“E mi ricordo chi voleva al potere la fantasia, erano giorni di grandi sogni e sai… erano vere anche le utopie” (Vasco Rossi). La fantasia al potere, sono queste le parole che meglio di altre dipingono la figura di Renato Accorinti.
Una fantasia fatta di magliette, Jeans e scarpe da tennis, che proprio non c’è la fa ad indossare una cravatta, una giacca o un completo. Sulla spalla una borsa a tracolla da cui escono idee e progetti che dall’economia alla raccolta differenziata, dal lavoro ai servizi sociali, dai costi della burocrazia e dei politici alla scuola e alla cultura mostrano la via per un modo nuovo di amministrare.
E siamo stati fortunati che il ponte di Messina sembra non si costruisca più: saremmo stati costretti a subirci chissà per quanto tempo ancora il suo famoso “NO ponte”, sempre rigorosamente scritto in un bianco che non poteva non risaltare sulle identiche e informali magliette che da anni e anni abbiamo visto girare, a piedi o in bicicletta, per tutte le nostre strade e tra la gente di tutte le vie della nostra città. L’ unica concessione che forse meglio di altre -che pure ci sono- può dare un indizio di che tipo di Sindaco potrebbe essere Accorinti è il colore delle magliette che da anni indossa, arancione, verde, azzurro, celeste e rosso. Tutti i colori della speranza e della gioia per il futuro essendo rigorosamente vietato il nero e i
colori morti… la fantasia appunto.
Ma non fatevi ingannare. Dietro i colori e le scarpe da tennis vi è un uomo che conosce Messina, i suoi burocrati e i “poteri forti” come pochi. Una determinazione e una fermezza nel raggiungimento degli obiettivi che si prefigge che non ha eguali. Sembra la goccia d’acqua che sbatte sulla roccia e che prima o poi riesce ad evaporare al caldo del sole lasciandosi dietro la strada spianata e l’obbiettivo raggiunto.
Come quello di tutti gli altri candidati il suo programma è un insieme di buone intenzioni per il futuro, contraddisto da quel sapore di “buon all’antica” per cui sei hai una bocca abbastanza ampia per mangiare oltre la sufficienza non puoi pretendere di mangiare con dieci bocche. Ed è con questa filosofia che
risponde a tutti quelli che di volta in volta gli chiedono e sollecitano risposte e soluzioni ai problemi della città. Se puoi non conosce l’ampiezza della bocca della persona che gli sta di fronte non si perde d’animo ed esce il suo cartoncino pre-elettorale , una via di mezzo tra il biglietto da visita e il post it, che sventola sotto il naso dell’interlocutore chiudendo lo spazio a qualsiasi fraintendimento o malinteso.
Ai suoi detrattori e a tutti quelli che gli rinfacciano la poca esperienza nell’amministrazione della cosa pubblica risponde con i fatti e gli obiettivi raggiunti. Basta andare nel suo sito per trovare elencati tutta una serie di iniziative e risposte che attestano un metodo originale e poco usuale di affrontare e risolvere i problemi. Un esempio di questa metodologia è la Stanza del Silenzio, un idea semplice e geniale allo stesso tempo che Accorinti ha realizzato nella scuola media Enzo Drago dove gli alunni, il corpo docente e il personale della scuola, hanno la possibilità di sperimentare la meditazione e aggiungere la consapevolezza di se attraverso il silenzio. Quello che colpisce non è soltanto l’originalità dell’idea ma la sua realizzazione. Essere riusciti a superare le resistenze degli apparati burocratici ed amministrativi, che nella Scuola come in molte altre Amministrazioni sono tante, al fine di creare uno spazio fisico e cioè una stanza all’interno del presidio scolastico, denota una capacita di progettazione, esecuzione e realizzazione che applicata alla macchina amministrativa di Palazzo Zanca potrebbe poratare solo benefici e risultati.
Ma Accorinti è anche una persona concreta e nella sua squadra vi sono stimati professionisti, (Architetti, Ingegneri, economisti , consulenti del lavoro ecc..) che di settimana in settimana e di appuntamento in appuntamento lo accompagnano di volta in volta in tutti gli incontri che tiene nelle piazze e con la gente, per spiegare il tipo di città che vorrebbe che fosse Messina. Dalla zona Falcata al Tirone, dai trasporti alla raccolta differenziata, dai Servizi Sociali ai precari non vi è argomento che non abbia toccato e affrontato nei suoi incontri e per tutti ha proposto una soluzione.
In altri termini, non è detto che la fantasia sia appannaggio dei sognatori e degli uomini con la testa tra le nuvole ed Accorinti è tra la gente e con la gente per dimostrarlo.
Pietro Giunta