Il mio impegno parlamentare contro le discriminazioni si è spesso concentrato sui temi sollevati nel rapporto diffuso oggi dallaCommissione ECRI. Fin dall’inizio del mandato ho denunciato il perdurare, nel nostro Paese, di razzismo e xenofobia, e la quasi totale indifferenza politico-istituzionale rispetto al fenomeno dell’omofobia, che continua a mietere vittime innocenti. A maggior ragione, dopo la diffusione di questo rapporto, intendo continuare a evidenziare legravissime carenze legislative dell’Italia sia in materia di immigrazione che in relazione alla tutela dei diritti delle persone LGBT. Di seguito il comunicato stampa di Paolo Patanè, Presidente Arcigay.
Questa mattina la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), un organo di monitoraggio indipendente istituito dal Consiglio d’Europa, ha diffuso un allarmante rapporto sull’Italia.
Il rapporto concentra la sua attenzione sul persistere di razzismo e xenofobia, ma non dimentica le discriminazioni per orientamento sessuale, e rileva una crescita del “ricorso a discorsi di stampo razzista in politica” e della diffusione di pregiudizi. E’ un paese che boccheggia tra “pene meno severe per i reati di incitamento all’odio” e “scarsità di denunce”.
Ecri ricorda l’attenzione delle istituzioni europee alla lotta a ogni discriminazione, anche per orientamento sessuale, e alla promozione dei diritti di tutti. Gli stessi diritti che difende il nostro dettato Costituzionale “che implica la rimozione di fatto delle limitazioni all’uguaglianza ed il perseguimento dell’obiettivo ultimo della “piena” autodeterminazione dell’individuo”.
Arcigay, richiamandosi proprio alla Costituzione, rivendica l’approvazione di leggi contro discriminazioni e omofobia e per la promozione dei diritti-doveri delle famiglie composte da persone dello stesso sesso, unisce idealmente la sua voce a quella che emerge dalle raccomandazioni dell’ente.
Tra queste, quelle urgenti come “valutare l’efficacia delle attuali disposizioni penali in materia di incitamento all’odio e di rafforzarle” anche a riguardo della tutela della comunità omosessuale e trans e la richiesta al Governo di “accrescere il ruolo dell’UNAR, in particolare estendendone formalmente i poteri, in modo che la legislazione pertinente copra chiaramente non solo la discriminazione basata sull’origine etnica e la razza, ma anche quella fondata sul colore, la lingua, la religione, la nazionalità e l’origine nazionale” e orientamento sessuale.