Hanno rischiato la vita per salvare centinaia di bambini dall’ olocausto, hanno combattuto per il diritto alla parità, hanno salvato le biblioteche dalla distruzione, sfidato la mafia, la furia criminale nazista e fascista, fatto dono delle loro risorse in aiuto all’umanità più povera e svantaggiata. Sono le 37 donne ed i cinque uomini per i quali le ragazze ed i ragazzi del progetto di Toponomastica femminile e Fnism-Catania “Un giardino delle Giuste e dei Giusti” hanno scelto di piantare ed intitolare alberi nei giardini delle loro scuole. Duplice l’obiettivo: recuperare e accogliere la memoria delle Giuste e dare evidenza al contributo femminile- spesso dimenticato, occultato, reso invisibile- per un mondo di Pace, equità e giustizia, ma anche promuovere l’idea della condivisione, femminile e maschile, delle battaglie contro ogni forma di violenza, sopraffazione, discriminazione, guerra. Due giornate di iniziative che si integrano: nella giornata simbolica dell’8 marzo, studenti, con le loro docenti e con le donne delle associazioni e delle Istituzioni , giunti da tante scuole della Sicilia al Palazzo della Cultura hanno raccontato la loro esperienza, ricordato le loro donne, presentato i loro alberi; nella giornata dell’11 marzo docenti e dirigenti giunti da scuole della Sicilia e di tutto il territorio nazionale si sono confrontati sui temi dell’educazione alle pari opportunità, ancora una volta sotto il segno Fnism e Toponomastica femminile.
Piantando allori, melograni, olivi, limoni, mandorli hanno onorato la matematica Pia Nalli, la testimone di giustizia Rita Atria, la partigiana Graziella Giuffrida, la sindacalista Maria Giudice, le maestre e politiche Maria Antonietta Marino, Anna Grasso, Letizia Colajanni, le benefattrici Irena Sendler, Jeanne Daman , Madre Teresa e Anna Cantalupo, le combattenti contro la mafia Felicia Impastato, Anna Puglisi, Elena Fava, Saveria Antiochia, le salvatrici di libri e biblioteche Andreana Sardo, donna Giovanna d’Austria, Anna Maria Ciccone, e tante altre.
Anche gli uomini ricordati appartengono alle stesse nobili categorie: tra gli altri l’antifascista Carmelo Salanitro, il giornalista contro la mafia Claudio Fava, il maestro Vincenzo Bordonaro, lo studioso Giacomo Caputo.
“ L’idea di “Un Giardino delle Giuste e dei Giusti in ogni scuola” è nata alla Libera Università di Alcatraz, per caso, durante il Convegno nazionale di Toponomastica femminile, in seguito alla proposta di Jacopo Fo di far nascere lì un Viale delle Giuste.
Ho pensato allora al valore formativo e simbolico di alberi piantati dalle ragazze e dai ragazzi dentro le scuole, in ogni scuola, in memoria di Giuste, alberi da coltivare e far crescere anche dopo averli piantati. Ho proposto allora l’idea che ho tradotto in un progetto regionale per la Sicilia, in collaborazione con la Fnism” racconta la professoressa Pina Arena, ideatrice e coordinatrice del progetto.
Lo sviluppo del progetto porta i segni della buona idea che cresce in breve tempo: le scuole che hanno aderito sono cresciute fino a 21, da Catania a Caltanissetta a Siracusa a Francavilla, da Mazzarino a Licata a Vittoria a Partinico, da Lampedusa a Parigi. I Comuni di Catania e Lampedusa hanno patrocinato l’iniziativa, le associazioni Fildis ed Udi, Legambiente hanno collaborato. Hanno partecipato 800 studenti, dalle scuole materne alle superiori.
“ Se si guardano nel complesso i risultati delle piantumazioni e delle intitolazioni, -aggiunge Pina Arena- leggiamo un modello di città ideale che capovolge i canoni della toponomastica tradizionale: non uomini di guerra ma donne e uomini al servizio della pace, non regine ma donne al servizio dell’umanità, non salvatori di stati e nazioni ma salvatrici di biblioteche e di libri”.
“Ora il progetto si chiude- dice la prof – ma resta aperto in due diverse direzioni: negli anni prossimi accoglierà altri alberi in memoria di altre Giuste e Giusti, e soprattutto vedrà il lavoro di cura degli alberi piantati, da far crescere e tenere in vita . E con la cura degli alberi si conferma la cura della memoria della più bella umanità.”.
Anna Paola Franzì