Sta cambiando pelle come un camaleonte solo che, a differenza del rettile, ci ha impiegato un anno e mezzo in più. Si tratta del servizio “118” attivo nella Regione Sicilia che, ormai da troppo tempo, vive una situazione di stallo in balia delle decisioni degli amministratori di Palazzo d’Orleans. Dopo i tagli alla flotta dei mezzi di soccorso avvenuti la scorsa estate e previsti nel famoso piano di rientro, adesso la Sicilia si informatizza per garantire operazioni di intervento più rapide ed efficaci.
Dalla chiamata del cittadino all’arrivo degli specialisti, i tempi si accorciano sempre di più ed il soccorso diventa sempre più appropriato grazie all’apporto di un nuovo software, fornito dalla società regionale “Sicilia e-servizi”. L’addetto telefonico riesce a coordinare con il solo mouse tutte le fasi ed individua immediatamente il mezzo adeguato e l’ospedale più idoneo a quel tipo di intervento. Questo accade perché, al momento della telefonata, l’operatore può vedere già il numero e l’identità del chiamante comparsi sull’apparecchio dopodiché è il computer che gestisce il da farsi. Dopo qualche domanda standard posta dall’operatore per stabilire il grado di criticità dell’emergenza, il software assegna il noto codice per l’intervento. Ad essere privilegiate fino a questo momento, sono state le città di Palermo e Trapani che, nelle loro centrali del 118, sono state dotate di questa nuova tecnologia da poco più di un mese.
La centrale operativa di Caltanissetta è stata onorata di questa nuova prestazione appena tre giorni fa e, da questa, dipendono anche Enna ed Agrigento. Le altre della regione devono ancora attendere perché il processo di informatizzazione si diffonda.
Entro metà dicembre, era prevista l’introduzione del servizio anche a Catania ma, verosimilmente, è slittata a gennaio del 2010. Solo entro fine anno anche quella di Messina.
Da un lato puramente tecnico, la tecnologia d’avanguardia può contare su linee telefoniche digitali e su moderni pc che si avvalgono della cartografia digitalizzata.
Quasi superfluo dire che, a Palermo nella centrale operativa del 118 diretta da Giorgio Fabbri, sono stati ottenuti risultati eccellenti grazie anche ai corsi di formazione offerti agli stessi dipendenti del servizio.
Illustrati in grande stile il mese scorso nel capoluogo, i dettagli sull’informatizzazione sono stati discussi in una conferenza stampa a cui hanno presenziato l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, il direttore dell’assessorato al Bilancio, Enzo Emanuele, il responsabile del servizio di emergenza urgenza dell’assessorato, Dino Alagna e l’amministratore delegato di Sicilia e-servizi, Giuseppe Sajeva.
Ancora oggi, il servizio notturno dell’emergenza sanitaria risulta bloccato in alcuni comuni della provincia di Messina, un provvedimento che è stato preso circa cinque mesi fa nell’ambito del riassetto del piano regionale del 118. I comuni che, secondo il governo siciliano, non avrebbero bisogno di un’assistenza di prima necessità, sono Ucria, Fiumedinisi, S. Domenica Vittoria, Castroreale, Montalbano Elicona, Mistretta e, a Messina, nelle frazioni di Gazzi e Castanea.
La spiegazione si basa sul fatto che questi luoghi hanno un bacino di utenza ridimensionato ed anche i mezzi di soccorso non possono far altro che ridurre la loro attività a quei due – tre interventi al mese nelle ore notturne. A schierarsi dalla parte dei cittadini in questo caso, è stata la sigla sindacale UGL che, lo scorso 11 novembre, ha organizzato una manifestazione a Palermo con una massiccia delegazione di centinaia di persone. La conclusione è stata che l’Assessore Russo ha assunto l’impegno di ripristinare il servizio notturno nel comune Ucria, oltre che riformulare il piano regionale del 118.
Da parte dell’esponente della giunta Lombardo, è scattata anche la promessa di intercedere presso il Presidente della SI.S.E. dott. Ridolfi, affinché si possa trovare ed indicare una collocazione ideale a costo zero per la sede regionale di questa società. Attualmente, le spese sono insostenibili, dicono i dirigenti della SI.S.E. A quanto pare, persino l’ospedale “Cannizzaro” di Catania ha avanzato qualche offerta per ospitare a costo zero la società d’emergenza.
Ma dovrebbero giungere da Messina le novità più consistenti: tra pochi giorni, anche l’Azienda Ospedaliera “Papardo-Piemonte”, nella persona del direttore generale, dott. Caruso, dovrebbe sbilanciarsi sull’individuazione dei locali per la SI.S.E. all’interno del plesso della zona nord.
Solo così si potrà evitare il suo drammatico trasferimento fuori dal comune di Messina e garantire il mantenimento dei posti di lavoro di oltre 80 dipendenti della SI.S.E. cittadina.
Sentiamo le dichiarazioni del dott. Alagna, responsabile regionale del servizio 118, nonché responsabile uscente del servizio provinciale di Messina, che ha rilasciato ai nostri microfoni e alla nostra telecamera. L’intervista è inserita nel nostro apposito box video.