Obiettivo: arrivare alla conferenza di Lipsia con il minor impatto ambientale possibile, in autostop, incontrando tutte le realtà decrescenti lungo la strada disposte ad ospitarci per una notte, un pranzo, un caffè o anche solo per una chiacchierata, restituendo in tempo reale il viaggio tramite un blog dove saranno presenti documenti audio video, fotografie e post in italiano e inglese
Intraprendere l’altra strada per Lipsia è stata una scelta coraggiosa e un po’ folle. Adesso, che siamo alla seconda tappa del nostro percorso e ancora abbiamo una lunga lista di posti da visitare, siamo sempre più convinti che sarà un’esperienza unica e che ci troveremo a vivere e a condividere storie e esperienza che normalmente non hanno voce, ma nascondono una forza straordinaria. Vivere due giorni ad Alcatraz ci ha mostrato la solidità e la concretezza del progetto di Jacopo Fo, che ci ha accolti a braccia aperte e mostrato questo angolo di Umbria colorato e divertente nascosto tra le montagne umbre. La visita alla green town, i cui lavori sono iniziati 18 anni fa, è stata molto interessante: è una visione, un modello unico nel suo genere. I primi appartamenti che verranno consegnati a settembre sono costruiti seguendo i più contemporanei dettami della bioedilizia, avranno ognuno 2000 metri quadri di terreno, tra bosco e orto, in più nel tempo potranno avvalersi di uno spazio di servizi comuni, una piazza ad anfiteatro dove verranno costruite botteghe, servizi, laboratori e lavanderie comuni. I vincoli paesaggistici vengono rispettati al massimo e ci sono appartamenti di diverse grandezze, da quaranta a ottanta metri quadrati. Il messaggio di Alcatraz è forte e condiviso, si respira un’aria serena e creativa, si può scegliere la solitudine delle passeggiate dei boschi o la giornata in piscina con gli amici, il corso di Yoga demenziale o di pittura.
La nostra scelta è di spostarci in autostop, quindi ci preoccupa il fatto di doverci recare in posti isolati, ma per adesso siamo sempre stati molto fortunati, quindi, alla nostra seconda tappa, Upacchi, arriviamo direttamente con una coppia di Bologna che ci accompagna dopo aver concluso la sua settimana di vacanza ad Alcatraz. Qui, a nove chilometri da Anghiari, si respira tutta un’altra aria: ci sono quindici famiglie che vivono nelle case di pietra ristrutturate negli anni, ognuna ha il proprio orto e la gestione degli spazi comuni è decisa in un’assemblea mensile. Upacchi è uno dei primi ecovillaggi italiani: prende vita nel 1990 grazie a sette persone che non essendosi mai incontrare prima, si mettono d’accordo per realizzare il loro sogno comune e fondano una cooperativa. In dieci anni il cantiere si chiude e i ruderi tornano a essere vivi e vitali. Nel 1996 Upacchi è tra i fondatori della RIVE, la rete degli ecovillaggi italiani ed Eva, una delle fondatrici che ancora vive qui tutto l’anno, ci racconta una storia appassionante, che va avanti ancora oggi. Grazie ai cinquanta ettari di bosco, il piccolo paese è autosufficiente per quanto riguarda la legna, ha quattro impianti di fitodepurazione e un acquedotto dedicato, con l’acqua che scende direttamente dalla sorgente del monte Striscia.
Dopo due ecovillaggi è tempo di muoverci alla volta della città: oggi arriveremo a Parma, per incontrare alcuni membri del locale circolo della decrescita felice e visitare l’Agrovillaggio insieme al fondatore, Giovanni Leone. Siamo curiosi e pronti a metterci in strada, finalmente con un po’ si sole.
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