Il territorio dei Nebrodi non è avvilito solo dall’emergenza frane ma deve fare anche i conti con l’emergenza acqua.
L’Eas è inadempiente. E’ ciò che si desume dalla convenzione stipulata tra l’Ente Acquedotti Siciliani e il Comune di Cesarò, nel 1961.
Proprio per questo, a seguito dei ripetuti disagi che l’ente acquedotto ha arrecato alla popolazione cesarese, costretta a vivere senza acqua a scadenze quasi ordinarie, il Consiglio comunale, presieduto da Sebastiano Barbagallo, ha disposto di dare mandato al sindaco del paese nebroideo, Antonio Caputo, per nominare un legale e verificare i danni arrecati dall’Eas alla comunità.
“Dobbiamo inoltre tentare altre vie – ha detto il presidente del Consiglio, Sebastiano Barbagallo – per poter garantire ai cesaresi la costante fornitura dell’acqua”.
Il Consiglio, che si è riunito ieri presso la sala comunale, ha infatti deciso di verificare la possibilità, data la chiara inadempienza dell’Eas, di gestire direttamente l’acquedotto e di impegnare sul bilancio di previsione e sul pluriennale, somme per la ricerca di nuove risorse idriche e per la risoluzione del problema.
“L’Eas – ha dichiarato il sindaco Antonio Caputo – contrariamente a quanto previsto da quella convenzione, non ha provveduto inoltre a trovare nuove sorgenti e non ha mai rinnovato le condotte. In più, – conclude il primo cittadino – come a mettere la ciliegina sulla torta, non ha mai fornito gratuitamente acqua agli edifici comunali, come invece avrebbe dovuto fare”.
Tra i punti all’ordine del giorno, anche quello di ricercare finanziamenti per i progetti già depositati presso gli Assessorati competenti e di richiedere con urgenza somme per ripristinare nell’immediato i danni che fino ad oggi hanno fatto scaturire le emergenze.
La denuncia dell’emergenza idrica a Cesarò è scattata lo scorso 15 febbraio quando già l’intero paese dei Nebrodi si trovava senza acqua da quasi quattro giorni. Non è la prima volta che l’Eas non fornisce acqua. Solo che, dieci giorni fa, si è respirata aria di tensione tra i residenti dovuta ai naturali nervosismi che una tale mancanza può comportare.
Da quest’estate, in particolare da agosto, Cesarò vive un disagio continuo e la causa è da attribuire alla cattiva gestione dell’Eas dell’acquedotto civico. Una situazione che i cesaresi non riescono più a sostenere. Proprio ad agosto, il comune, come ogni anno, ha accolto turisti ed emigranti però, stavolta, senza poter erogare il prezioso servizio idrico.
“La situazione è diventata insostenibile – ha dichiarato il sindaco Antonio Caputo.
La mancanza dell’acqua a Cesarò è da attribuire a un guasto dei motori di sollevamento dei pozzi di Maniace. Da allora, l’Eas, dietro continui solleciti da parte del primo cittadino, per alleviare i disagi, ha provveduto al trasporto dell’acqua con le autobotti ma questa soluzione ha inoltre comportato un grave onere finanziario per le casse comunali.
“I cittadini vogliono l’acqua, mi sembra sia un diritto di tutti – continua Caputo.
Il sindaco di Cesarò, stanco della cattiva gestione dell’Eas relativa al servizio di erogazione idrica, per evitare possibili disordini di natura pubblica, aveva già informato, con un telegramma, il Prefetto di Messina ed il Presidente della Regione siciliana chiedendo inoltre un supporto per risolvere l’increscioso problema.