Falsari nel Paese dei Balocchi.

 

 Emerge una deficienza del sistema di distribuzione produttivo italiano non indifferente dal Convegno tenutosi Lunedì 11 Novembre nell’ambito della giornata di mobilitazione nazionale contro l’abusivismo e la contraffazione. I primi interventi in streaming da Roma, al termine la mattinata ha visto impegnati i relatori nella presentazione di nuove politiche di rinnovamento del settore.

Non è la scoperta di un problema quella di cui si discute nel maestoso salone della Camera di Commercio a Messina, sappiamo tutti bene quali e quanti illeciti ogni anno si consumano a discapito delle imprese e a discapito dei fruitori.

Secondo la ricerca Confcommercio – Format sul ‘sentiment’ delle imprese del terziario, l’82,4% (quattro imprese su cinque) si ritiene danneggiato da meccanismi di commercio illegale, fenomeni  che marcano per lo più il Centro e Sud Italia.

Tuttavia nonostante l’estrema  consapevolezza di un problema come quello dell’abusivismo e dell’acuirsi dell’illegalità nel settore commerciale e terziario, in italia la situazione continua a sfuggire di mano.

Gli effetti prodotti in termini di mancate vendite hanno danneggiato e danneggiano più dei tre quarti delle imprese Italiane e non è solo una questione monetaria:

ogni prodotto legale poggia sopra una serie di elementi portanti:  licenze, tasse, regolamentazioni, controlli da parte delle autorità competenti e studi di settore al fine di contrastare ogni eventuale rischio per la salute o la sicurezza del consumatore. Il prodotto illegale sfugge da ogni sorta di controllo, ed è dunque pericoloso, fuori dalla tassazione statale, privo di certificati e autorizzazioni, cela inoltre in tanti casi squallide realtà criminali come lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani.

L’impegno preso dalla confcommercio nazionale è “Costruire strade sicure sulle quali far viaggiare la nostra economia” secondo l’intervento del presidente Carlo Sangalli.

 Tra gli illeciti ritenuti più rischiosi, in primo piano, le imprese del turismo, dei servizi alla persona e nell’ambito dei trasporti segnalano (per quasi il 70%) la vendita di prodotti e prestazioni senza autorizzazioni. La concorrenza sleale compromette le performance imprenditoriali in ambito di competitività e vendibilità del bene.

Notevoli i resoconti del corpo d’armata della Guardia di Finanza che lavora per un commercio sicuro seguenzo linee d’azione sempre piu efficaci,  arginando parte del fenomeno in corsa.

È certo che non basta. Per quasi l’84% delle imprese italiane i controlli e le sansioni volte alla repressione dei fenomeni abusivi non sono sufficienti. Secondo i rapporti la nazione avrebbe potuto  beneficiare, in un anno, di 13,7 miliardi di moneta aggiuntiva.

“Ogni acquisto illegale rappresenta un alterazione del mercato. L’industria dei copioni, mette a rischio chi studia per proteggere e conservare la nostra salute,la nostra sicurezza e a quella dei nostri figli. Fa perdere alla sola economia italiana 130.000 posti di lavoro in un anno. Pubblico e privato hanno il dovere di collaborare e di sostenere l’economia reale” queste le parole del presidente di Confcommercio Messina, Carmelo Picciotto a sostegno di una ripartita economica cittadina basata sull’incontro e il confronto con le piccole realtà commerciali.

Non si parla più dunque di meccanismi inconsapevoli, la sorpresa sta piuttosto negli effetti devastanti dati dal consumo estremamente consapevole di manufatti, prodotti e suppellettili di scarsa qualità, a basso costo, illegali.

A muovere l’economia sono anche e soprattutto le nuove generazioni, a loro più che a chiunque altro è rivolta  la questione dell’illecito, è giusto risparmiare ma con coscienza per evitare che l’abusivismo diventi un modo di pensare e non solo di agire.

Considerevoli a tal proposito le proposte del Prorettore alla didattica dell’Università di Messina  Pietro Perconti: “Sono necessari sistemi di offerte legali plausibili per i giovani e screening delle linee di prodotto per una concorrenza leale.”

Degno di nota l’intervento del Ministro dell’interno Alfano: “Il sistema dell’economia legale può e deve funzionare, possono copiarci i prodotti non l’ingegno”.

 Per rendere l’opera ragionevolmente volta al successo è dunque necessario  pensare e agire legale, per sottrarre risorse e possibilità al commercio abusivo, anche attraverso la denuncia degli illeciti. Tenere inoltre presente che si tratta di tutelare il commercio quanto le idee e le menti del Bel Paese.

Giovanna Romano