“Leggere i classici è come conversare con gli spiriti migliori del passato.”
Così, almeno, la pensava Cartesio, il filosofo del cogito, ergo sum nonché fondatore della moderna filosofia.
Perfettamente si inserisce la citazione del celebre pensatore nel quadro del quarto ricorrere de “La notte del Liceo Classico”, un’iniziativa nata proprio in Sicilia, in collaborazione col Ministero della Pubblica Istruzione.
Insieme agli altri 407 istituti scolastici sparsi per la penisola a partecipare a questa iniziativa, è stata speciale anche quest’anno la serata organizzata dal Liceo Classico Luigi Valli di Barcellona Pozzo di Gotto.
Coordinato dalla professoressa Anna Russo, con la collaborazione dei colleghi Celi, Ingemi, Rossello e Russo, la serata ha visto un susseguirsi di interventi di personalità rilevanti, come Antonio Presti, presidente dell’associazione Fiumara D’arte, Bernardo dell’Aglio, presidente delle associazioni culturali della città, e Marcello Crinò, fondatore della Genius Loci, tutti volti alla celebrazione degli studi classici, tristemente trascurati e molto spesso sottovalutati.
Grazie al grande coordinamento e al laborioso impegno nelle prove e nello studio delle coreografie, un grande momento artistico di elevato valore è stato offerto dalle alunne che hanno, poi, perfettamente rappresentato sia il mondo della danza che il mondo classico cui idealmente appartengono.
Importante e ben strutturato è stato, poi, il momento dedicato alla riflessione sulle barbarie e il rapporto con la memoria, con un parallelismo mai scontato, a partire dalle letture di Erodoto, Artistotele ed altri.
Quello del Liceo Classico Valli è, indubbiamente, una realtà ben radicata sul territorio che, in questa notte dal grande valore simbolico e non solo, non ha tardato ad affermarsi. Nonostante si vada perdendo la concezione dell’alto valore degli studi di latino e greco e delle relative letterature, i giovani alunni di Barcellona Pozzo di Gotto sono riusciti perfettamente a rappresentare lo splendore e la bellezza di una cultura che non solo non è morta ma che racchiude in sé, ancora e nonostante le brutture nel mondo moderno che ci pervadono, tutto il bello di un’arte ad ampio raggio che, sicuramente, ha contraddistinto e formato le migliori personalità dell’Italia e non solo.
La serata si è conclusa con la lettura de l’inno a Selene, la dea notturna del firmamento, che “lancia avanti il cocchio splendente e appare, dopo il tramonto, al culmine del mese”.
Un’iniziativa che rende onore a tutti i siciliani, non solo perchè si celebra la cultura della Magna Grecia di cui abbiamo orgogliosamente fatto parte, ma anche perchè frutto di un’iniziativa del professore Schembra di Acireale che ogni anno, grazie alla bella idea, riunisce le scuole di tutta la nazione. Chapeau!