L’altra faccia dell’universita’ di Messina

“Scusi io 15 euro non li ho a disposizione per l’ecografia.  Posso pagare due euro a volta. Dieci quannnu  pigghiu i soddi u prossimu misi”  Dialogo tra un veterinario e un cliente che non può pagare

Ventisette anni, calabrese. Attilio Stilo ha una laurea in Scienze veterinarie. Ha un sogno nel cassetto continuare la ricerca scientifica all’interno del mondo accademico. Il coronamento di un percorso e il conseguimento del titolo di dottore è arrivato il quattro aprile ma posati i volumi di Anatomia, fisiologia e neurofisiologia oncologia è arrivato il momento più duro: confrontarsi con il mondo del lavoro. L’Italia d’altronde non offre grandi slanci e grandi possibilità, soprattutto nel campo della ricerca scientifica, e il mondo del lavoro è un terreno minato dove spesso prevale la logica del restringimento delle risorse. La storia di Attilio ci ha incuriosito non solo perché è un po’ la storia di altri giovani che vivono la stessa condizione di frustrazione ma per il lavoro sperimentale che ha presentato durante la sessione di laurea. Tema: Caratterizzazione nutrizionale delle scorze depectinizzate di agrumi destinati all’alimentazione animale. Un Titolo apparentemente ostico che racchiude una scoperta interessante che spieghiamo ai nostri lettori.

Quali sono i sogni di un ragazzo calabrese laureato di ventisette anni?

Ho tanti sogni ma quello più grande è quello di restare all’università dove sto svolgendo uno stage nei laboratori di alimentazione animale.

L’università di Messina è stata colpita da molti scandali. Secondo te cosa ha fallito?

Ci vorrebbero controlli immediati e non postumi. Durante il concorso delle persone dovrebbero vigilare sulla correttezza dell’operato. Poi se gli esami sono scritti il controllo dovrebbe essere maggiore. Io però sono fiducioso. Credo che alzando la testa tutto si può risolvere.

Nel corso della tua carriera universitaria hai riscontrato delle disparità nel trattamento degli studenti?

Nessuna disparità. Io credo che l’università di Messina è una delle migliori soprattutto in alcuni campi. Purtroppo molti anni la cattiva fama ha gettato discredito su tutto l’ambiente universitario in maniera ingiusta. Questi avvenimenti sono incidenti di percorso che sicuramente vanno fermati ma che non devono ostracizzare tutti gli studenti messinesi. Chi esce da qui, mi scuso per il termine, esce con gli attributi e non ha nulla da invidiare a nessuno.

Puoi spiegarci qual è l’oggetto della tua tesi?

E’ un lavoro che abbiamo svolto nei laboratori dell’università anche grazie all’aiuto di un’azienda la FMC Italy che ci hanno portato una quantità enorme di agrumi: arance e limoni. Da questi abbiamo prelevato la pectina che è stata utilizzata nell’industria alimentare farmaceutica e con il restante attraverso determinati tipi di analisi abbiamo riscontrato valori di fibre e valori nutrizionali molto buoni e quindi abbiamo capito che quello che comunemente viene buttato può essere utilizzato per l’alimentazione animale.

In sostanza quali sono i benefici?

Le aziende che acquistano queste tonnellate di agrumi li pagano a poco prezzo e poi è possibile smaltirle rapidamente. Evitiamo l’inquinamento e produciamo economia. Le aziende poi potrebbero trovare un sostituto valido rispetto ai mangimi tradizionali. La Sicilia e la Calabria potrebbero trovarne un giovamento.

Che messaggio dai alle aziende che potrebbero essere interessate?

Provare per credere.

Il papà di questo giovane dottore è anche lui medico. Le carriere però hanno preso strade diverso. Il figlio ha deciso di curare gli animali “Gli animali sono più riconoscenti. Se a una persona gli dai un pezzo di pane si gira d’altro lato”. Quello che fa tristezza in questa storia è il risvolto programmatico del mestiere come ci ha raccontato Attilio in chiusura all’intervista: “Questa “ scoperta” potrebbe dare lavoro a molte persone, pensa che al nord ci sono molti allevamenti di animale da reddito (bovini, suini, ovicaprini,) ma spesso manca la volontà di valorizzare le risorse. Io sono molto felice del sostegno che i professori ci danno. Senza il loro contributo tutto rimarrebbe solo teoria.

Claudia Benassai