Ester è una freelance di solo 23 anni, premiatissima. Precaria. Pagata da 5 a 10 euro lordi al pezzo. Vive in Lombardia, ma ha origini siciliane. Nel 2013, inseguito ad una sua inchiesta iniziata più di un anno prima, si sciolse il comune di Sedriano, per infiltrazione mafiosa. Dando un contributo fondamentale all’indagine. Afferma: “Nessun riscatto dalle mie origini, il mio impegno è solo quello di informare. Credo però, che le mia provenienza dalla Sicilia mi abbiano facilitato a cogliere dei dettagli che forse altri non avrebbero colto.”
Tanti i premi ricevuti dal 2012, tra cui una targa d’onore “Cronisti dell’anno” dal gruppo cronisti lombardi, nel 2013 il premio “Agenda rossa di Borsellino” a Chieti e il “premio giornalistico Pippo Fava Giovanni”, dedicato ai giornalisti che si impegnano nella lotta alla mafia.
Tanti premi, consegnate anche da testate importanti, riconoscimenti e belle parole. Ma dopo i premi non è seguita nessuna proposta lavorativa. Oggi, per Ester, paradossalmente è difficile, anche comprare una ricarica telefonica.
Ester inizia a scrivere all’età di 17 anni, collezionando una lunga serie di esperienze, ma è grazie alla nonna che riesce a mantenersi. La sua situazione è uguale ai tanti giovani che si avvicinano a questa professione, impegno, passione, talento e precarietà.
Spesso i soldi che servono per spostarsi con i mezzi pubblici per scrivere un pezzo, superano il guadagno. Gli piacerebbe sperimentarsi non solo sul giornalismo d’inchiesta ma anche per quotidiani, e per un periodo l’ha fatto. Ma ha dovuto decidere di lasciare il quotidiano, per i costi degli spostamenti e del carburante. Dice di rivedersi nei protagonisti del video che sta impazzando nel web, “CoglioneNO”, una campagna pirata nata per a tutela dei giovani creativi italiani. Un antennista, un idraulico e un contadino, vengono ingaggiati per delle riparazioni, ma a fine lavoro, gli viene esplicitato, che il progetto non prevede budget, ma in cambio scriveranno di loro su facebook , twitter, pinterest, instagram.
“Oggi non si fa il giornalista per guadagnare soldi, ma almeno il giusto per colmare le spese. Alla richiesta di un fisso anche di 200 euro. Mi è stato risposto che non era possibile è ho lasciato la testata”.
“In questo momento il giornale per cui scrivo l’alto milanese sta attraversando un periodo di difficoltà , la casa editrice ci ha chiuso le pubblicazioni, a seguito di minacce. Così abbiamo dovuto decidere. Continuiamo ad uscire in edicola o chiudiamo?”. Continua – “Quindi non posso andare proprio a loro a fare i conti in tasca. Il nostro direttore ha vissuto per mesi con un contratto di solidarietà di 500 euro”. Il problema e che nonostante tanti premi e un curriculum abbastanza ampio, la risposta è sempre la stessa, ti possiamo dare uno spazio ma di contratti non se ne parla”
Tra 10 anni sogna di riuscire a monetizzare il suo lavoro, ad essere indipendente e vivere della sua passione. “Oggi per me è difficile, banalmente, per me pagarmi la ricarica telefonica”.
Nonostante Ester possa essere definita versatile nella sua professione, alla domanda c’è qualcosa che non faresti mai? Con sicurezza risponde: “Di certo scrivere sotto dettatura di un politico, e scrivere per un giornale di destra! Sarebbe, però, divertente vedermi lavorare per la Padania, per visioni opposte ed altro” .
“Amo questo lavoro. Stare in tribunale senza essere un giurista, scendere in piazza a fianco degli operai e non essere un operaio, amo questa professione perché soddisfa la mia curiosità e la mia voglia di guardare il mondo da altre sfaccettature”.