Il famoso libro del 1989 di Leonardo Sciascia è quello che meglio rappresenta l’immagine che il Consiglio Comunale di Messina oggi ha dato ai cittadini. Una farsa politica-amministrativa con la quale si è voluto «dimostrare» come nella realtà, storica e umana, la verità possa apparire confusa, e la menzogna possa «assumere le apparenze della verità».
Andiamo per ordine e precisiamo che oggi era all’esame dell’aula la famosa delibera con la quale si sono aumentate al massimo consentito le aliquote dell’IMU applicate sia alla prima che alla seconda casa. Allo stesso modo di Monti, di fronte al disastro finanziario causato dal centro-destra di Berlusconi, anche il tecnico-commissario Dott. Croce, subito dopo il suo insediamento e di fronte al disastro finanziario creato dai quattro anni terribilis dell’amministrazione Buzzanca, si era presentato in consiglio Comunale richiedendo lacrime e sangue a tutti i cittadini di Messina al fine d’evitare il dissesto finanziario dell’Ente Comunale.
Ed è stato il diluvio. Per i dipendenti Comunale stipendi in ritardo e la non velata minaccia di non ricevere le mensilità dei mesi rimanti sino Dicembre, per i lavoratori dell’ATM 4 mensilità di ritardo, per i precari un punto interrogativo quanto una casa e sono sicuro tra non molto rivedremo la spazzatura per le strade. La città è in ginocchio, gente che sale sui campanili o minaccia gesti estremi, i sindacati che non sanno più dove andare o su quali tavoli sedersi di fronte alle centinaia di rivendicazioni che quotidianamente devono affrontare.
Di fronte a tutto questo gli amministratori e i politici “responsabili” hanno deciso di aumentare al massimo l’aliquota IMU anche per la prima casa passando dallo 0,4 per mille allo 0,6. Oltre 100,00 euro in più a carico di tutti i cittadini di Messina. La strada indicata dal Tecnico-Commissario è stata prontamente seguita dai vertici dell’Ente Locale, dal Segretario Generale al Pdl, dall’Udc ai Revisori dei Conti, dal Dirigente dei Tributi al Ragioniere Generale, e tutti in ossequio al un nuovo “sentire dell’agire responsabile e con la serietà d’intenti che il momento comporta” hanno preceduto ad una vera e propria macelleria sociale che travolge tutto e tutti sull’altare del paventato Dissesto Finanziario dell’Ente. Ancora risuonano le parole del Segretario Generale che dopo una dotta disamina della recente normativa ebbe a precisare: “ Se entriamo in dissesto la prima cosa che viene meno è il salario accessorio dei Dipendenti Comunali”, sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente della Commissione Bilancio del Consiglio Comunale l’Avv. Melazzo: “ Io che ho sempre contestato e non approvato gli atti contabili della Giunta Buzzanca oggi, di fronte al dissesto, non posso che votare per l’aumento massimo dell’aliquota”.
Bisogna riconoscere che solo il Pd, prima con un emendamento rigettato per 13 voti a 13 e poi con l’astensione o il voto contrario, a provato a spiegare che non si possono fare ricadere su i cittadini le responsabilità di pochi e che il mancato introito di circa due milioni di euro non avrebbero evitato il dissesto di fronte a un buco che oscilla molto al di sopra delle diverse decine di milioni di euro.
In questa che è una farsa politica-amministrativa, con la quale si è voluto «dimostrare come l’apparenza possa diventare realtà”, si è dimenticato che si gioca pericolosamente con la pelle della povera gente, delle famiglie monoreddito, dei lavoratori precari e delle fasce deboli. E per dimostrare che sia è trattato di una farsa basta semplicemente porre l’accento sugli effetti che si sarebbero voluti evitare con l’aumento dell’aliquota massima dell’IMU.
Infatti, non sarà sfuggito ai molti che in caso di dissesto finanziario l’aumento massimo delle aliquote e delle tasse è previsto per legge. Questo vuol dire che per evitare il dissesto e quindi l’aumento automatico dell’aliquota massima dell’IMU, il Consiglio “d’Egitto” ha preferito, toccando alte vette di onanismo mentale, pensarci da solo e raggiungere proprio uno di quegli effetti che si era proposto di evitare, cioè l’aumento dell’aliquota massima dell’IMU.
Quindi oggi i cittadini di Messina si trovano a dover corrispondere circa ulteriori 100,00 Euro di tasse locali perché il Consiglio Comunale ha riscoperto un nuova sua intrinseca anima egiziana.
Viene voglia di gridare nel deserto dove è sicuro che non ti sente nessuno ma almeno ti sei sfogato.
Pietro Giunta