Il Dalai Lama a Taormina: dialogo su pace e immigrazione

“Taormina è gratificata da questa visita. Ed al tempo stesso benedetta.  A prescindere dal credo religioso, o dalle ideologie personali, non si può non condividere il pensiero di chi sostiene che la pace sia la cosa più importante”.

Eligio Giardina, sindaco di Taormina

“Un’occasione per trasmettere un messaggio importante, ovvero che solo insieme, attraverso il dialogo e l’ascolto, è possibile costruire una società giusta.”

Renato Accorinti, sindaco di Messina

Queste le parole che hanno accolto Sua Santità il XIV Dalai Lama, in visita questa mattina a Taormina (Messina).

Nell’incantevole scenario del Teatro Greco, la città di Messina ha voluto fregiare Sua Santità dell’Onorificenza di città metropolitana, in qualità di “testimone di pace e solidarietà nel mondo e come riconoscimento del suo impegno a favore del dialogo, della pace e del suo messaggio di fratellanza universale, teso all’affermazione dei valori di libertà, di nonviolenza e dei diritti umani”.

Tolleranza interculturale, immigrazione e pace. Queste le tematiche scelte per una lectio magistralis dai contenuti tanto forti, quanto semplici e immediati. Un vero e proprio dialogo con una platea coinvolta e attenta, sollecitata da un parlare colloquiale e diretto.

Sul tema dell’immigrazione, sentiti e partecipati i complimenti di Sua Santità il Dalai Lama, a un’Italia e a una Sicilia sempre in prima linea nell’accoglienza e nello sforzo di integrazione dimostrato nei confronti dei migranti. Immediato il paragone con gli esuli tibetani: “Attualmente sono circa 150 mila i tibetani in esilio – dichiara il Dalai Lama – ma hanno tutti in mente l’idea di tornare nella propria terra, e lì ricostruire quanto perso. Lo stesso vale per le migliaia di migranti che oggi sbarcano in Europa: li si deve accogliere, per poi aiutarli a ricostruire le loro terre distrutte. E per aiutare un popolo, si deve partire dai bambini, dalla loro educazione.”

Inevitabile il collegamento con la questione della tolleranza interculturale e interreligiosa. Su tutte le problematiche, vige un unico modus operandi da condividere e seguire: eliminare la troppa enfasi con cui si guarda alle differenze secondarie, per concentrarsi sull’unità del genere umano. “Siamo tutti nati allo stesso modo, voi ed io – afferma il Dalai Lama – e le differenze secondarie di genere, razza, cultura, religione, non hanno alcuna validità. Siamo tutti assolutamente uguali”. Anche il tema della tolleranza interreligiosa quindi, forse il più scottante del nuovo millennio, viene risolto con una semplicità di gesti e parole che sconvolgono e al contempo incantano. Ciò che conta è il rispetto e, soprattutto, la corretta denominazione: “Un musulmano non è un terrorista. Un terrorista è un assassino. Punto”. Affermazioni secche. Semplici, ma che colpiscono a dovere.

Argomenti forti, anche difficili. Tutti intrinsecamente legati da un collante più ampio quale può essere l’idea di Pace. Concetto tanto inflazionato quanto difficile da immaginare nella contemporaneità, ma così facilmente sintetizzabile nel pensiero che Sua Santità, premio Nobel per la Pace nel 1989, ha più volte ribadito: “Non è ammissibile cercare di raggiungere la pace con l’odio e la violenza. La soluzione è dunque una, e una soltanto: l’inclusione. Un’inclusione che dimentica le differenze secondarie”.

In attesa del secondo incontro previsto per domani mattina al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, il Dalai Lama ha concluso la visita con un dialogo aperto al pubblico e alle sue domande. Domande rivolte non al Dalai Lama, ma un uomo in mezzo agli uomini. Senza differenze.

Chiudiamo con un’affermazione del sindaco di Messina, Renato Accorinti:

“Il compito più duro spetta a noi: i saggi aprono la porta. Dobbiamo essere noi ad attraversarla e a percorrere la strada”.

Gaia Stella Trischitta