La biblioteca di strada a Palermo

A volte basta spingersi poco oltre i tracciati delle strade principali per conoscere posti che fino ad allora avevamo creduto esistessero soltanto nell’immaginario romantico di certi film, se non nella nostra fantasia. Quando imboccando un vicolo di Via Roma si arriva nella piazzetta di Monte Santa Rosalia, l’attenzione viene subito catturata da una grande insegna colorata che reca il nome di Biblioteca Privata Itinerante. Quella di Pietro Tramonte è una libreria inusuale che ospita al suo interno centinaia di mensole stipate di riviste, opuscoli e libri che attraversano ogni genere ed epoca. Uno spazio che non ha equivalenti a Palermo e, nella maggior parte dei casi, nemmeno nelle altre città: la cultura qui è un bene condiviso, svincolato da qualsiasi interesse di lucro. Parola chiave, utilizzando un termine anglosassone, è bookcrossing: i libri non si acquistano, ma si possono scambiare, e ad oggi quelli a disposizione sono più di 50.000.   

Come ottenere uno dei testi esposti? É semplice, basta il baratto: sarà sufficiente cedere uno dei vostri libri e chiederne un altro in cambio. Ogni opera è ben accetta, non si pongono limiti alla cultura. Ancora, mettendo un like alla pagina facebook potrete assicurarvi un volume a vostra scelta. Se invece siete gelosi dei vostri libri e non volete darli via, è possibile prenderne uno con un offerta di pochi euro che servirà a dare un contributo per pagare le utenze del magazzino. Nella cesta free books sono contenuti i doppioni, dove si può scegliere liberamente il libro che si vuole portare via. C’è un apporto notevole di ragazzi che danno una mano e aiutano a mettere ordine e a gestire la biblioteca; alcuni addirittura sono venuti apposta dall’Inghilterra. I ragazzi che collaborano sono numerosissimi. E riguardo ai giovani Pietro Tramonte sa vedere lontano: “Io so che i ragazzi hanno in nuce la rivoluzione. Fate uscire la vostra”.  

La storia di Pietro Tramonte, ragioniere in pensione, ha avuto inizio tre anni fa. Più precisamente quando, finalmente in pensione e con un bel po’ di tempo libero a disposizione, ha pensato di potersi dedicare a qualcosa in grado di conciliare la sua passione per la lettura con un impegno utile alla società. E così ha trasferito i libri, che inizialmente erano 5.000, in buona misura eredità del padre, insegnante di scuola elementare, dall’appartamento in cui abitava a un magazzino ubicato sulla strada. “Mia moglie non era contenta che tenessi in casa questi libri polverosi” ci racconta scherzando: “sapete come sono fatte le donne”. Da luogo chiuso la biblioteca si è estesa fino includere l’esterno: “i vicini mi hanno detto che la gente che passava non avrebbe visto i libri, e mi hanno consigliato di metterne qualcuno fuori. In tre anni grazie ai tanti palermitani che mi hanno fatto una donazione, i libri sono aumentati enormemente”. Con una punta di orgoglio Pietro afferma di avere da sempre voluto investire il suo impegno in un iniziativa culturalmente valida e favorevole alla collettività. Dare i libri è un gesto, sostiene, che non può essere ripagato con il denaro. “Condividere significa mettere a disposizione ciò che si ha di più caro e bello”.

La piccola strada limitrofa al caos del centro così in breve tempo si è riempita delle milioni di pagine di scrittori famosi e altri meno conosciuti, e di una miriade di piccole curiosità che attendono ancora di essere scoperte, tra cui vecchi quotidiani e locandine. Ma non solo. Pietro Tramonte ci racconta di come una volta qualcuno abbia cercato con tenacia tra gli scaffali, trovando in fine ciò che desiderava, un elenco telefonico degli anni ‘60. Ma quando si vogliono scambiare dei libri, dice, bisogna avere due mani uguali: una per prenderli, l’altra per darli. A Palermo moltissime associazioni hanno bisogno ad esempio di libri per ragazzi. A favore dello Zen ne sono stati donati circa 200, altri sono andati recentemente alla biblioteca di Caltavuturo, e all’associazione Amici dei Musei Siciliani. “La libreria rimane comunque sempre corposa. Non so perché. Il miracolo del pane e dei pesci lo conoscete?”  

In tempi difficili in cui sembra profilarsi una crisi senza precedenti della carta stampata, e gli strumenti del digitale stanno prendendo il sopravvento, la Biblioteca Privata Itinerante resiste ancora a testa alta. Alla domanda che rivolgiamo a Pietro Tramonte sul destino del libro così come lo conosciamo lui risponde stupito affermando che la gente frequenta attivamente la libreria, la quale, tiene a sottolineare, non è sua ma appartiene a tutti. Chi si loda si sbroda, si dice. Eppure la pagina Facebook ha un numero di like che “quasi quasi le librerie maggiori non hanno”.  I turisti rimangono incantati, come si può osservare aprendo il Guest Book, che contiene messaggi in giapponese, arabo e cinese. Tra questi è possibile leggere in inglese: “è un posto magico, impossibile andare via a mani vuote”.

I palermitani amano i libri e non li vogliono buttare. Se la mattina la biblioteca apre con cinquantamila volumi, la sera saranno cinquantunomila. “Arrivano in continua rotazione”, ci dice Pietro. Ma qual è il libro che ha amato di più?   “Tutti. Tu chiedi a una mamma quale è il figlio che ama di più”. Oggi la Biblioteca Privata itinerante rappresenta un realtà inedita, che il comune ha accolto nonostante le dovute cautele. Senza dubbio è un’indicazione valida per la futura nascita delle biblioteche di quartiere. La città ha bisogno di libri, perché diffondere la cultura equivale a sottrae gli spazi alla malavita e dare nuova linfa a zone che altrimenti resterebbero avvolte nel degrado.