Il femminicidio attraverso gli occhi di un padre

La bellezza di vent’anni. Un sorriso splendente e occhi neri profondi. Vanessa era una ragazza solare, forte, che aveva scelto di andare a lavorare presto per rendersi indipendente.

Qualcosa però è irrimediabilmente cambiato quando ha incontrato l’uomo che si sarebbe trasformato nel suo aguzzino. E’ passato poco più di un anno da quando la famiglia Scialfa è stata colpita da questa grave tragedia. Un tempo in cui ogni giorno è scandito da un grande vuoto e la ferita è “lenita” dal ricordo e dall’attesa fiduciosa nella giustizia. Noi de’ ilcarrettinodelleidee abbiamo voluto ricordare questa giovane donna attraverso le parole di suo papà, Giovanni,:“Mia figlia nella sua fanciullezza era diventata una donna, ci racconta con tono commosso – poi ha incontrato quest’uomo. Peggio non le poteva capitare. Ha cominciato a fargli terra bruciata attorno, imponendole determinate cose. Prima le ha fatto perdere il lavoro, e credo che questa sia stata la cosa peggiore, perché è’ stato il primo passo per farla diventare una persona non più autonoma. Poi l’ha fatta allontanare completamente dai suoi amici.

Questi sono i primi segnali. Mi ricordo che Vanessa l’ultima domenica che l’abbiamo vista ci ha detto:”E’ bugiardo e mi manca di rispetto”. E mia moglie le aveva detto:”Lascialo la nostra casa è sempre aperta. Il problema è uno. Ognuno di noi ha un’ indole . l’uomo violento  ne approfitta perché è un vigliacco all’esterno e si sfoga con la moglie. Questa gente non so perché tratta le donne così. Io e mia moglie parliamo di tutto. Io non prendo nessuna decisione senza prima discuterne con lei. Io credo che chi maltratta una donna, che sia moglie, compagna, fidanzata o amante non rispetta neanche sua madre. Vanessa poi era una ragazza semplice che non è mai uscita di casa e non ha avuto frequentazioni particolari. Usciva il minimo indispensabile. Non conosceva il mondo della discoteca perché non amava questi ambienti. Poi prima che conoscesse questo balordo ha cominciato a lavorare di sua spontanea volontà. D’estate lavorava tanto. Aveva anche poco tempo per svagarsi, tanto che anche noi abbiamo cominciato ad essere più flessibili, permettendole di rientrare qualche ora più tardi”. Il papà di Vanessa non approvava la relazione di sua figlia, tanto che negli ultimi giorni, lei parlava solo con la madre. Il suo amore non è bastato a proteggerla, perché come giustamente ha detto Giovanni: “Io non penso che i genitori possono influire sull’indole dei propri figli. Possono darti ragione ma poi agiranno sempre con la propria testa. Ma una ragazza che non ascolta il padre, merita di essere uccisa? Vanessa ha vissuto in un ambiente molto sereno.

La nostra è una famiglia molto semplice. Abbiamo affrontato molti sacrifici, ma siamo molto uniti. Però siamo consapevoli che queste tragedie possono capitare a chiunque”. Di una cosa però è certo il papà di Vanessa: “Mia figlia non pensava che lui arrivasse ad ucciderla. Io lo dico con un grande dolore al cuore. Mia figlia è stata una donna. Si è ribellata alla situazione in cui si era trovata ma non ha voluto far intromettere i genitori. Lui era una persona violenta. Lei, si è resa conto di aver fatto una scelta sbagliata e voleva chiudere. In questi casi il movente è tutta una fesseria. Lei lo stavo lasciando. Giovanni Scialfa spera fortemente che queste vicende non siano dimenticate, perché il silenzio uccide le persone due volte. e le famiglie spesso si sentono sole e prese dalla sconforto, ma da quando la sua famiglia è stata colpita da questa tragedia, lancia un messaggio allo Stato e ai mezzi di informazione . Allo Stato perché ci sia un inasprimento delle pene, “perché non è accettabile che chi uccide una donna è rimesso subito in libertà e continua a uccidere”, ai mezzi di informazione perché “Non ci può essere una pausa. Bisogna parlare di tutte queste storie perché mia figlia non torna più ma possiamo tenere in vita altre ragazze” . L’intervista si è conclusa poi con un appello a tutte le ragazze che ancora oggi vivono soprusi e non hanno il coraggio di denunciare: “: Non bisogna avere paura di denunciare. Questo appello lo faccio anche alle amiche che spesso stanno in silenzio per non perdere l’amicizia. Le donne devono valutare poi i primi segnali.

Quando il vostro uomo comincia a farvi terra bruciata attorno, allontanandovi dai vostri amici, e poi arriva il primo schiaffo. Il contratto è stipulato: “sei sua”. Non è amore quello in cui c’è violenza.

 Claudia Benassai