Qual è oggi la propensione giovanile alla vita associativa e alla adesione alle organizzazioni di impegno sociale? Quali le modalità di partecipazione, le motivazioni e le tendenze? Quali sono le caratteristiche distintive o peculiari delle organizzazioni di volontariato a elevata o esclusiva componente giovanile?
Le indagini nazionali più accreditate documentano come la maggioranza dei giovani (6 su 10) svolge una qualche attività di volontariato e tale aliquota media decresce significativamente dall’età adolescenziale al limitare dell’età adulta. Si tratta di una partecipazione sempre più diffusa, diversificata e intensa. Le modalità di partecipazione nelle associazioni e nei gruppi organizzati sono caratterizzati da fluidità (si entra e si esce con una certa facilità) e discontinuità (le appartenenze non sono marcatamente coinvolgenti) anche per l’orientamento esplorativo dei giovani (ricerca a tutto campo di opportunità, risorse ed esperienze) meno motivati di un tempo da grandi scelte ideali, esclusive e di lungo termine. Il giovane che più partecipa è lo studente, e ancor più impegnato è lo studente-lavoratore, mentre la condizione di inoccupato e disoccupato presenta i livelli più bassi di partecipazione.
In sostanza poi i giovani credono più che nel passato, anche recente nel valore della partecipazione come esercizio di cittadinanza e quindi sono più convinti della possibilità del cittadino di influenzare le decisioni di chi governa (Istituto IARD ). La percentuale di chi asserisce questo è passata dal 29% al 44% nel breve volgere di due anni (precedente rilevazione) ad attestare forse la nascita di nuove speranze per il futuro coinvolgimento nella vita sociale delle nuove generazioni tacciate spesso di comportamenti di riflusso o disinteresse, consumismo e chiusura.
Per dare conto altresì del protagonismo dei giovani nel volontariato si sono analizzati i dati relativi alle 10.516 organizzazioni esaminate dalla FIVOL (Fondazione italiana per il volontariato). Complessivamente la forza giovanile militante nelle associazioni di volontariato ammonta al 30% degli effettivi, mentre le unità a prevalente o esclusiva componente giovanile, vale a dire quella compresa tra i 14 e i 29 anni, costituiscono il 21% delle organizzazioni esaminate
Questi dati ci confortano nell’affermare che sono sempre di più i giovani che decidono di avvicinarsi al volontariato, nella convinzione che aiutare gli altri sia una tappa importante per la costruzione della propria personalità. Aiutare gli altri è sperimentazione di sé in ambiti diversi da quelli scolastici, apertura e comunicazione nei confronti del mondo, tirocinio di responsabilità, capacità organizzativa, collaborazione.
E’ evidente, dalle percentuali riportate, che i giovani sono una risorsa indispensabile per il volontariato, anzi da sempre hanno fornito un apporto trainante del volontariato, evidenziandone l’energia, il cambiamento, la concretezza. Essi sono i protagonisti di questo settore e rappresentano l’opportunità per favorire, promuovere ed incentivare lo sviluppo, l’evoluzione e il cambiamento nelle organizzazioni e nel volontariato in generale.
I dati esaminati ci dicono, anche, che la forte partecipazione dei giovani al volontariato è vissuta come una straordinaria opportunità per realizzare concretamente e con entusiasmo esperienze di crescita sui temi della cittadinanza, della partecipazione, della responsabilità dei singoli e delle comunità, della solidarietà, del bene comune. E la scuola rappresenta il luogo ideale per fare crescere nei giovani sentimenti di partecipazione e di solidarietà.
Anche se essa non è più la principale agenzia educativa, dopo la famiglia, ma una delle occasioni educative, rimane il punto di riferimento fondamentale sia per la trasmissione del sapere, sia per la crescita di un modello culturale di riferimento per bambini, ragazzi, giovani che la frequentano. Per questo ha l’obbligo di porsi come obiettivo di accompagnare e fare crescere ancora di più la solidarietà Se è vero che la solidarietà è una scelta di vita nel senso che è una proposta per vivere insieme agli altri nel nostro mondo e per promuovere e sostenere i “più deboli”. La scuola non può non farsi carico del problema e proporre una cultura della solidarietà , per combattere i non –valori in una società alla deriva nella quale materialismo imperante, individualismo ed edonismo sembrano vincenti.