Messina presente per combattere lo sfruttamento e il razzismo. Sabato 24 febbraio, una delegazione messinese del Fronte Popolare Autorganizzato- SI Cobas (Sindacato intercategoriale lavoratori autorganizzati), ha partecipato al corteo nazionale tenutosi a Roma.
Un gruppo compatto, accomunato dalla lotta con una quotidianità fatta di emergenza abitativa, sfruttamento, precarietà e umiliazione. “Soprattutto per la nostra delegazione di disoccupati questo corteo è stato incoraggiante – dichiara Valentina Roberto, Si Cobas – dal momento che nella nostra realtà messinese, dove la lotta da secoli è stata estinta a suon di violenze soprattutto psicologiche, ricatti, favoritismi e clientele, coloro che sono senza lavoro pur di portare un po’ di pane a casa, sono disposti ad accettare qualunque forma di sfruttamento”.
Una realtà ben nota a una città che vive di lavori stagionali, sottopagati e al limite dello sfruttamento. Un mondo lavorativo in cui il nero è il colore imperante, e non solo nelle divise. Un livello di occupazione che, tra favoritismi e clientelismi, si nutre di promesse di voti e precarietà costante. Continua la Roberto: “Certamente aver ascoltato le testimonianze di lotta dei facchini, dei lavoratori della logistica, che con i loro scioperi sono riusciti a rivendicare il pieno ottenimento non solo della tredicesima ma anche della quindicesima, aprirà in ogni messinese, che ha udito queste parole, spiragli di riscatto”.
Ma non si marcia solo contro lo sfruttamento. Si lotta anche contro un fenomeno che è spesso ad esso coniugato. Contro quel razzismo che, in uno dei momenti più penosi della crisi economica, diviene conseguenza di una lotta tra poveri. Un fenomeno in cui si tenta di azzerare i diritti sociali e a scudo delle menzogne e dei pochi ricchi sempre più ricchi, si diffonde la tendenza in ogni povero oppresso a scaricare la responsabilità di ogni male all’immigrato.
“Sono invece proprio i lavoratori stranieri, i ‘marucchini’ come si direbbe qui, i ‘niri’, a darci lezioni di vita e a insegnarci come riprendere in mano i nostri diritti. E sono sempre loro che mostrano a chi è militante da generazioni, la concretezza e la tangibilità dell’antifascismo. Un antifascismo che spiazza squadristi crumiri e civilissimi padroni, che riporta all’ordine del giorno un tema che viene immediatamente compreso da chiunque: la dignità della vita”.
“Sicuramente – conclude Valentina Roberto – la conclusione di un corteo meticcio e pieno di rivendicazioni di diritti sociali, vicino all’altare della Patria, è una ferita al cuore per le nuove destre che vorrebbero una forza lavoro straniera silenziosa e accondiscendente, da schiavizzare e segregare in ghetti razziali e alla quale scaricare all’occorrenza i mali del mondo e il conseguente odio dei poveri autoctoni. Uno schiaffo insomma a quell’orgoglio ipocrita nazionalista che le caratterizza. Non possiamo perciò che ringraziare i nostri compagni per averci insegnato tanto in questa giornata di lotta e lavorare ancora più determinati e carichi, affinché nei nostri territori possano tornare autunni caldi di vertenze vittoriose e si possa realizzare, alla vigilia delle elezioni politiche, il rafforzamento di un fronte popolare anticapitalista, che rifiuti categoricamente l’intermediazione clientelare delle Istituzioni che rende i cittadini merce di scambio, aumentando la passività con la logica della delega. Il nostro lavoro è quotidiano ed incessante, volto ad attivare i processi di lotta e di solidarietà a partire dalla propria comunità locale. Abbiamo impresse nelle nostre teste le parole urlate a gran voce nel corteo “Se toccano uno, toccano tutti!”.
Che queste parole siano il motto regnante da applicare ad ogni battaglia messinese.
GS Trischitta