Nell’era digitale accade anche che indagini su reati commessi in ambito infotelematico facciano luce su reati tradizionali a questi connessi.
Era accaduto giorni fa a Milano, dove la Polizia Postale, sgominando una banda di clonatori di carte di credito, aveva anche evidenziato responsabilità in ordine ad un giro di spaccio di sostanze stupefacenti, utilizzate per costringere i “muli” (in gergo tecnico si utilizza tale termine per indicare persone che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti e/o carte di credito, sui quali vengono poi accreditate le somme frodate a ignari cittadini attraverso varie forme di aggressioni criminali ai sistemi di home banking e monetica) ad offrire la propria disponibilità in modo costante.
Ieri la Polizia Postale di Catania, indagando su un caso di cyberstalking, ha invece assicurato alla giustizia tre individui, due uomini ed una donna, responsabili di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Nei confronti degli indagati, due impiegati di 56 e 58 anni ed una casalinga di 48, gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di via Beato Bernardo hanno eseguito rispettivamente due provvedimenti di sottoposizione all’obbligo di dimora ed uno all’obbligo di firma emessi dal GIP su richiesta della Procura Distrettuale di Catania.
L’investigazione è iniziata un anno fa per far luce su un caso di cyberstalking e da essa, nel corso dei mesi, è emerso anche un giro di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in provincia di Catania. In particolare, alcune donne, dedite al meretricio, erano asservite ai due odierni indagati che procacciavano loro, in maniera esclusiva, i clienti pretendendo in cambio dei favori sessuali.
Di rilievo il ruolo della donna oggetto del provvedimento della Procura Etnea, che, oltre a procacciare i clienti in accordo con gli altri indagati, dava la disponibilità di un’abitazione di sua proprietà in cambio di denaro.
Oltre ai tre soggetti è stato indagato per lo stesso reato anche lo stalker, un 45enne di Palermo, nei cui confronti era stata già eseguita la misura cautelare.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sottoposti a sequestro i telefoni smartphone e i tablet nella disponibilità degli indagati, sui quali la Polizia Postale effettuerà analisi forensi alla ricerca di ulteriori responsabilità dei predetti e di eventuali terzi