Io che non sono Berlusconi

È un Napoleone ? Un generale e un conquistatore d’anime, che ha riformato il diritto e la legge dei suoi tempi ancora fermi ai Romani.

No! Non lo è. Ha solo rivisitato il diritto e la leggi esistenti per adattarle alle sue esigenze e ai suoi scopi.

 

E’ un Agnelli ? Industriale, capitano d’uomini e di capitali, che ha ricostruito l’industria Italiana del dopoguerra diventando ricco e potente a scapito di migliaia d’operari continuando, comunque, a costruire se è vero che dall’asino dei mie tempi e delle mie terre siamo passati alla 500 e alla Panda dei nostri giorni.

No! Non lo é. Ha solo fagocitato e distrutto con la pubblicità l’anima e il cuore di centinaia d’emittenti locali e di radio libere al tempo in cui Eugenio Finardi cantava se una radio è libera ma libera veramente piace anche di più perché libera la mente” . E ha rubato la Mondadori con la compiacenza di giudici corrotti che si sono scordati di Salomone e il “rispetto” d’avvocaticchi d’impresa che provvedevano agli elargimenti in pronto cash,  e mentre distruggeva le aspirazioni intellettuali del settimanale Panorama pubblicando in copertina le prime “donnine nude” dell’editoria culturale del tempo incominciava, nel contempo, a dare ai lettori ( legesi elettori) “pane e circense”.

 

E’un Andreotti ? Politico di professione, potente per antonomasia e “l’innominato” per fatti in odor di presunta mafia che per 40 anni, in equilibrio sul filo della storia tra occidente ed oriente, ha costruito e portato l’Italia per mano.  Una bambina a cui, dopo la guerra, doveva essere impedito il patire i danni della Germania dell’Est o della ex Jugoslavia e nel contempo essergli permesso d’anelare e di respirare il vento del cambiamento del Maggio francese. In altri termini il diritto di crescere nella libertà e nella Democrazia.

No! Non lo è. E’un lobbista che dopo la fine del Partito Socialista si è trovato senza più referente e al fine di avere un centro di gravità permanente ha deciso di diventare lui stesso il referente di se stesso.

E perché fosse chiaro a tutti, fin d’allora, la mancanza di qualsiasi scopo costruttivo o innovativo procedette ad acquisire proseliti a mezzo quota d’iscrizione di £.500.000, consegna di apposita e idonea borsa del nascente partito di Forza Italia e obbligo di cravatta.  Passione politica, non necessaria. Gavetta nelle file del partito, non importante. Obbiettivi politici, non richiesti.       

Per inciso, questa della cravatta è proprio una fissa. Tipica di una certa mentalità stantia e retrò che non ti faceva entrare a giocare al Casinò di Saremo, pur dopo mille Km di viaggio, senza giacca e cravatta o che in occasione di un grave accadimento ti autorizzava a rimproverare il fratello perché si presentava davanti alla telecamere  senza aver avuto il tempo d’indossare la cravatta.

 

E’ un Mussolini ? Dittatore fascista, gerarca e Duce, che con l’intento di costruire un Impero nazionale portò l’Italia nella disastrosa II Guerra Mondiale e per vent’anni ha represso le libertà democratiche della Nazione.

No! Non lo è. Gli manca la statura dello Statista e l’intelligenza politica che caratterizza i Dittatori. Ha solo procacciato e accumulato ricchezze per sé stesso.

 

Non lo possiamo chiamare neppure Don Giovanni, ci sono troppe buste piene di 5.000,00 o 10.000,00 euro che attestano la poca propensione alla “conquista”del gentil sesso e, in questa prospettiva, non lo possiamo chiamare neanche Casanova, a fronte  dei miracolosi beveroni che il medico della casa, ex Sindaco di Catania, prepara ed elargisce in sostituzione del più proletario Viagra.

 

Spesso mi domando: cosa penserà la Storia di lui ?  Non è un Generale, non è un Industriale, non è un Politico, non è neanche un Dittatore. E’solo un uomo ricco e neanche tanto quanto un Creso o quanto un moderno Bill Gates.

Se ne deve dedurre che passerà alla storia, recente, nell’ambito di una nota storiografica che elencherà tutti gli uomini, compreso me, nati a cavallo tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo millennio D.C.

Invece dubbi sorgono sulla possibilità che la Storia, con la S maiuscola, parli di lui o addirittura ne abbia mai contezza.

Ed è allora mi che domando e chiedo: perché ne dove parlare proprio io che non sono neanche Berlusconi ?

 

Ci penso un po’sopra e capisco che in realtà ne parlo perché in fondo mi dispiace per lui se è vero che un domani di fronte a Dio si sentirà dire : “Io conosco le tue opere: tu  non sei ne carne ne pesce … Così,  perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca”. Apocalisse 3:14-20