É uno fra i cinquanta uomini più “potenti” al mondo, eppure non gestisce transazioni milionarie né colossi industriali. Mimmo Lucano, sindaco della piccola Riace è riuscito a scalare le vette del successo: la rivista americana Fortune lo colloca alla quarantesima posizione, al seguito della cancelliera tedesca e di Papa Bergoglio. Lucano ha dato nuova vita ad un paese in decadenza, aprendo le porte ad oltre seimila migranti: molti di loro si sono stabiliti a Riace in via definitiva, hanno contribuito alla rinascita dell’economia cittadina con nuove attività commerciali e artigianali. Ha aperto i battenti persino una scuola elementare.
Risorta dalle proprie ceneri, Riace si nutre di novità e spirito d’accoglienza. Niente più barriere, steccati o palizzate: parola d’ordine, integrazione.
Ed ecco che per Mimmo si aprono i salotti dei più, mentre la stampa non lesina affatto attenzioni. Sotto le luci della ribalta da pochi giorni, il primo cittadino è quasi frastornato. In passato, nessuna parola spesa per far conoscere il suo operato: nessun occhiello per Mimmo, grande lavoratore e idealista ostinato. Eppure, il suo faticoso cammino ha avuto inizio nel 1998, con il primo sbarco di Curdi a Riace: che i migranti sarebbero stati un’irrinunciabile risorsa, Lucano l’ha capito subito, molto prima di comparire fra le pagine di una rivista statunitense.
A sostenere sin dall’inizio la sua “utopica normalità” non sono stati molti. Fra loro, l’amico e collega Michele Conia, anch’egli convinto sognatore. Michele ci parla di Mimmo e non solo. Ci parla di migranti e di paure, di crescita e di frustrazione. Dovrebbe essere tutto estremamente facile da capire, eppure non è così. Conia prova a spiegarci perché.
COME MAI QUESTA INASPETTATA NOMINATION? COS’HA PORTATO FORTUNE A SCEGLIERE PROPRIO MIMMO?
“In realtà ciò che mi stupisce è che si sia dovuto attendere così tanto. E’ servito un riconoscimento da parte di una rivista statunitense per scuotere gli italiani, per far sì che il lavoro di Mimmo venisse quantomeno notato. Lui ha iniziato oltre quindici anni fa, non era mica facile allora. Oggi è diverso: siamo tutti pronti a tessere le lodi di un uomo del genere, ma prima non era affatto così. Ha dovuto scontrarsi con problemi non indifferenti, proprio a causa di questa iniziativa oggi tanto elogiata. Ostacoli sapientemente collocati lungo il suo percorso anche da parte di esponenti della classe politica locale.”
PERCHE’ TANTO ASTIO?
“Perché Mimmo è fondamentalmente un personaggio scomodo, non nasconde le sue ideologie e affronta a viso aperto e tutte le problematiche che si pongono quotidianamente qui in Calabria. Non alludo mica soltanto alla questione migranti, per quanto importante essa sia: piuttosto mi riferisco alla grave piaga della ‘ndrangheta.”
SEMBRA SI TRATTI DI UN UOMO CON I PIEDI PER TERRA, CORAGGIOSO E CON LE IDEE CHIARE. EPPURE C’E’ CHI LO CONSIDERA UN “VISIONARIO”.
“Beh, è un grande sognatore, ma ha anche dimostrato che molti sogni si possono avverare.
Io e lui condividiamo lo stesso modus operandi e adesso sto in parte subendo la sua stessa sorte: amministro Cinquefrondi da Giugno e gli obiettivi che intendo perseguire sono simili ai suoi. Per questa ragione vengo spesso considerato un inconcludente, intento ad occuparmi di questioni effimere, di poca importanza. E’ una sorte di condivisa da chi insegue un ideale: agli occhi della gente non facciamo che perdere tempo dietro alle nostre chimere. Ebbene, Mimmo ha dimostrato che spesso le cose non stanno così. Anche nei luoghi più impensabili si può realizzare qualcosa di grande.”
LE GRATIFICAZIONI PERO’ GIUNGONO SEMPRE DOPO PERIODI TRAVAGLIATI. SICURAMENTE ANCHE LUCANO AVRA’ AVUTO MOMENTI BUI, DI SCONFORTO.
“Certamente sì e non saranno stati pochi. Succede a tutti d’altronde. Basti pensare a quante battaglie si è trovato a combattere: ha lottato contro mafia calabrese senza nascondersi, a testa alta. Ci ha messo la faccia, sul serio. Non in passerella o durante le grandi manifestazioni, ha fatto molto di più.
Una persona che combatte simili realtà viene spesso ostacolata, dunque qualche istante di frustrazione è naturale.”
INDUBBIAMENTE E’ STATA DURA, MA ADESSO LE COSE STANNO CAMBIANDO. LE ISTITUZIONI E LA STAMPA MOSTRANO SOLIDARIETA’ NEI SUOI CONFRONTI. COME HA VISSUTO QUESTO CAMBIAMENTO?
“Non saprei dirtelo con certezza. Io e Mimmo siamo spesso in contatto, combattiamo nello stesso fronte, ma dopo aver saputo della nomination non ho sentito il bisogno di chiamarlo. Non è questo il momento in cui è importante essere presenti: era necessario sostenere le sue precedenti battaglie come lo sarà in futuro, ma cavalcare l’onda mediatica è l’ultima cosa che desidero fare. D’altro canto non serve che lo senta telefonicamente, so com’è fatto: sicuramente gli sarà scappato un sorriso, nulla di più. Mimmo non ama stare al centro dell’attenzione, rifugge situazioni del genere. Forse si sarà anche imbarazzato, all’inizio.”
SUPPONGO CHE OBIETTIVI E CONVINZIONI COMUNI CONDURRANNO AD UNO STESSO ESITO. DUNQUE INTENDI SEGUIRE LE SUE ORME NELL’AMMINISTRAZIONE DI CINQUEFRONDI?
“Sì, senza dubbio. Stiamo promuovendo una politica d’accoglienza e abbiamo partecipato al bando SPRAR: fra qualche giorno verrà resa pubblica la graduatoria e questo renderà tutto ancor più concreto. Mi occupo della questione da parecchio tempo ormai: Cinquefrondi è a pochi chilometri da Rosarno, dunque ho avuto modo di toccare con mano la triste realtà dei popoli migranti: sono stato accanto ai ragazzi di Rosarno anche durante la rivolta avvenuta qualche anno fa. Spero che adesso la mia posizione mi dia la possibilità di aiutare questa gente con mezzi migliori.”
IMPEGNATO NELLA TUTELA DEI MIGRANTI DA SEMPRE. COM’E’ STATA ACCOLTA LA SUA CANDIDATURA A SINDACO?
“Ahimè c’era chi, durante la campagna elettorale, tentava di scoraggiare l’elettorato dicendo che la mia solidarietà verso i migranti avrebbe condotto il paese in acque tempestose. A quanto pare, temevano che se avessi vinto le elezioni avrei riempito Cinquefrondi di negri, cito testualmente.”
SENZA DUBBIO IL PREGIUDIZIO E’ FIGLIO DELLA PAURA. COSA FARE PER VINCERE IL TIMORE E LO SCETTICISMO DELLA POPOLAZIONE?
“Innanzitutto promuovere la conoscenza diretta di queste realtà, di questa povera gente. E’ necessario liberarsi di ogni intermediazione. Oggi purtroppo c’è un filtro incredibilmente nocivo: i mass media di sistema. La popolazione è incredibilmente condizionata da ciò che sente al Tg, ancor di più se sulle reti nazionali. Le notizie vengono riferite in modo fuorviante, distorto, si concede spazio mediatico a chi basa la propria campagna elettorale sulla xenofobia ed ecco il risultato. I preconcetti sono difficili da combattere, eppure talvolta crollano comunque: basta che le due realtà si incontrino, dialoghino, si conoscano sul serio.”
COSA TEME DAVVERO LA GENTE? PERCHE’ AVER PAURA?
“Beh, si teme che vogliano portarci via il lavoro, ad esempio. In un Paese come il nostro, è semplicissimo scatenare una guerra fra poveri: è bene comprendere che a noi non viene sottratto nulla. Basti pensare al caso di Riace: prima del loro arrivo, il paese era pressoché deserto, abbandonato dagli italiani Adesso oltre duemila persona vivono lì, stabilmente. Non si sono appropriati di nulla, al contrario hanno riportato alla luce una cittadina destinata a sparire dalla carta geografica.
Un’altra questione alquanto spinosa è quella relativa al fantomatico denaro elargito ai migranti. Ci tengo a ribadire che questa gente non percepisce vitalizi o sussidi, ma che i fondi che vengono stanziati rimpinguano le tasche degli italiani: sono le nostre cooperative a venire retribuite, affinché si occupino dei migranti. Potremmo persino dire che hanno fornito nuove opportunità lavorative.
Ancora, è fondamentale ricordare al popolo italiano che queste persone non hanno nulla a che vedere con l’ISIS, al contrario sono dei fuggitivi. Gli episodi di Parigi e Bruxelles, sporadici in Europa, in molti Paesi africani si verificano quotidianamente: scappare, in cerca della sopravvivenza, è l’unica soluzione. Scappano dal terrorismo, ma anche delle nostre bombe, non dimentichiamolo.”
IN DEFINITIVA, I RIFUGIATI RAPPRESENTEREBBERO UNA RISORSA. NON SOLTANTO PER RIACE, MA PER L’ITALIA INTERA.
“Decisamente sì. Certo, per me non è questo l’aspetto importante: la solidarietà andrebbe comunque dimostrata. E’ bene però rendere consapevoli gli italiani, dimostrare loro che non c’è nulla da temere. In fin dei conti, lo Stato potrebbe trarre dei benefici da una migrazione così massiva, se solo se ne rendesse conto. Non sottraggono lavoro, ma lo creano. Non uccidono l’economia, ma nel caso di Riace, la salvano.
Controinformazione: è questo che occorre, disperatamente.”