DALLA SALETTA MILANI AL “CINEMA PARADISO”

30… ma non li dimostra. L’avvocato Ninni Panzera, calabrese di nascita ma siciliano d’adozione, ha da sempre amato l’arte in tutte le sue forme. Ripercorrendo la sua carriera, costellata da innumerevoli successi, è inevitabile non citare l’esperienza alla saletta Milani di Messina, da lui stessa definita come “la più bella ed appassionante, sia dal punto di vista umano che professionale”. La saletta Milani era situata al posto dell’attuale bar “Dolce Vita”, in piazza duomo a Messina.

Era dotata di 50 posti a sedere e, giornalmente, venivano effettuate tre proiezioni. Protagonisti erano i film di qualità che non trovavano spazio nelle principali sale della città dello Stretto. La saletta Milani ha conosciuto il suo momento di massimo splendore dal 1991 al 2004, anno in cui venne chiusa. Dal 1995 al 2000, sempre all’interno della saletta messinese, veniva organizzata una rassegna cinematografica dal titolo “Messina Film Fest”. Proprio al Milani, un giovane Giuseppe Tornatore proiettò il suo “Nuovo Cinema Paradiso”. Era il 26 gennaio del 1989. Il film, uscito pochi mesi prima, esattamente nel novembre del 1988, stava riscontrando, in tutta Italia, uno scarso successo di pubblico.

L’unica città in cui il film ebbe il giusto riconoscimento fu proprio Messina, e questo grazie alla testardaggine di un messinese, Gianni Parlagreco, il quale aveva tenuto il film in cartellone nonostante lo scarso successo fino a quel momento ottenuto. Lo tenne in proiezione per un paio di settimane e il film, progressivamente, andò bene. La pellicola incassò, nel periodo di uscita, ben 122 milioni di Lire, di cui 75 solo in riva allo Stretto. Ninni Panzera, dunque, chiamò Tornatore il quale, felicissimo, rispose che quella venuta a Messina era “una carezza in tempo di schiaffi”. Per il regista originario di Bagheria, infatti, era un momento difficile. “Nuovo Cinema Paradiso”, pur avendo incassato una notevole somma al botteghino, era stato smontato dalla critica. L’incontro fra Panzera e Tornatore, in quel gennaio di fine anni 80, fu bellissimo, carico di entusiasmo ed emotivamente molto forte. Diventò profetico, in modo particolare per due frasi pronunciate dal regista futuro premio Oscar. Tornatore, infatti, disse al pubblico presente quel giorno all’interno della saletta Milani che ogni sera, prima di addormentarsi, sognava che Messina fosse tutto il mondo e, quindi, che il successo avuto nella città dello Stretto, fosse ripetuto dappertutto.

Ed il giusto riconoscimento non tardò ad arrivare. Solo quattro mesi dopo, nel maggio del 1989, “Nuovo Cinema Paradiso” vinse il Gran Premio della giuria al festival di Cannes, mentre nel marzo del 1990 ottenne il premio più ambito, l’Oscar. “Io sono stato un testimone di questo clamoroso successo – dichiara Ninni Panzera – ed il fatto di averlo ospitato quando era ancora un regista che aveva perso ogni capacità e speranza, in quanto il film era andato male, aprì un rapporto fra di noi, partendo da questo momento negativo.

Lui, in questa occasione, disse anche un’altra frase: io non voglio che il mio film finisca qui, non dico che voglio vincere l’Oscar, però mi piacerebbe che avesse una nuova vita. Una delle critiche che venivano maggiormente mosse a Giuseppe Tornatore era la durata del film. Molti, infatti, ritenevano che durasse troppo e, proprio per questo, decise di accorciarlo di trenta minuti”. Tornatore, dopo i premi vinti, fece ritorno alla saletta Milani, sempre su invito dell’avvocato Ninni Panzera. Era il 1992. Il rapporto d’amicizia fra i due continua ancora oggi. Il regista palermitano, infatti non ha dimenticato Messina e la sua provincia. Varie volte ha fatto ritorno in riva allo Stretto, sollecitato sempre da Panzera. Nel 1999, nel 2010 per ritirare il premio “Bonino”, e nel gennaio 2014 per festeggiare i 25 anni di quell’incontro alla saletta Milani. Quest’anno, sempre a gennaio, per ricevere il dottorato di ricerca all’Università di Messina. Giuseppe Tornatore, infine, è anche salito sul palco del teatro antico di Taormina, lo scorso 10 settembre, per ricevere il premio alla carriera, nell’ambito della sesta edizione di Taobuk, il festival internazionale del libro, promosso da Antonella Ferrara.

Panzera, inoltre, ha scritto due libri sulla carriera e sull’attività cinematografica del regista di Bagheria, rispettivamente dal titolo “Uno sguardo dal set” e “L’isola di Tornatore”. Il segretario di TaoArte è anche autore di altre pubblicazioni. Fra queste è doveroso ricordare “Il cinema sopra Taormina”, del 2012, dedicata a tutti i film che, nel corso degli anni, sono stati girati nella città del centauro. In quest’opera traspare la grande amicizia con Giuseppe Tornatore che ne ha curato la prefazione. “Mi piace ricordare – conclude Panzera – che ho curato con lui e per lui alcune retrospettive in giro per il mondo” .

Le più importanti sono state nel 2007 al Taormina Film Fest, nel 2009 al festival del cinema di Valencia, in Spagna, nel 2010 all’ambasciata italiana di Tirana, in Albania, nel 2011 al Festival internazionale del cinema di Bari. Nel 2014, all’istituto italiano di cultura di Los Angeles, negli Stati Uniti d’America, in occasione della mostra dal titolo “I 25 anni nel Paradiso del cinema”, evento promosso anche dall’associazione messinese “La zattera dell’arte” che ha assunto l’eredità culturale del Milani, sono stati esposte foto inedite del backstage, abiti di scena, documenti originali e numerosi altri oggetti per celebrare i successi della pellicola tornatoriana.

Una grande amicizia, quella fra Ninni Panzera e Giuseppe Tornatore. Due uomini innamorati dell’arte e della cultura, ma soprattutto di cinema, di quel cinema vero e autentico le cui storie, immortali, non smetteranno mai di appassionare il pubblico