Aosta, 15 maggio 2012 – Il Memorial Day 2012, che quest’anno ricorda i 20 anni delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, ha preso il via lunedì 14 maggio scorso a Lione. Dalla sede del Consiglio europeo dei Sindacati di Polizia, infatti, la fiaccola della legalità e della memoria ha iniziato il proprio percorso verso Palermo dove arriverà il 23 maggio. A condurla attraverso tutta l’Italia è un gruppo di nove ciclisti-tedofori della Polizia di Stato composto da Federico Pellegrino, Roberto Aresca, Maurizio Ferrero, Stelvio Vicari, Paolo Pramotton, Carlo Casteller, Giuseppe Giovinazzo, Roberto Pedotti e Massimo Denarier, assistiti e coadiuvati da Piero Costa, Sergio Grange e Antonio Greco.
Nella tappa di Aosta è intervenuta Rosanna, figlia del giudice Antonino Scopelliti, Sostituto procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione, trucidato dalla ‘ndrangheta a Campo Calabro il 9 agosto 1991.
“Mio padre era calabrese doc, pensava che nulla potesse succedergli nella sua terra. Si fidava dei calabresi. E invece è stato ucciso quando rientrava dal mare”. Sono le parole di Rosanna, figlia del giudice Antonino Scopelliti, Sostituto procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione, trucidato dalla ‘ndrangheta a Campo Calabro il 9 agosto 1991. Una testimonianza fredda e lucida, la sua, resa agli studenti che la aspettavano al Giacosa in occasione del Memorial Day 2012 per ricordare le vittime del dovere, del terrorismo, della mafia e di ogni forma di criminalità. “Sembra che a mio padre avessero offerto 5miliardi di lire per trovare un qualche cavillo in occasione del maxi processo. Lui rifiutò. Così come ha sempre protetto la sua famiglia da possibili ricatti: io da piccola venivo portata in giro non nel passeggino, ma in una valigia rossa proprio per evitare questo. Così la mafia ha chiesto alla ‘ndrangheta di uccidere sul suo territorio il giudice Scopelliti in cambio di un armistizio”.
Insieme a Rosanna Scopelliti sono intervenuti Lia Staropoli, componente dell’esecutivo nazionale del Movimento antimafia “Ammazzateci tutti”, impegnata in molti progetti rivolti agli studenti e autrice del libro “La santa setta”. “Per estorcere consenso – ha detto la Staropoli; parlando del proprio libro – la ‘ndrangheta ha bisogno di legittimarsi e in un territorio in cui il cattolicesimo è radicato, si ammanta di religiosità”. Se la prende invece con una certa Tv e con alcuni film Giuseppe Gaccione, ispettore di Polizia e segretario provinciale del Sap di Vibo Valentia: “Se si va a raccontare al cinema Vallanzasca e lo si definisce ‘ un genio economico’ – dice Gaccione – vuol dire che nel messaggio che stiamo trasmettendo c’è qualcosa che non va”.
Sono però soprattutto i ragazzi i protagonisti di questo evento. Insieme ad altri 2500 giovani provenienti da tutte le regioni italiane, alcuni studenti valdoistani avranno l’opportunità di imbarcarsi sulla Nave della legalità, che, da Civitavecchia, li porterà a Palermo: si tratta di tre studenti e un docente della classe IV B del Liceo Artistico di Aosta e sedici studenti e due insegnanti della classe III OGA dell’ISITIP di Verrès – sede di Pont-Saint-Martin. E quest’anno anche l’ideazione grafica è stata affidata a una studentessa del Liceo artistico di Aosta, Daisy Mancini.
(Nella foto, Lia Staropoli e Rosanna Scopelliti)