Il CORTEO CONTRO LA MAFIA DEI COLLETTI BIANCHI

Da Piazza Antonello prende il via il corteo che l’associazionismo messinese, da quella di Peppino Impastato a Libera, dal progetto culturale Aula Aut ai rappresentanti delle scuole, dall’ACIB alle Istituzioni e con ancora sindacati ed attivisti, ha deciso di dedicare a due eroi dei nostri tempi, Aldo Moro e Peppino Impastato.

In occasione della ricorrenza della loro morte, avvenuta 35 anni fa, le forze giovani e più vive di questa città hanno deciso spendersi in prima persona per accendere le luci su un mondo, quello mafioso dei colletti bianchi, che conosciamo poco e male.

Anzi siamo convinti che sia una realtà lontana e immaginaria che non esiste a Messina e nella sua provincia, ed anche se siamo acculturati e pieni di imput che ci vengono dai giornali, da internet e da altri cento canali, nel profondo della nostra cultura immaginifica abbiamo ancora l’idea del mafioso con la coppola. A limite abbiamo l’dea del mafioso con la pistola che rapina, uccide e spaccia. Un’idea questa che cozza violentemente con i sequestri di beni, terreni, conti correnti, case e società che di volta in volta la Magistratura effettua nei confronti dei mafiosi dai colletti bianchi o meno. Sequestri per milioni e milioni di euro che ci lasciano interdetti e di cui non ci capacitiamo.

Non riusciamo a comprende come sia possibile che in una Città in cui il 89% della popolazione vive con un reddito da fame e quanto va bene con qualche migliaio di euro al mese, il 10% è in uno stato di fame e di povertà dichiarata, vi possa essere il restante 1% che riesce ad accumulare ed accaparrarsi centinaia e centinaia di milioni di euro. Non vi può essere alcun dubbio che essi siano il frutto di una metodo e di una metodologia mafiosa che se pur non assume la veste di fatto di reato, assurge a rilievi non meno gravi o dannosi.

Certo che in questi termini il corteo di domani acquista un aria nuova, un profumo di verità che invita la città ed i suoi cittadini ad interrogarsi. A liberarsi dall’idea che Messina sia una città “babba” solo perché, a differenza di Catania o Palermo, vi sono stati per le strade pochi morti ammazzati per mafia, Invita a interrogarsi e a domandarsi se le vittime del pizzo, gli appalti vinti sempre dalle stesse imprese, i negozi e cantieri che da un giorno all’altro chiudono, non siano l’equivalente dei morti ammazzati per mafia. E se, in definitiva, Messina non sia un cimitero di morti sociali per mafia.

 

Invece un colore diverso acquisterebbe il corteo di domani se esso fosse stato organizzato solo per essere la passerella dei candidati alle prossime elezioni cittadine. L’idea mi è sorta perché confesso di non aver capito l’accostamento tra Aldo Moro e Peppino Impastato, Cioè non ho capito, al di là del dato fattuale della ricorrenza della morte, del perché un corteo antimafia dovesse ricordare tra le vittime un morto ammazzato per terrorismo politico. La storia ha già da tempo dimostrato che al terrorista Italiano si può dire di tutto ma sicuramente non gli si può imputare di essere stato un mafioso o contiguo con la mafia. Anzi nel caso di Aldo Moro, se non ricordo male, proprio la mafia fu incaricata da alti esponenti della Democrazia Cristiana ti tentare di trovare il covo dove era sequestrato Moro. 

Ma sicuramente è la mia malafede che mi fa vedere il marcio anche dove non c’è. Allora mi sono trovato un’alternativa di pensiero ed ho rilevato che come Peppino Impastato ha combattuto contro il potere della Mafia ed è caduto sotto i suoi colpi, anche Aldo Moro è caduto sotto i colpi di un potere…quello di Stato che lo ha abbandonato nelle mani del boia. In quest’ottica il corteo e la testimonianza contro la Mafia dei colletti bianchi potrebbe avere un senso se riflettiamo che molte volte il potere di Stato è stato complice e contiguo alla mafia.

Se invece, volessimo riflettere che questo corteo prenderà il via a pochi giorni dalla morte di Giulio Andreotti – l’avversario politico” giurato di Aldo Moro-, dai suoi funerali di Stato e dal suo tripudio a supremo statista della Nazione, non solo rientreremmo in un discorso politico e di candidati alla prossime elezioni ma soprattutto faremmo un torto a Peppino Impastato che meriterebbe altre parole e un torto allo spirito di un corteo che vuole essere, come io spero che sia, contro la Mafia dei colletti bianchi.

Pietro Giunta