il 2 settembre spariva dall’incrocio di Viale Giostra e viale Regina Elena un ragazzino nord africano, lavavetri, dopo essere stato minacciato con un ascia. Oggi è stato sostituito da un connazionale di qualche anno più grande. (vedi /cronaca/il-ragazzino-minacciato-e-irreperibile/ )
Avevo già visto la nuova presenza che occupava il semaforo di quell’incrocio già da più giorno, con un moto di gioia appena percepita la presenza poi, osservandolo meglio ho avuto il dubbio che potesse non essere lui. Ero sempre in fila al semaforo troppo lontano dal semaforo e il ragazzo non era identificabile, ma lasciava sperane bene: lo stesso carattere allegro e gioviale.
Oggi ho fatto in modo trovarmi in pole position per poterlo ben osservare.
Stessa altezza, magrino, stessi gesti ma, un paio di bassetti appena accennati mostrano un’età diversa. Non era lui. Lo lascio avvicinare al finestrino e dopo avergli porto un €uro gli chiedo da quanto giorni fosse al quel semaforo e alla risposta:” da una settimana” si fuga ogni dubbio.
Prima che il semaforo scatti al verde chiedo se avesse notizie del ragazzino precedente: non mi risponde, ma si fa scuro in volto.
Chiedo se fosse al corrente che l’altro era stato minacciato. Scappa senza rispondermi.
Questa è la cronaca di un incontro che parla di mafia e di paura