Il giudice e’ solo con la legge

Il rintocco del nuovo anno è sempre scandito da problemi vecchi e nuovi.  Tra i problemi vecchi si affaccia prepotentemente quello della giustizia.  Ma non la giustizia presentata ogni giorno a casa degli italiani dalla tv spazzatura dove s’ incontrano “persone informatissime sui fatti”, “giudici improvvisati”, “testimoni attendibilissimi” e giornalisti abusivi acchiappa share, ma la Giustizia con la  “G” maiuscola.  

Quella che ogni giorno deve districarsi fra trecento fascicoli, aule precarie  e personale risicato.  E’ questa la giustizia che non appare e non ha voce.  Quella che non ha mezzi e risorse. Quella che ogni giorno riceve attacchi ingiustificati. Quella descritta, infine, dalla classe politica come “ inetta e fannullona”.  In questo gioco di attacchi senza possibilità di replica si inserisce “La festa della giustizia” a Messina.  Un ossimoro forse per qualcuno.  Un’ occasione invece per la Giunta Sezionale dell’Associazione Nazionale Magistrati di Messina per dire alla cittadinanza che Palazzo Piacentini può diventare un luogo di incontro, studio e riflessione dove si  riesce a discutere di problemi attuali e dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione .  A popolare l’aula Magna non solo autorità ma tantissimi studenti, cittadini attivi di domani, che hanno avuto la possibilità di incontrare uomini e donne che il diritto lo masticano, lo vivono e lo applicano. “La risposta giuridica è spesso tardiva, ha detto la presidente della Giunta, la giudice Maria Teresa Arena,  proprio per quella mancanza di mezzi che sono la condizione necessaria per agire bene.  In questo contesto però la nostra città deve riscoprire un ruolo –che è quello di cittadini attivi che partecipano all’attività democratica.  Una lezione  di passione e impegno quella dei giudici E lo è anche quella del Presidente Emerito della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri, che ha annunciato ad apertura della sua Lectio Magistralis, che ha deciso di  tornare tra la aule accademiche, donando le sue lezioni “ a costo zero”.

Un incarico all’ Università di Messina che lo gratifica tantissimo per il semplice fatto che in questi lunghi anni di carriera  “la didattica e la ricerca scientifica  hanno creato a chi come lui la esercita  con passione anche un divertimento”. E  i giovani , dicevamo,   sono stati i protagonisti dell’evento formativo e a loro ci si è rivolti con un linguaggio semplice, diretto ed efficace.   Ed è così che in questa lezione  si sono susseguiti i temi cardine della libertà e della democrazia: passaggi sulla Costituzione italiana e sull’importanza del popolo sovrano, la separazione dei poteri teorizzati  e impressi su carta da Montesquieu  come unica garanzia di indipendenza, e  una verità  sulla figura del  giudice che dovrebbe essere conosciuta da chi  si appassiona all’ultimo caso di cronaca e dietro lo schermo di una tv  o con un tweet assolve o condanna  senza conoscere fatti e atti :  “Il giudice- ha detto  il professore Silvestri – è sempre solo con scienza e coscienza.   Molto spesso la prova del Dna contrasta con le prove testimoniali e ancora ci sono stati casi in cui una persona paga per un omicidio mai commesso. Questa  solitudine ci dice quanta è sacra la sua indipendenza”.  Indipendenza che secondo il professore non deve essere solo praticata ma anche mostrata. 

Il Csm in questo contesto quindi deve “vagliare sull’indipendenza, ispirare fiducia e credibilità”. Sulla responsabilità civile dei giudici poi il passaggio è netto e chiaro: “Temi come questi devono risalire sempre ai principi.  Questo è un esercizio che ci abitua a guardarci dalle trovate bislacche e da quello che io chiamo “originalate” . Ne sentiamo tante e troppe. I magistrati sono soggetti  solo alla legge.  Non sono cose ovvie.  L’unica autorità è la legge.  I principi acquistano un oggettività storica”.  Da qui deve arrivare la responsabilità che riguarda tutti coloro che nel campo della giustizia hanno un posto e che sono e devono essere “custodi della costituzione” .   Tuttavia, in maniera riflessa e indiretta  “custodi e garanti della costituzione” lo siamo tutti  e  forse quel monito rivolto ai giovani nell’aula Magna di un palazzo di giustizia può creare  nuovi occasioni di dibattito:“ Leggete,  leggete e rileggete la costituzione perché lì ritroverete la ragione del nostro stare insieme. 

Siate gelosi e intransigenti sulla difesa dei nostri diritti perché questa gelosia può riuscire a migliorare la società”.