L’edilizia che uccide a Messina

 Morire di lavoro nei cantieri edili. Succede anche questo e a Messina più che altrove. Tre morti solo a settembre a Spadafora, Barcellona e Lipari. Ti alzi la mattina convinto che sarà una giornata come le altre, con i problemi e le scocciature di sempre, ma a casa non torni. Nei primi 10 mesi del 2013 in Sicilia il bilancio è di 10 morti sul lavoro e di tre suicidi per la disperazione di non averlo il lavoro. Oltre ai quattro morti di Messina, tre a Palermo e poi uno ciascuno ad Agrigento, Trapani e Caltanissetta. Un bilancio appesantito anche dai tre operai che si sono uccisi per mancanza di lavoro ad Agrigento, Trapani e Catania. Le statistiche sostengono che morti e incidenti sono diminuiti (nel 2012 i morti nell’edilizia in Sicilia sono stati 13 sul totale di 44), ma è chiaro che il dato dipende più che altro dalla mancanza di lavoro e non dall’aumento dei controlli o delle misure di sicurezza. La Cisl di Messina chiede l’apertura di un tavolo tecnico per la sicurezza, dopo i tre operai morti di settembre. “ È necessario -dichiarano il segretario generale della Cisl Tonino Genovese e della Filca Cisl Pippo Famiano- riproporre all’attenzione il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Abbiamo chiesto al prefetto di Messina un incontro per la costituzione del tavolo tecnico per la sicurezza nei cantieri edili, per la riduzione degli incidenti sul lavoro e l’incremento della cultura della sicurezza”. Ma la denuncia di Cisl e Filca va oltre gli ultimi incidenti mortali. “Nel settore edile –spiegano ancora Genovese e Famiano- dall’inizio dell’anno si sono registrati diversi casi di morte e molti incidenti nei cantieri non sono stati denunciati come infortuni sul lavoro perché le vittime sono operai che lavoravano in nero”. D’accordo con loro il segretario generale della Fillea Cgil Biagio Oriti. “Anche se si registra una riduzione degli incidenti mortali rispetto all’anno scorso, deve essere chiaro che ciò è dovuto alla drastica riduzione del lavoro. Sono comunque numeri molto elevati e dovuti soprattutto alle irregolarità e ai mancati controlli nei cantieri. Con la crisi saltano le regole e le imprese cercano di risparmiare mettendo a repentaglio la vita dei lavoratori”. Cisl e Filca pretendono più ispezioni nei luoghi di lavoro e hanno già pronta una richiesta per spingere l’Ispettorato del Lavoro e lo SPRESAL (il Servizio Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’ASP 5 a dare il via a controlli sistematici nei cantieri, soprattutto in quelli privati, per contrastare efficacemente il lavoro nero e lavorare sulla prevenzione gli incidenti. “I lavoratori –concludono i segretari generali di Cisl e Filca – non sono carne da macello e la crisi economica non può essere il paravento per eludere gli obblighi relativi alla sicurezza, che non è un optional. La prevenzione degli incidenti deve essere l’obiettivo delle imprese edili, perché investire in sicurezza è sinonimo di civiltà”.