Il rosso della lava, il bianco della pomice, il giallo dello zolfo, il nero dell’ossidiana. Isole dalle mille sfumature. Sì, mille sfumature.
Quando parli delle Isole Eolie, basta guardare gli occhi delle persone che non sono del posto per comprendere che ciò che immaginano e ricordano è questa meraviglia. Meraviglia, però, che dura solo 3 mesi. E dopo?
La crisi economica si sente anche dove il sole splende forte, tra i parei colorati, i cappelli di paglia, le barche a vela, i panorami mozzafiato, i castelli di sabbia. I castelli di sabbia.
A ricordarcelo è la famiglia di Bartolo Zaia. Vivono in 6 in una casa di 20 mq, del rione Canneto, con i servizi igienici non funzionanti. A trovare loro quest’abitazione è stata l’associazione ‘L’oasi della misericordia’ di Rodolfo Aiello. Bartolo ha 53 anni, la moglie è casalinga e hanno 4 figlie. La più piccola ha solo sette anni, a seguire nove, sedici e vent’anni. Non rifiuta nulla, ma sono tutti lavori occasionali che non gli permettono una sistemazione migliore.
Bartolo ha sperato che qualcuno alla fine s’interessasse alla sua situazione.
Roberto Coluccio, 50 anni, conosciuto come l’uomo che vive in barca. O meglio, che è tornato a vivere in barca. Aveva già vissuto per ben 19 mesi su quella barca che un amico gli ha messo a disposizione per appoggiarsi la notte. Senza acqua calda, né riscaldamenti.
E quando la barca esce in mare, per la pesca?
“Dormo in spiaggia”.
Era sposato, un matrimonio che gli ha regalato due figli. Ma le difficoltà e le ristrettezze economiche hanno logorato fino a divorarsi l’amore che c’era con sua moglie. Dopo la separazione, ha dovuto abbandonare la casa. Non ha un lavoro fisso che gli permette di affittarsi un appartamento, saltuariamente fa il pescatore o quello che gli capita.
La nostra redazione si era già occupata delle due vicende a gennaio 2014.
Un’isolana dopo aver sentito la sua storia gli ha permesso di occupare una casa al momento sfitta. Ma come concordato con l’arrivo della stagione estiva l’ha dovuta abbandonare. Dal 1° aprile è tornato a vivere in barca.
Ha dei fratelli, ma anche loro a fatica arrivano alla fine del mese e ha deciso di non voler gravare su di loro. Anche i figli, giovanissimi, non hanno ancora un lavoro stabile.
“Noi non chiediamo soldi, vogliamo solo una casa. Ne abbiamo diritto”.
Come promesso, siamo tornati ad ascoltarli ma nulla è cambiato.
Il Sindaco Marco Giorgianni rispondeva così: “Ogni giorno dietro la mia porta c’è un pellegrinaggio, tutti cercano lavoro e case. Conosco bene le storie e per le case popolari ho già fatto avviare un’indagine e posso dire che presto faremo chiarezza per stabilire se vi sono appartamenti vuoti o utilizzati da persone senza averne titolo”.
Ricordiamo, ancora, che Lipari ospita circa 10.500 abitanti e conta 8.200 abitazioni, eppure Roberto e Bartolo non hanno una casa. Nonostante la vasta disponibilità di strutture, per lo più chiuse durante i mesi invernali, c’è chi vive in barca o in 20 mq.
E poi, il suicidio avvenuto il 02 aprile 2013 dell’imprenditore Edoardo Buongiorno, 61 anni. Storico albergatore di una nota struttura alberghiera liparese. Quel piccolo albergo era tutta la sua vita. A fondarlo oltre cinquant’anni fa era stato il padre Leonida Bongiorno, militante comunista e partigiano che ebbe una tormentata storia d’amore con la figlia del duce Edda Ciano. La relazione fu ricostruita grazie ad Edoardo che, nonostante le prime remore, rese pubblica la corrispondenza tra i due. Raccontata prima da Marcello Sorgi nel suo libro “Edda Ciano e il comunista di Lipari”, più tardi nel film “Edda Ciano e il Comunista”, oggi venduto in tutto il mondo.
Solo 24 ore prima della sua morte l’annuncio della chiusura di due strutture alberghiere a Vulcano.
Lipari perdeva così una persona colta, un gentiluomo, un collezionista di opere d’arte.
Il 27 maggio 2014 un’altra inaspettata notizia: È stato ritrovato il corpo senza vita di Alexandru Covalciuc, un rumeno di 39 anni, nell’abitazione che occupava a Canneto. Incredule tutte le persone che lo ricordano come una persona umile e sempre disponibile. A lanciare l’allarme sarebbero stati alcuni amici, che non riuscendo a contattarlo, hanno chiesto l’intervento dei carabinieri e del 118 che ne ha solo potuto costatare il decesso. Sarebbe stato trovato impiccato.
Bartolo, Roberto Edoardo, Alex sono lo specchio di molti altri nomi. Solitudine, abbandono, mancanza di lavoro, problemi economici, la crisi e la scusa della crisi: In tondo in un circolo vizioso.
Davvero una comunità così piccola e concentrata con milioni di visitatori ogni anno non può fronteggiare un’emergenza, benché grande ma ancora circoscritta?
Forse l’orgoglio di uomini chi fa dimenticare che a volte basterebbe chiedere aiuto e se non ci sentono dobbiamo imparare a gridarlo.
Gridarlo a chi della crisi ne sta facendo troppo spesso un alibi. Impariamo a gridarlo il nostro diritto alla vita, al lavoro, alla casa.
Siamo gente di mare e come tali dovremmo saperlo che in ogni momento potrebbe sorprenderci la tempesta, ma solo insieme con la collaborazione di tutto l’equipaggio, nessun mare può travolgerci.