I giovani, la voglia di rivalsa, di successo e di soddisfazioni. La continua lotta tra sogni, ambizioni e realtà. Una realtà che spesso costringe a mettersi in gioco, ad arrotolarsi le maniche per compiti che non rispecchiano i propri desideri, ma che permettono di andare avanti. Di questo e di molto altro si è occupato questa settimana Cliccamessina, programma settimanale di radiostreet (103.3 fm) in collaborazione con ilcarrettinodelleidee.com, in onda tutti i martedì dalle 13 alle 14.
Ospite in studio Giovanna Verdelli, giovane reggina alle prese con una quotidianità fatta di tavoli, cocktail, ordinazioni, stuzzichini e passione per la recitazione. Rappresentante per un’ora di quell’universo giovanile che per pagare l’affitto, le tasse universitarie o le bollette, è costretto a svolgere un lavoro che radicalmente si discosta dalle vere prospettive di una vita che deve fare i conti con una realtà, a volte troppo dura.
La passione di Giovanna nasce poco tempo fa, quando si ritrova alle prese con le prime esperienze dietro le quinte di spettacoli teatrali o set cinematografici. “Un amico, Paride Acacia, qualche anno fa mi chiese di aiutarlo durante le prove di uno spettacolo. Serviva qualcuno che si occupasse delle musiche”, così la giovane reggina racconta l’inizio della propria esperienza nel mondo dell’intrattenimento culturale. Da quel primo ‘play’ nella sala danza del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, per Giovanna iniziò un percorso ancora oggi in costruzione: il primo approccio con il mixer, “quello sconosciuto” come lei stessa lo chiama, ricordando l’incontro con uno strumento ormai divenuto un compagno di avventure. E da lì le collaborazioni con compagnie teatrali, l’esperienza sui set cinematografici come segretaria di edizione e di produzione, fino al debutto nel 2014 come attrice del film “Ragazze a mano armata”, di Fabio Segatori. “Alcuni amici erano stati contattati dalla Baby film di Roma per un lungometraggio. Il regista cercava un appartamento a Messina per girare le riprese di questo film, così riuscimmo a conoscerlo. Appena mi vide, mi chiese di fare un provino. Io non avevo mai fatto un lungometraggio e rifiutai. Fino a quando un giorno, portando un caffè nella sede in cui facevano i provini, mi chiusero la porta alle spalle e mi fecero il provino. Dopo il fatidico ‘le faremo sapere’, di ritorno da un viaggio di piacere a Roma, trovai il copione sul letto di casa mia… che nel frattempo era diventata il set del film. Non credevo fosse possibile, non sapevo cosa fare. Ero felicissima. Dopo pochissimo sono iniziate le riprese, durate 20 giorni. Un tour de force di 10-12 ore al giorno” racconta Giovanna. “L’esperienza dietro le telecamere mi aiutò molto, e non nego che girerei volentieri un altro lungometraggio”.
Ma l’esperienza di Giovanna non si ferma qui. Giorno 1 marzo debutterà alla chiesa di Santa Maria Alemanna di Messina con lo spettacolo teatrale “Volevo essere brava”, liberamente tratto dal testo “The perfect body – Il corpo giusto” di Eve Hensler, con la regia di Paride Acacia, ospite telefonico della puntata. 7 attrici che impersoneranno 8 donne alle prese con un corpo ‘da aggiustare’. 7 personalità in lotta contro una fisicità nemica, contro cui combattere con ogni mezzo. Giovanna sarà Nina, la segretaria della palestra-spa-lager entro cui il regista ha voluto rinchiudere le protagoniste. “In realtà il mio personaggio è un po’ fuori dal contesto. Una donna dal corpo perfetto, aggiustato un po’ di tempo prima. Non sono in palestra per ‘aggiustarmi’, ma in qualità di segretaria. Racconto un passato in cui pensavo che modificando il mio corpo sarebbe cambiato qualcosa quando, in realtà, è cambiato ben poco. Non mi rispecchio in prima persona nelle donne messe in scena. Non vivo il problema di voler possedere un corpo ‘giusto’, ma condivido l’idea che vede la società imporci l’idea che per essere accettate, rispettate e amate dobbiamo avere un corpo perfetto. Ci sono comunque alcuni tratti del mio personaggio in cui mi rivedo e credo che in questo il regista abbia scelto bene”.
La vita di Giovanna si muove però anche dietro altre ‘quinte’. Non solo quelle teatrali o cinematografiche, dalle quali assapora continuamente il magico e misterioso mondo in cui lo spettacolo si costruisce. Vive anche dietro le quinte della vita notturna, quella fatta di cocktails e divertimento. Un divertimento che spesso è solo altrui. Un passato da bartender e un presente da cameriera è quello che le permette in concreto di pagare l’affitto, le bollette, le spese di una quotidianità per la quale la passione per la recitazione non basta. “Faccio la cameriera perché si deve, o meglio, al momento io devo. Le bollette, l’affitto sono spese che si devono affrontare. Ma per il momento va bene così, purché ci siano altri sbocchi e altri lavori da fare. Lavoro la notte, la mattina mi alzo, magari non proprio prestissimo! E si va a provare come in questo momento a teatro. E’ un lavoro che faccio da anni, e non lo abbandono. Accetto tutto, le occhiaie, la schiena dolorante e la stanchezza. Sono cose che non mi fanno paura. Ciò che è pesante affrontare non è tanto la stanchezza, quanto la frustrazione per non poter fare di più. Fatemi lavorare tutto il giorno e non mi importerà di dormire 3 ore. Il problema è quando lavori due giorni a settimana e poi hai le bollette da pagare perché, parliamoci chiaro, il fattore economico non è da sottovalutare”. E come lei tanti altri giovani, aspiranti giornalisti, fotografi, dottorandi di ricerca, studenti, ricercatori, giovani laureati o laureandi. Ogni giorno alle prese con lavori che, seppur gratificanti e piacevoli, non rispecchiano ciò che realmente si vorrebbe essere.
Il lavoro nobilita l’uomo. Un detto che, a volte, sembra non bastare a cancellare quel senso di insoddisfazione che alberga dentro quanti, quel lavoro, proprio non vorrebbero farlo, o almeno non per tutta la vita.
Buon ascolto! http://ilcarrettinodelleidee.com/sito/eventi-brevi/podcast.html
Gaia Stella Trischitta