta il presidente della Regione Rosario Crocetta. “Con la legge approvata – dice – si moltiplica il numero delle commissioni di gara e si attribuisce all’Urega non un ruolo di gestione degli appalti, ma di controllo. Sono previsti incentivi per le commissioni che operano velocemente e penalizzazioni per quelle che agiscono in ritardo. Il sistema Urega, da stazione unica appaltante, si era trasformato negli anni in commissione unica appaltante, prevedendo che presidenti delle commissioni di gara potessero essere solo i presidenti o i vicepresidenti. Diciotto persone in Sicilia che dovevano gestire tutti gli appalti della Regione siciliana e degli enti locali, con un sorteggio del presidente di gara che avveniva, di fatto, tra due dirigenti, cioè il presidente o il vicepresidente. Con la nuova legge – sostiene il governatore – si aumenta la trasparenza, l’efficienza degli appalti e si potrà velocizzare tutto il sistema di aggiudicazione relativo al Patto per la Sicilia. Ogni componente di commissione, incluso il presidente, non potrà essere nominato per più di due gare contemporaneamente”.

“L’approvazione del disegno di legge di modifica degli Urega in Sicilia consentirà lo sblocco delle gare per l’appalto di lavori pubblici e l’avvio di tanti cantieri che potranno dare una svolta positiva alla nostra economia”, dice Mariella Maggio, deputata del Pd, presidente della commissione Territorio e Ambiente. “Urega, bene il sussulto dell’Ars, ma restano i
bubboni. E serve la riforma rifiuti perché le discariche siciliane esploderanno tra pochi mesi”. E’ il tweet con il quale la Cisl Sicilia ha commentato a caldo il varo a Sala d’Ercole della riforma. Qualche giorno fa il sindacato guidato in Sicilia da Mimmo Milazzo aveva chiesto al Parlamento e al governo regionale una corsia preferenziale all’Ars sulle emergenze, parallela alla discussione sul bilancio, per varare alcune “riforme necessarie e urgenti”.