Il Re secondo Cuffaro

Totò Cuffaro, l’ex Governatore della Sicilia, attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia uscirà tra pochi giorni.

E lo fa preannunciandosi alla libertà con un nuovo libro che uscirà domani in tutte le librerie.“ L’uomo è un mendicante che crede di essere un re” Edizioni Wingsbert House.

Dopo un percorso che da potente, politico e detenuto l’ha portato a diventare uno scrittore di successo, Totò Cuffaro esce con questa terza opera con lo scopo di dare in beneficenza al carcere di Rebibbia il ricavato per la realizzazione di una struttura sportiva per i detenuti.

Il Candore delle cornacchie e Le carezze della Nenia sono stati i primi due suoi libri. Due successi editoriali e di critica che nascono il primo dalle esperienze del primo anno di carcere e dalle storie dei detenuti che nella sua vita hanno preso il posto di tutti quei potenti e politici che erano al suo desco e il secondo che trasforma l’esperienza del carcere in una lirica intima rivolta ai figli e alla moglie, in uno scendere nel profondo del suo cristianesimo, in una ricerca profonda e mistica che trasforma i suoi compagni di detenzione, Peppe, Ciro, Fabio e Tedo, Luciano, Sergio e Pamela, Romoletto, Giovannino e Patrick, Giuseppe,  Vincenzino e Thifas Mohammed, in tanti “prossimi” d’amare come se stesso.

Dopo queste premesse l’attesa per il terzo libro dell’ex Presidente della Regione Siciliana: L’uomo è un mendicante che crede di essere un re, diventa sempre più grande. Sul contenuto, prima di leggerlo, non ci pronunciamo ma dal titolo possiamo dedurre, forse con un minimo di presunzione, che Totò Cuffaro abbia posto l’accento sul mistero più grande della religione cattolica, l’umiltà. E lo fa battibeccando con uno dei più grandi filosofi contemporanei Emanuele Severino che in una famosa pagina dedicata all’Uomo eterno ebbe a dire: “Siamo re che si credono mendicanti. L’uomo è eterno, ma crede alla follia che lo dice mortale”.

E cosi mentre il filosofo nella sua ricerca è passato da una fede profonda, che l’ha visto insegnare filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, fino alla dichiarazione d’opposizione insanabile tra il suo pensiero e il cristianesimo come sancito dalla Chiesa nel 1969, il politico detenuto, che nella sua carriera ha saggiato il gusto del potere, ha riscoperto il valore dell’umiltà.

@PG