La guerra civile siriana che vede opposte le forze governative a quelle dell’opposizione, si inserisce nel contesto della Primavera Araba. Il conflitto iniziato nel 2011 con dimostrazioni pubbliche, si è poi sviluppato in rivolte su scala nazionale e nel 2012 cioè lo scorso anno, si è poi trasformato in guerra civile. Sulla questione il governo siriano ha ormai perso il controllo e cerca attraverso bombardamenti, di riprendere la gran parte dei territori occupati dalle milizie dell’opposizione che chiedono sempre più un regime democratico.
In questi 22 mesi di conflitto,secondo rapporti Onu, intere famiglie sono state torturate, arrestate o uccise. Secondo sempre fonti Onu molte di queste sarebbero state uccise con il Siron, un potente gas nervino appartenete alla famiglia delle armi di distruzione di massa scoperto nel 1939 da un tedesco. Questo sarebbe stato utilizzato contro la popolazione dai ribelli e mercenari siriani.
Su tutta la situazione le forze armate alleate non si sono ancora schierate ma cosa succederebbe alla Sicilia in caso di dichiarazione di guerra alla Siria? Lo scenario potrebbe essere quello del 1991, infatti in caso di attacchi alleati al governo siriano, l’Isola potrebbe diventare base d’appoggio alle forze alleate.
Da qui infatti potrebbero partire droni, caccia e interventi di terra. Finora davanti alle coste siriane si sono stabilite solo unità della marina russa e non si ha notizia di un “allerta” nelle basi siciliane anche se nei mesi scorsi c’è stato un rafforzamento di presidi. Altissimo infatti sull’Isola il numero di droni, marines e esercitazioni che le forze alleate stanno svolgendo.
A Napoli il personale NATO è tenuto in <standby>, ossia pronto in qualsiasi momento ad entrare in guerra. Il nuovo quartier generale di Logo Patria è continua attività. Da ogni dove stanno arrivando membri aggiuntivi dello staff NATO, così come accadde nel 2011 contro la Libia.
Nel mirino delle forze alleate non c’è Gheddafi ma un governo con la quale si deve scherzare poco. L’operazione militare fino a questo momento condotta al coperto potrebbe diventare scoperta, imponendo una nuova linea di <<no – fly -zone>>, così come successo per la Libia due anni fa.