Le Messina

Quante Messina conoscete? Se pensate che la città sia unica nella sua forma vi sbagliate di grosso, Messina è una città dalle mille anime, dai mille tesori ed … orrori

Orrori come quelli generati dall’incuria, dal menefreghismo e dal qualunquismo del Messinese medio, disaffezionato rispetto alla propria terra ed ineducato nei confronti del senso civico, un esempio?

Sacchetto dell’immondizia su pubblico marciapiede-Messina-Realtà Lampante-2019

Questo curato sacchetto dell’immondizia, ben composto ed annodato, rappresenta a pieno l’immagine di una mentalità che non vuol guardare a ciò che ha attorno, questo sacchetto era sito, in pieno giorno, in pieno Centro a qualche metro dal Duomo, regalo (o forma d’arte) da parte di qualche Messinese

Ma rallegratevi, Messina sa anche offrire delle forme d’arte inaspettate

Come questo cestino, debitamente e magistralmente disegnato, che nasconde il passare del tempo e l’incuria, fondendosi a pieno con il contesto e rendendosi gradevole agli occhi

Peccato che, a qualche metro di distanza, ci sia l’ennesimo disastro, Messina è infatti anche la città dei mille reperti storici mal gestiti, persi o distrutti, esempio non ignorabile (proprio per le dimensioni!) è Largo San Giacomo, gestito dall’Associazione PuliAmo Messina, è in condizioni di semi abbandono (il semi permane grazie all’opera di recupero attuata dall’Associazione)

Con i pochi fondi a disposizione l’Associazione ha provato a mettere una pezza laddove il Pubblico ha fallito, un bene di importanza storica con almeno 3 basamenti pavimentali è ridotto in condizioni pessime, quasi irriconoscibile, tubi che sporgono dal terreno e verde fuori controllo fanno da cornice ad un bene storico quasi sconosciuto, dimenticato, non valorizzato.

Ma i beni storici in termini di strutture ed edifici non sono gli unici che in città necessiterebbero di adeguate cure, abbiamo anche importanti testimonianze storiche bellamente esposte in città ma che, ahinoi, non sono altrettanto bellamente trattate

Statua di Don Giovanni d’Austria-la ruggine mangia la storia

Un esempio è la statua di Don Giovanni D’Austria, posta a Messina in memoria della storica vittoria nella battaglia di Lepanto raccontata tramite incisioni in altorilievo, il tempo malamente curato sta lentamente mangiando la storia, la nostra storia, la nostra memoria

Ma per ogni cosa cattiva (anzi due) ce n’è almeno una bella, quanti di voi conoscono la Messina dei Portoni? Sisi, i portoni, proprio quelli dei palazzi che circondano l’intera città, immaginereste mai che aprendoli, possa esserci un vero e proprio tesoro?

Questi sono solamente alcuni dei migliaia di spazi di cui la nostra città è ricca, spazi che non sono difficili da trovare (basta suonare a qualche citofono nelle vie del Centro Storico) ma di cui, inspiegabilmente, la città ne ha perso memoria, spazi inspiegabilmente inglobati in edifici privati e non lasciati alla cittadinanza tutta. Una Messina, questa, nascosta ma una Messina che esiste e parla, una Messina che non si può escludere dal panorama e dal contesto utile a capire dove siano le effettive malattie della nostra città

Ma questo nostro piccolo viaggio, come la realtà d’altronde, si chiude con l’amarezza, un amarezza che ha a che fare proprio con i Palazzi, quegli stessi palazzi che alla propria base custodiscono quelle straordinarie bellezze, sulla propria testa invece …

Lo schifo, l’abusivismo in piena regola che fa si che sui tetti di certi palazzi possano esservi indisturbati file e file di costruzioni o simil tali, dal giardinetto alla veranda, dai depositi a veri e propri mini appartamenti, una pessima pratica che non mette a rischio solamente l’immagine del Palazzo ma altresì anche l’incolumità dei residenti, un pugno in un occhio alla bellezza ed alla sicurezza che segna il degrado assoluto di una città senza regole, dove regna unicamente il “Tu lascia fare a me che io lascio fare a te”. Per la cronaca: Chi dovrebbe vigilare? La soprintendenza ai Beni Culturali.

In questo nostro piccolo viaggio abbiamo visto alcune delle diverse anime di Messina, una città che urla aiuto, una città dai mille volti, una città che non si presta a banali semplificazioni ma che, al contrario, ha diversi aspetti da gestire ed ogni aspetto non può essere ignorato se si vuole davvero dare un futuro alla nostra città. Leggevo di un ipotesi: “Messina non è abituata al futuro per via della cultura dei terremoti” e forse è davvero così, non riusciamo a pensare a lungo termine poiché abbiamo oramai la convinzione che “tanto, prima o poi verrà tutto distrutto di nuovo” e dunque ci rendiamo noi stessi i primi “turisti di passaggio” della città nella quale invece abitiamo.

Messina ha mille facce, mille bisogni, mille potenzialità ma una voce unica, sta a noi ascoltarla.