Ne abbiamo sentito parlare per la prima volta esattamente un mese fa, quando l’attore e regista Dario Fo, premio nobel per la letteratura, ha dichiarato che avrebbe devoluto parte dell’incasso della data taorminese del proprio spettacolo “U santu jullare Francesco” alla nascente Biblioteca dei Bambini di Messina. Da allora i riflettori si sono spenti, sino ad oggi, celando nell’ombra anche i dettagli relativi al progetto. Ideata su impulso dell’Associazione Nati per Leggere e dell’Associazione Culturare Pediatri, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la biblioteca comunale di Messina, la struttura di circa 80 mq troverà “casa” all’interno del Palacultura e sarà dedicato a bambini e ragazzi da 0 a 14 anni. Sarebbe già pronto l’elenco dei beni necessari a rendere accogliente questa appendice della biblioteca comunale, redatto dall’ing. Luciano Marabello, esperto del sindaco per le politiche di razionalizzazione degli spazi urbani, mentre l’elenco dei libri da acquisire è in corso di redazione da parte di Carmen Puglisi, referente dell’Associazione Nati per Leggere.
Un progetto costoso, per il quale il Comune di Messina, complice la delibera della Corte dei Conti che autorizza solo le spese indifferibili ed urgenti, potrebbe trovarsi con le mani legate – così come i cordoni delle borse -. Via libera, quindi, a diverse ipotesi. Tra le più accreditate, la donazione non di somme di denaro, ma dei beni necessari alla biblioteca e la redazione di un protocollo d’intesa con l’ente locale per accompagnare il personale esistente in un percorso specifico per avvicinare i giovanissimi alla lettura, come strumento per rafforzare le capacità sociali ed intellettuali.
Intanto si aggirerebbero intorno ai 7mila euro i proventi dello spettacolo di Dario Fo devoluti alla Biblioteca dei Bambini. Una somma importante, ma non sufficiente neanche a coprire il costo degli arredi, che secondo l’esperto Luciano Marabello, si aggirerebbero attorno ai 10mila euro. «Sicuramente la raccolta dei fondi continuerà – spiega l’esperto del sindaco -, anche se sono da definire le modalità specifiche. La scelta potrebbe ricadere tra la creazione di una fondazione ad hoc o appoggiarsi alla Fondazione di Comunità, aprendo uno specifico conto corrente su Banca Etica».
Nella terrazza dell’auditorium, secondo le dichiarazioni del sindaco Renato Accorinti e del vicesindaco Signorino, dovrebbe nascere anche uno spazio all’aperto dedicato a giochi scientifici ed educativi per i più piccoli. Poco più che un sogno o un auspicio, che al momento non appare realizzabile, in quanto si richiederebbero costosi interventi di messa in sicurezza dell’area, come confermato anche dal dirigente De Francesco. Al momento, dunque, rimane una grande stanza vuota, da riempire al più presto con libri e, soprattutto, contenuti e progetti specifici, affiancando il personale della biblioteca, ridotto come spesso accade nei settori culturali delle pubbliche amministrazioni. Nel frattempo però si pensa già al possibile evento di apertura, lavorando alla presenza in città di Dario Fo in concomitanza della inaugurazione. Un progetto dai contorni sfumati, ma da cui traspare la resistenza delle idee e l’attenzione verso le buone prassi già sperimentate in altri comuni italiani – tra cui Bologna, Cuneo, Monza e tanti altri -, in cui rappresentano la normalità, anche se altrettanto chiara è la difficoltà di muoversi all’interno degli schemi della pubblica amministrazione. In particolare in un comune sotto la lente di ingrandimento della magistratura contabile e ad un passo dal baratro del dissesto finanziario. Un progetto che torna sotto i riflettori con la conferenza stampa del sindaco Accorinti prevista per domattina, sperando che si riesca ad andare oltre l’operazione mediatica – e magari anche il silenzio di Tonino Perna, assessore alla cultura – per scendere nei particolari, rendendo noti i prossimi passaggi, anche quelli burocratici, le tempistiche ed i costi di realizzazione del progetto. I bambini sono il futuro della nostra società, non smettono mai di ricordarcelo, quindi sarebbe opportuno costruire fondamenta solide e non case di paglia o fango, come quelle della favola dei tre porcellini.
Meglio solidi mattoni.