E’ Claudia Pratticò una delle vincitrici del premio Rocco Chinnici, giunto ormai alla tredicesima edizione, che ha lo scopo di ricordare la figura del magistrato ucciso barbaramente dalla mafia e premiare chi si è distinto nella lotta alla legalità. La giovane dottoressa calabrese ha vinto la sezione dedicata alla tesi di laurea ma questo traguardo di particolare pregio è un po’ anche il risultato di una vita vissuta tra lezioni universitarie e impegni di legalità. Quest’ultime infatti le hanno fatto maturare una forte coscienza antimafia sulle orme di tutti coloro che hanno ingaggiato una lotta contro il malaffare e il sistema mafioso.
In questi giorni hai ricevuto il premio Rocco Chinnici. Su cosa si è incentrato il tuo lavoro?
La premiazione dei vincitori del settore B della XIII edizione del Premio Rocco Chinnici, ossia quello rivolto a scuole ed Università, si è svolta sabato 10 Maggio, a Piazza Armerina. Secondo la motivazione della commissione giudicatrice, è stata apprezzata la scelta di stesura della mia tesi di laurea, dal titolo “Sequestro e confisca quali strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. Due esperienze a confronto”, attraverso uno studio empirico-sperimentale. Difatti, se nella prima parte dell’elaborato ho posto le basi dell’analisi da un punto di vista teorico, nella seconda ho puntato l’attenzione su casi reali: da un lato la Riela Group, esempio di insuccesso dell’ amministrazione e dall’altro il successo rappresentato dalla cooperativa Calcestruzzi Ericina. La tematica, tuttavia, approfondita durante l’anno accademico 2011/2012, necessita in questi giorni di continui aggiornamenti ed attenzioni.
Da cosa nasce e come si manifesta il tuo impegno antimafia?
Il mio impegno antimafia nasce durante gli ultimi anni del Liceo, in seguito alla partecipazione ad uno degli eventi organizzati dal Coordinamento nazionale antimafia “Riferimenti – Gerbera Gialla”, fondato da Antonino Caponnetto e Adriana Musella. Quelli son gli anni decisivi per la formazione della propria personalità, e proprio in questi eventi ho trovato la mia posizione. Sentivo che dovevo fare qualcosa di concreto per la mia generazione, per la mia terra. Proprio durante la premiazione di sabato, si ricordò un episodio che vedeva protagonista Rocco Chinnici. Qualche giorno prima che venisse uccise, gli chiesero: “Perchè lo fai?”, lui dalla finestra vide passare in quel momento un ragazzo e disse: “Lo faccio per lui”. Ecco, credo che ognuno di noi debba qualcosa a lui e a tutte le vittime di mafia.
Cosa ha significato per la tua formazione avere come professore il magistrato Nicola Gratteri?
L’Università Mediterranea dà un’importante opportunità agli studenti di Giurisprudenza e Scienze economiche, che è quella di scegliere di sostenere la materia Economia della criminalità col Dottor Gratteri. E gli studenti questa opportunità l’hanno colta in pieno, considerando l’ aula strapiena durante le sue lezioni e l’attenzione dimostrata verso la tematica attraverso i loro numerosi interventi. Anch’io ovviamente ho provato orgoglio non solo nel sostenere la sua materia, ma anche nell’aver discusso una tesi che porta la sua firma, oltre che quella del Prof. Domenico Nicolò. Per me non sono stati dei semplici docenti, ma degli esempi da seguire.
Intendi continuare questo impegno attraverso l’uso dei media?
Spero che gli stimoli ricevuti fino ad ora per la mia attività continuino ad accompagnarmi, ovvero gli sguardi e i sorrisi di speranza dei bambini che partecipano alle nostre iniziative e la forza trasmessa da magistrati, forze dell’ordine, giornalisti ed imprenditori coraggiosi durante i nostri incontri. Il mio obiettivo è quello di coinvolgere realtà sempre più numerose del nostro territorio e non solo, perché è solo l’unità che può renderci infallibili. E per ottenere ciò, i media sono diventati uno strumento indispensabile.