Grasso in stand-by

Regione Siciliana: ancora in forse il ruolo di Grasso. La nuova creatura istituita per volere dello stesso Rosario Crocetta stenta a prendere forma. Sindacati e opinione pubblica si stanno domandando il perché.

Dopo essere stato indicato dal Governatore Rosario Crocetta, Tano Grasso, leader delle associazioni antiracke,t sembra non spuntare la lungagine profilatasi fino ad oggi alla Regione. Ancora senza un dirigente generale il mega-dipartimento che avrebbe dovuto occuparsi degli appalti in Sicilia. Uno stallo che non da credibilità ad uno strumento voluto ed istituito dallo stesso Presidente della Regione, con il risultato che dal dal primo marzo sono ferme tutte le gare di edilizia residenziale pubblica e quelle per la creazione di infrastrutture pubbliche di strade, ponti e ferrovie.

Sulla nomina di Grasso campeggia il disegno di trasferire gli uffici del Dipartimento Regionale Tecnico (si chiama così la nuova creatura voluta dal Governatore) presso altro immobile. Una sospensione che nei fatti ha limitato, se non azzerato le attività e le funzioni attribuite alle strutture intermedie dello stesso dipartimento che avrebbero già dovuto essere pienamente operative per assicurare un rilancio delle attività precedentemente svolte dal Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti.

Inoltre, i contratti biennali dei dirigenti, una cinquantina in tutto, sono scaduti il 28 febbraio, dopo una proroga di 60 giorni concessa dal governo regionale. Ma nel frattempo non è avvenuto nulla. E così negli uffici dove lavorano oltre 1200 dipendenti tutte le pratiche sono al palo: nessuno, in assenza del dirigente generale, ha la competenza per firmarle.

“Ad aggravare la situazione di stallo la mancata attribuzione ai dirigenti delle strutture preesistenti di una qualsiasi proroga delle attività”, denuncia il Cobas-Codir e Sadirs chiedono al neo-dirigente generale nominato di insediarsi “senza ulteriori indugi e consentire, così, l’avvio delle attività colpevolmente paralizzate”. In più, l’immobilismo prodotto non ha garantito continuità – cosa invece doveva essere garantita per effetto di quanto disposto dal Regolamento di Attuazione del 18 gennaio 2013 n. 6 – alle attività svolte fino a quella data nell’ambito del precedente Dipartimento.

E se Grasso non ha nascosto di attendere ancora una chiamata ufficiale dal Gabinetto della Presidenza, restano i nodi di metodo che non sono meno controversi di quelli meramente sindacali. Il messaggio che si da all’opinione pubblica non è certamente limpido. Risulta positivo in se l’aver individiato una personalità trasparente, provata in prima persona dal tentativo del malaffare siciliano di mettere le proprie mani sulle attività commerciali e sul comparto delle costruzioni nei territori. La storia di Grasso, infatti, si sarebbe sposata bene con il nuovo strumento regionale quale osservatorio privilegiato per monitorare tutti i lavori, gli appalti, le gare della Regione.

L’importanza di questo nuovo ufficio regionale è stata ben intesa dallo stesso Crocetta, il quale a febbraio aveva detto come “questo ufficio vigilerà anche la politica di legalità che il governo intende attuare, politica potenziata con la massima espressione antiracket italiana, in particolare monitorando gli appalti ed evitando infiltrazioni in ogni settore”. Intanto siamo a maggio inoltrato. E se il Governatore avesse smarrito il numero di telefono dell’imprenditore orlandino? Chiederlo non è banale, attendere una risposta da parte di Crocetta sarebbe utile a fugare ogni altra questione.