Il genocidio che battezzo’ la Prima Repubblica

Portella della Ginestra è una pagina ambigua della storia della Repubblica italiana. Sono passati quasi settant’anni, era il 1 maggio del 1947 quando i lavoratori siciliani, erano tornati a celebrare la festa dei lavoratori, che era stata spostata al 21 aprile al Natale di Roma durante il regime. Molti di loro erano contadini, si trovavano a Piana degli Albanesi, nella vallata di Portella della Ginestra. Si erano riunite oltre duemila persone che manifestavano contro il latifondismo, favorivano l’occupazione delle terre incolte e festeggiavano la vittoria del Blocco del Popolo che aveva vinto le elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana svoltesi dieci giorni prima. Improvvisamente partirono degli spari dalle colline vicine, visto il clima festoso i colpi di mitra furono scambiati per scoppi di mortaretti, ma ben presto si comprese che si trattava di un attentato, che ha provocato 11 morti e 27 feriti, di cui alcuni morirono a causa delle ferite.

L’eccidio è stato compiuto per mano di Salvatore Giuliano che ha agito insieme alla sua banda ma il movente ed il mandante restano ancora oggi ignoti. È una trama nel cui interno si intrecciano i rapporti tra la mafia ed il potere per questa ragione l’episodio è considerato l’archetipo del patto Stato-mafia. Si tratta della prima strage dell’Italia repubblicana.

In memoria di quest’evento, la Fondazione di Comunità di Messina e la Fondazione Horcynus Orca hanno promosso un incontro con il regista Paolo Benvenuti e la proiezione del suo film Segreti di Stato (2003), nella Sala Vincenzo Consolo del Parco Horcynus Orca, lo scorso 17 aprile. All’evento è stata presentata l’iniziativa che prevede la distribuzione di 3000 copie in dvd del film alle scuole medie superiori di tutta la Sicilia. “Segreti di Stato- afferma Paolo Benvenuti- racconta una versione della strage di Portella della Ginestra di gran lunga diversa da quella emersa dal processo del 1952, presso il Tribunale di Viterbo, alla banda di Salvatore Giuliano. La scelta della Fondazione di Comunità di Messina di distribuirlo nelle scuole della Regione è giusta e coraggiosa perché porsi delle domande su cosa sia davvero successo a Portella della Ginestra, è importante per comprendere la storia della nostra Repubblica”. Il film di Benvenuti è nato da un invito di Danilo Dolci, che nel 1956 aveva conosciuto in carcere alcuni membri della banda Giuliano, li aveva intervistati ed erano emerse storie completamente discordanti da quelle ufficiali. L’episodio che convinse Benvenuti ad intraprendere sei anni di studio per la produzione del film, fu quando Dolci lo accompagnò a Portella della Ginestra e giunti sul posto gli disse “vedi Paolo, qui in questo pianoro col sangue delle vittime di questa strage si è battezzata la Prima Repubblica e laggiù c’è Capaci, lì col sangue di quelle vittime si è battezzata la Seconda Repubblica” a questo punto Benvenuti capì che la Sicilia era il laboratorio scientifico dentro il quale si elaborava la storia d’Italia e diede avvio al suo lavoro di ricerca. Il regista ha spiegato che hanno raccolto migliaia di documenti in particolare relativi al processo di Viterbo ed ha paragonato questa massa di documenti a dei tasselli di un mosaico che “il tempo e l’incuria avevano smosso, il problema era rimetterli a posto- e prosegue- ci siamo accorti che qualcuno aveva preso un barattolo di tasselli e li aveva buttati sui tasselli originali, il lavoro più grosso è stato distinguere i tasselli veri da quelli falsi. È una metafora importante per me, quando il disegno è illeggibile è marcio, altrimenti va bene”.

In virtù di tutte queste ragioni che quest’anno in occasione della festa dei lavoratori il ministro della giustizia Andrea Orlando ha partecipato ad una commemorazione della strage che si è svolta nel cimitero di Piana degli Albanesi. Poi si è diretto a Portella della Ginestra, accompagnato da Mario Nicosia, uno dei pochi sopravvissuti ancora in vita. Il ministro ha espresso il suo pensiero ed ha detto:” so che è la prima volta che un ministro della giustizia rende omaggio alle vittime di quella terribile strage. Sento per questo tutta la responsabilità e il significato di questa mia presenza in un luogo pieno di simboli e di memoria civile”.  L’iniziativa è stata promossa dalla Cgil, e ne ha preso parte anche il segretario della Camera del lavoro di Palermo, Enzo Campo, che ha affermato “a mia memoria è la prima volta che un ministro si reca a Portella della Ginestra e Orlando l’ha fatto dando dignità e valore ai morti nella strage e parlando di quella tragedia come uno snodo nella storia del Paese – e continuando- alla luce della desecretazione degli atti, occorre vedere se ci sono le condizioni per riaprire il processo sui mandanti della strage, dopo che la giustizia si è limitata, nel processo di Viterbo, a stabilire che a sparare fu la banda Giuliano”.