Baby Park Vanfiori, Messina. Il primo parco giochi storico permanente della Sicilia. Il terzo in Italia. Dal 1968 è lo sfondo di tante infanzie, da quell’anno in cui due giostrai autentici, Eugenio e Melina Vanfiori, hanno fatto letteralmente rinascere un’area allora conosciuta come ‘capo mondezza’. Dove ora dominano i colori, il profumo di caramelle, dove il vento ha il suono delle risate, prima c’era solo immondizia. Poi sono arrivati loro, papà e mamma baby park, come li si ricorda, con il loro entusiasmo e la loro determinazione. L’opera di riqualificazione della discarica alla foce del torrente SS. Annunziata iniziò con un fitto rimboschimento: 500 alberi, tra cipressi ed eucalipti, vennero piantati là dove c’erano solo rifiuti. Una rinascita che ebbe un che di spirituale. Una rinascita dalla terra.
La stessa terra che, ad oggi, sta soffrendo sotto la furia del mare. Un mare che fa il suo mestiere, avanza e porta via tutto. Un mare che andrebbe gestito per evitare che un pezzo di storia vada perduto. L’area del parcheggio alle spalle della struttura è infatti soggetta a una pericolosa e sempre crescente erosione. In 15 anni sono andati perduti moltissimi degli alberi piantati 50 anni fa. Si è dovuto intervenire all’interno del parco per eliminare tre giochi posti in zone soggette a rischio. Ora, dove prima si giocava, c’è un enorme vuoto. Non solo fisico. Un gonfiabile smontato è accasciato a terra, triste carcassa testimone di un passato di festa. Giace come senza vita, accanto alle reti arancioni che delimitano la zona a rischio. La costa è completamente erosa. Sotto di essa solo acqua. Il controllo e il monitoraggio dell’erosione è compito dell’Autorità Portuale, che tiene a precisare come abbiano già provveduto a dare incarico di progettazione. Il prossimo passo, la realizzazione del progetto per la messa in sicurezza dell’area. Si stima che tra progetto, appalto e lavori passerà almeno un anno. Ma è da 15 anni che il mare avanza. Nel frattempo, il Baby Park vive il suo presente.
Un drammatico presente per un’area già ampiamente violentata nel tempo, e non solo dalla forza della natura. La realizzazione del parcheggio ‘Annunziata Est’ avvenuta nel 2005 ha infatti arrecato non pochi danni allo storico parco divertimenti. Quelle che erano delle eccellenze e, in alcuni casi, veri e propri primati, sono state cancellate o ridotte ai minimi termini per permettere a 350 autovetture di parcheggiare comodamente. 350 posti auto per un parco divertimenti sono un fiore all’occhiello, ma non se questo significa ridurre del 50% la più grande pista di go kart in Italia. Da una superficie di 60m per 30m, a una di 35m per 10m. E ancora, l’abbattimento di 164 alberi, gli stessi di mamma e papà baby park. Il tutto, per un parcheggio. Lo stesso parcheggio che, ad oggi, sta scomparendo sotto la furia del mare. Lo stesso parcheggio divenuto luogo prediletto dai rom, che non disdegnano di eleggerlo a vero e proprio accampamento. “Sono completamente impotente. Se mi permetto di denunciarli rischio ripercussioni” ci confida il sig. Arturo Vanfiori, che da anni sollecita il comune di Messina, al quale è stata concessa l’area del parcheggio da parte dell’Autorità Portuale, per un intervento decisivo contro l’abuso degli spazi. Dove parcheggiano le auto dalle quali escono correndo bambini in festa, è possibile trovare macchine abbandonate adibite a piani d’appoggio. Pali della luce usati per appendere la biancheria al sole.
Un parco che costituisce a tutti gli effetti un’eccellenza per Messina e per la Sicilia tutta, ad oggi si sente abbandonato al proprio destino. “Da anni chiediamo all’Autorità Portuale di provvedere alla pulizia degli alberi di Villa Sabin – la villa adiacente al parco divertimenti, ndr – ma siamo dovuti intervenire noi perché molti rami ostruivano alcune giostre” continua il sig. Arturo Vanfiori. A questo si ricollega il problema relativo a una disinfestazione sollecitata e non ancora eseguita, che rende decisamente meno gradevoli le passeggiate all’interno del parco.
Risulta davvero difficile trovare una spiegazione all’ennesima eccellenza messinese e, in questo caso, siciliana, apparentemente abbandonata dalle istituzioni
Il Baby Park continua, avanti, senza sovvenzioni o aiuti esterni. Continua tutte le domeniche ad incantare centinaia di bambini, anche quelli ormai cresciuti. Ogni mese dedica una giornata ad attività assistenziali. Mantiene la sua storicità incantando sempre nuove generazioni con la sua atmosfera immutata nel tempo. Sembra davvero l’isola che non c’è, dove il tempo non esiste. Se non quello delle risate. Tutto sembra rimasto immutato. Si respira un che di malinconico, sembra che la memoria di intere generazioni sia conservata all’interno di quelle giostre, statue, trenini. All’interno di quella bocca della verità che potrebbe raccontare fino alla fine dei tempi storie meravigliosamente semplici. Storie di ginocchia sbucciate, di vestitini macchiati. Storie di lacrime per un gelato caduto, per lo zucchero filato mai avuto perché ‘fa male ai dentini!’. Storie che si ripetono, che DEVONO CONTINUARE A RIPETERSI.
GS Trischitta