BIBLIOBUS: BIBLIOTECA A QUATTRO RUOTE

 

Un autobus dalle forme arrotondate, dal profumo vintage, carico dei ricordi di intere generazioni. La vecchia linea 8 dell’Atm che percorreva Messina nei lontani anni ’60, trasportando persone, vite e storie. Oggi, quello stesso autobus, trasporta per la città altre storie, contenute in libri consultabili gratuitamente e letti a un pubblico di piccoli ascoltatori da volontari professionisti che hanno sposato un’iniziativa che profuma di novità, di entusiasmo e di cultura.

 

Si chiama ‘Bibliobus’, un progetto nato dalla collaborazione tra il laboratorio per i beni comuni di Messina, l’ATM (Azienda Trasporti Messina), l’associazione culturale pediatri, la Biblioteca Comunale di Messina e l’associazione ‘Nati per leggere’. L’idea nasce dalla volontà di offrire la possibilità di godere del piacere della lettura, senza l’obbligo di doversi recare in biblioteca. Il progetto, rivolto soprattutto ai bambini da 0 a 6 anni, prevede al momento due appuntamenti mensili, durante i quali il bibliobus sosterà nelle piazze delle diverse circoscrizioni per offrire non solo la possibilità di una consultazione diretta dei testi, ma anche di ascoltare favole e storie lette da professionisti volontari.

 

Ai microfoni di Cliccamessina, Luciano Marabello, rappresentante del laboratorio per i beni comuni di Messina, nonché ideatore del progetto.

 

Da dove viene l’idea del Bibliobus?

 

L’idea viene dalla consapevolezza che le cose semplici siano le cose che funzionano meglio. Abbiamo avuto la possibilità di utilizzare un bene comune, dal valore storico per i messinesi, inutilizzato da anni, e abbiamo pensato di portare in giro per la città il piacere della lettura. Un mezzo altrimenti inutilizzato, ad oggi svolge un servizio, un progetto. Porta la cultura e il piacere della lettura nelle zone non centrali della città, lontane dalla biblioteca comunale, situata in centro, nel Palazzo della Cultura. Cerchiamo di rendere fruibile e accessibile qualcosa di lontano. Quanti bambini dopo la scuola leggono un libro? O quanti bambini in un quartiere che ha tante altre mancanze andrebbero in biblioteca? Da qui anche l’idea di non limitarsi alla messa a disposizione dei testi, ma di ampliare il progetto con letture ad alta voce, eseguite da professionisti volontari formati dall’associazione ‘Nati per leggere’. In questo modo i bambini sono stimolati da più punti di vista, e al tempo stesso vengono offerti ai genitori utili strumenti. La lettura a voce alta stimola una modalità di interpretazione diversa rispetto alla lettura individuale ed è importante per i genitori conoscere le sfumature di una pratica sempre meno diffusa.

 

Da dove vengono i libri contenuti sul Bibliobus?

 

La donazione dei libri coinvolge anch’essa più soggetti partecipanti. La fondazione Filippo Puglia ha dato un contributo per l’acquisto dei testi, che si aggiungono a quelli donati dall’associazione ‘Nati per leggere’, dall’associazione pediatri e dalla Biblioteca Comunale.  L’idea è che questi siano libri dedicati al progetto, che quindi rimangano sulla vettura senza essere presi di volta in volta dalla biblioteca.

 

Come hanno risposto le varie circoscrizioni?

 

Al momento abbiamo organizzato 4 uscite per altrettante circoscrizioni. Rappresentano dei soggetti attivi all’interno del progetto, di conseguenza possono esse stesse suggerire aree da dedicare agli incontri, per le quali vi è il desiderio di una ripresa o riqualificazione. La risposta è stata complessivamente positiva. Ci rapportiamo a realtà preesistenti, come ad esempio gli oratori o le varie associazioni, quindi l’iniziativa è preannunciata e capita che vengano coinvolte anche le aree vicine.

 

Si percepisce una differenza di approccio tra le diverse circoscrizioni?

 

Quando abbiamo iniziato eravamo coscienti del fatto che ogni piazza è un luogo diverso, ha una storia sua ed è abitata da persone diverse. Ma il fatto che ci rivolgiamo soprattutto ai bambini rende complicata un’analisi di tipo sociale. I bambini hanno quasi tutti il medesimo entusiasmo e vivono con la stessa meraviglia l’arrivo del Bibliobus. I loro giochi, la loro capacità di relazione ed interazione è priva di sovrastrutture, quindi la risposta è approssimativamente uguale nelle varie zone. La modalità funziona, cattura l’attenzione e sorprende. Lo stesso mezzo con cui trasportiamo i libri scatena la curiosità e l’entusiasmo. Una differenza la si nota tra le fasce d’età. I bambini più grandi risultano meno interessati alla lettura e più ad altre attività.

 

Considerando il fine ultimo del progetto, si potrebbe dire che state tentando di colmare quella che è una carenza del sistema scolastico odierno?

 

Siamo quello che vorremmo che ci fosse. Tentiamo di riuscire partendo da piccole idee, per poi sperare di crescere. E’ un progetto in fase di sperimentazione e di crescita. Stiamo valutando le varie idee che vengono fuori in corso d’opera per poi pensare a futuri possibili cambiamenti. Ma al momento puntiamo a far sì che il progetto diventi un qualcosa di fisso, un appuntamento abituale. Più una cosa diventa istituzionale e consueta, più si può pensare di agganciarla alle scuole e a realtà già esistenti. Non è uno spettacolo, un evento, ma è una cosa che si propone di ritornare, di diventare consuetudine e normalità.

 

Chi sono i volontari che collaborano al progetto Bibliobus?

 

In primis i bibliotecari che dedicano il giorno libero al nostro progetto. Oltre a loro e ai macchinisti dell’Atm che permettono al caro bus di circolare senza problemi, abbiamo la collaborazione di alcuni pediatri, tra cui la dott.ssa Crupi, la dott.ssa Siracusano e il dott. Conti Nibali. La presenza del pediatra sottolinea quanto sia importante la salute del bambino da intendersi non solo come salute fisica, ma come salute totale, del corpo e della mente. Sono a disposizione dei genitori per esporre l’importanza di una salute da intendersi nella sua totalità.

 

Si potrebbe pensare a un momento di relazione non solo culturale, ma anche interculturale?

 

La lettura è di per sé un momento di interazione culturale, e gli incontri che organizziamo amplificano questo carattere. Considerando che i bambini non ragionano per sovrastrutture e hanno una capacità relazionale che non guarda alle differenze, si potrà perché no immaginare un futuro in cui le letture verranno fatte in altre lingue. Sono tutte idee che vengono in itinere e nessuno toglie che partendo da piccole realtà si possa arrivare a fare molto di più. Più una città sa sviluppare progetti più può utilizzare strumenti. Stiamo facendo una cosa piccola che può aprire altre strade, e si augura di poterlo fare.

 

La prossima tappa del Bibliobus è prevista per giorno 20 giugno e toccherà la terza circoscrizione.

 

Gaia Stella Trischitta