Un incubatore di idee, una riunione di competenze e intelligenze tenute insieme dalla voglia di fare e agire. Un calderone di professionisti la cui collaborazione è finalizzata alla proposta e messa in atto di progetti mirati al recupero della città di Messina. Questo e molto altro è Capitale Messina, giovanissima associazione politica nata sotto l’intenzione di attuare una collaborazione attiva tra professionisti e cittadini. Giovane, ma con le idee molto chiare. L’obiettivo: raccogliere, accumulare e valutare proposte provenienti da chiunque abbia a cuore la città di Messina e il suo futuro. Contando su un team di professionisti ed esperti nei diversi settori di intervento, il punto di forza risiede proprio nella possibilità di valutare qualsiasi suggerimento con le competenze necessarie affinché le idee, quelle valide, trovino concreta realizzazione.
Sulla scia di Capitale Roma, il cui fondatore Renato Gianlombardo ha aderito alla nuova associazione politica messinese, Capitale Messina segue l’idea di partenza che vuole una partecipazione attiva di tutti i cittadini, chiamati ad avanzare idee e suggerimenti. “Ci colleghiamo a Capitale Roma perché nasce come casting delle idee. I cittadini possono, tramite un blog, dare proposte e suggerimenti su come dovrebbe essere modificata e amministrata la città di Roma. E’ la base che abbiamo voluto riportare anche qui” spiega Pino Falzea, ex presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina, al momento parte integrante dell’associazione ‘Architetti del Mediterraneo’ e della stessa Capitale Messina. “Anche Capitale Messina ha un suo blog di recente formazione, rintracciabile su capitalemessina.it. Tramite il blog ogni cittadino può interagire con noi, sempre pronti ad accogliere tutti i suggerimenti venuti dalle persone che hanno a cuore le sorti di questa città, per elaborare insieme un nuovo programma – continua Falzea – ma in questo andiamo oltre Capitale Roma, nel senso che non ci fermiamo allo status di casting delle idee, ma vogliamo elaborare un vero e proprio disegno di governo”.
Progetto ambizioso per una giovane associazione politica che si definisce “un gruppo di persone, di professionisti con un obiettivo comune: mettersi in gioco per risollevare le sorti di una città straordinaria dal punto di vista paesaggistico, ma straordinariamente poco utilizzata e valorizzata”. Ambizioso certo, ma non impossibile, come sostiene Falzea, che afferma: “siamo mossi dalla convinzione che le idee si realizzano non attraverso i rapporti e le conoscenze, ma attraverso il consenso. E’ un nuovo modo di intendere la politica attraverso la partecipazione”. Partecipazione come parola d’ordine quindi, che non isola assolutamente il concetto di chiarezza e competenza. Una collaborazione studiata quindi, che non si ferma alle affascinanti parole, ma punta ai fatti: “Capitale Messina parte come unione di competenze, ma è aperta a chiunque voglia collaborare. Proprio per questo non può essere un’associazione chiusa. Vuole essere un luogo di discussione, in una città in cui non esistono partiti strutturati all’interno dei quali si riesce a svolgere un dibattito. Ovviamente ogni idea, ogni proposta viene poi analizzata da professionisti che hanno le competenze adatte a rendere o meno fattibili le proposte stesse”.
E le proposte ci sono, e sono anche tante. Tutte volte a formulare un diverso orientamento per la nostra città, un nuovo modo di valorizzare e sfruttare un patrimonio lasciato in un letargo mai conclusosi. Diversi progetti in itinere, a partire dal punto di maggiore importanza per la città: il porto e la zona falcata. “Messina è nata sul suo porto – afferma Falzea – Al momento invece noi viviamo due realtà separate: una cosa è la città e una cosa è il porto. Dovremmo ora riuscire a riunire nuovamente queste due entità e dobbiamo farlo pensando al tutto come ad un unico insieme. Il porto è un’altra delle straordinarie realtà messinesi attualmente chiuse. Bisogna pensare a un programma di riqualificazione complessivo di tutta l’area, che permetta di riaprire il porto alla città, creando le aree temporanee per i crocieristi, riaprendo l’area della dogana, abbassando la velocità di esercizio del tram in modo da poter eliminare la sede protetta lungo la via Vittorio Emanuele. Potremmo ragionare su una possibile ipotesi di pedonalizzazione, realizzando ciò che nel 1550 Juan de Vega voleva che fosse fatto. Non sarebbe sbagliato pensare di riportare l’originale statua del Nettuno in sede sostituendo l’attuale copia, pensare ai tanti spazi chiusi che dovrebbero essere restituiti alla città. Abbiamo una straordinaria risorsa, che è quella del crocierismo. Dobbiamo creare le condizioni affinché i crocieristi rimangano qui. Affinché comincino a godere di ciò che Messina è”.
E i progetti non si fermano qui. Da un porto a un altro, o meglio, da un porto a un approdo. Tremestieri, una realtà da anni protagonista delle pagine dei giornali, ad oggi in una condizione di instabile equilibrio. L’insabbiamento: problema di cui attualmente soffre il tristemente famoso approdo, anche questo tra le proposte di riqualificazione avanzate da Capitale Messina. “Il problema dell’insabbiamento non è da tralasciare. La sabbia attualmente presente all’interno dell’area portuale deve essere dragata. Sarebbe però bene fare degli interventi preventivi per far sì che si riduca al minimo il rischio di insabbiamento. Dragare costa tanto, intervenire a monte costa molto di meno. Inoltre se si vuole dragare in tempi rapidi, l’autorità portuale è costretta a fare gare sotto i 200 mila euro. Altrimenti dovrebbe bandire una gara pubblica, perdendo molto tempo. Per rimanere dunque sotto i 200 mila euro si draga non quanto necessario. L’idea invece è quella di intervenire a monte: la sabbia si potrebbe raccogliere a sud del braccio portuale, e da lì, con delle semplici pale meccaniche, trasferirla vicino il muro che dà sulla strada statale. In questo modo, le successive mareggiate troverebbero meno sabbia da portare all’interno dell’invasatura portuale, che resterebbe per molto più tempo libera” spiega Falzea con le competenze di un professionista del settore. “Il completamento del porto è finanziato con 80 milioni di euro, – continua – che ad oggi non sappiamo essere ancora disponibili o meno. Sicuramente sono disponibili i 15 milioni messi a disposizione dall’autorità portuale. I 35 milioni del mutuo concesso dalla DEXIA, una banca internazionale, scadranno però il 31 dicembre e non riusciremo mai per quella data a spenderli. Per cui attualmente non abbiamo la certezza della disponibilità di queste somme. Se non si può dare seguito ai lavori, è il caso di fare alcuni interventi sulla struttura esistente per eliminare il problema dell’insabbiamento. Quindi si parla di interventi per l’allungamento del molo, o dei pennelli su palancole a sud del molo stesso. Due interventi che ad oggi non si possono fare perché cambierebbero il progetto che la società aggiudicataria prevedeva. Se però si pensa di non realizzare il progetto, si potrebbero allora utilizzare i 15 milioni messi a disposizione dall’autorità portuale per risolvere definitivamente il problema dell’insabbiamento”.
A questi progetti se ne aggiungono altri. Viabilità, urbanistica, beni culturali, risorse turistiche sono solo alcuni dei campi in cui le personalità riunite in Capitale Messina concentrano l’attenzione. Idee e suggerimenti che forse, per la prima volta, potranno contare, se non sulla loro realizzazione immediata e completa, almeno su un apparato di professionisti che, oltre alle buone intenzioni, hanno dalla loro le competenze necessarie.
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Gaia Stella Trischitta