Dall’università una opportunità “alla pari”

Siamo unici come individui e siamo diversi come genere sessuale. Le differenze esistono e non si devono nascondere, ma al contrario arricchire affinché la società progredisca con l’ausilio di entrambi i sessi. Affermare le Pari Opportunità non è un tentativo occulto di convertire la società al femminismo, ma un difendere tutte le diversità garantendone i diritti.
È questo l’intento, che a costo di sembrare retorici, definiamo “nobile” del corso: “Donne, Politica e società”, coordinato dalla professoressa Maria Antonella Cocchiara e promosso dall’Università di Messina con l’appoggio del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

C’è tempo per iscriversi al corso fino al 31 luglio, requisito minimo per accedervi è il diploma di scuola media superiore, essendo aperto a tutti:uomini e donne, semplici cittadini e studenti – i quali potranno avere riconosciuti fino a nove crediti formativi, a seconda del corso di laurea. La novità dell’edizione di quest’anno – la terza, la prima risale al 2004 – è che molte lezioni saranno incentrate sui C.U.G. La sigla sta per “Comitato Unico di Base” ed è l’ultima novità in seno alle Pari Opportunità, sostituirà ed unificherà, infatti, i comitati preesistenti nel settore. Nelle 112 ore formative previste nel corso, più 20 di laboratorio di comunicazione, sono incluse attività formative facoltative, come visite-studio, scambi di esperienze con corsi analoghi e stages presso istituzioni, imprese ed associazioni.
Previsto in conclusione il rilascio di un attestato di frequenza per ogni iscritto/a che abbia partecipato alle iniziative per un buon 80%. Se “le streghe son tornate” – come recita un famoso slogan femminista – non è per affermare una sorta di sessismo al contrario, ma per stendere la mano agli uomini nella volontà di costruire insieme una società diversa. Diversa principalmente nel senso di più giusta, e non solo dal punto di vista dei rapporti di genere. Bisogna sempre ricordare che “pari opportunità” significa uguaglianza di trattamento e non discriminazione per tutti, non solo per le donne, ma anche per gli omosessuali, stranieri e praticanti di religioni differenti.
Uguaglianza ed equità nelle possibilità e nel trattamento, dunque, cose in cui il nostro paese è molto indietro, soprattutto se paragonato agli altri paesi Europei. Come si legge nel bando, il corso della professoressa Cocchiara vuole essere un “percorso formativo per la diffusione della cultura di genere nelle istituzioni culturali, sociali e politiche finalizzate a qualificare ed aumentare la presenza e la partecipazione delle donne nella vita attiva”. Cosa in cui, in una cultura ancora fortemente sessista e fallocentrica, c’è quanto mai bisogno.