A destra della sfiducia a Renato Accorinti
Non è bastata una condanna ad 11 anni in primo grado e non definitiva per fermare le velleità politiche di Francantonio Genovese. Convinto di ribaltare gli esiti processuali in Appello e, se è il caso, in Cassazione; con il pallottoliere in mano per contare i giorni che farebbero scattare la prescrizione, l’ancora potente della città snobba anche la condanna accessoria e non definitiva dell’interdizione ai pubblici uffici per la durata della pena. Del resto, quando iniziarono i suoi guai giudiziari, ad una precisa domanda di un giornalista, già allora rispose; Guardi che non sono ancora morto.
Sono numerosi i testimoni che hanno visto figure di spicco del Consiglio Comunale continuare ad andare presso i suoi uffici politici in città oppure che confermano di aver mantenuto rapporti politici con quello che prima di essere il nuovo ras di Forza Italia in città è stato per tutti loro un amico. Così Donatella Sindoni che candidamente e con onestà intellettuale conferma che prima di firmare la sfiducia a Renato Accorinti aveva telefonato a Genovese per preannunciare la sua decisione. Con meno pubblicità e qualche sotterfugio in più, a dettare la linea del gruppo dei cambia casacca – coloro che sono passati in massa dal PD a FI quando Genovese decise che doveva dare una lezione a Renzi, reo di non aver impedito alla Camera dei Deputati di evitargli l’ignominia del carcere – è stato Giuseppe Santalco, più volte visto entrare nei portoni di Via I Settembre. Il quale, a precisa richiesta di conferma o smentita, preferisce non commentare.
Ed è sempre Santalco, allora in attesa della Sentenza che avrebbe sancito le responsabilità penali di Genevose, il 13 Gennaio 2017, che apre con la sua firma la corsa alla sfiducia al Sindaco Accorinti. A ruota Emilia Barile, la Presidente del Consiglio Comunale, il 16 Gennaio 2017, a firmare per la sfiducia del Sindaco. Mentre gli auguri di Natale al politico sono stati fatti dai firmatari della sfiducia a Dicembre 2016. Non ci si lasci confondere dal nome dei gruppi consiliari o dalle presunte odierne appartenenze politiche dei singoli consiglieri, i fedelissimi di Genovese sono sempre gli stessi che sorridenti sono apparsi nelle foto e immagini di quella famosa festa che sancì all’Hotel Royal di Messina il suo passaggio dal PD a FI.
Tanta polvere è passata su quella proposta di sfiducia presentata a Luglio del gruppo consiliare dell’UDC, poi l’accelerazione tra Dicembre e Gennaio 2017. Le firme, prima di una Sentenza attesa e quasi scontata, quella della condanna ad 11 anni, sono apparse come il dovuto “rispetto” politico a chi ha posseduto e ora può lasciare in eredità un tesoro di migliaia e miglia di voti. 19.590 voti alle passate primarie del PD nel 2012.
A sinistra della sfiducia a Renato Accorinti
Un’altra della vecchia guardia politica del PD dell’epoca Genovesiana, la capogruppo consiliare Antonella Russo, si è messa letteralmente a correre pur di firmare la sfiducia al Sindaco. Pur con qualche mal di pancia i colleghi consiglieri del PD si sono dovuti adattare all’improvvisa decisione della Russo. Sembra che anche il commissario cittadino del PD, Ernesto Carbone, sia stato preso in contropiede e suoi contrastanti Twitter sui social ne sono la dimostrazione. Si è vantata la Russo di una sua pretesa ferrea opposizione alla giunta Accorinti provata, a suo dire, con la non adesione ai provvedimenti che la giunta in questi tre anni e mezzo ha portato in Consiglio Comunale. Dimentica di dire la Russo che proprio la presenza costante in aula consigliare del gruppo PD ha consentito di fatto il raggiungimento delle maggioranze necessarie a fare passare i provvedimenti della giunta, a cominciare da quelli economici.
Sempre a sinistra è scoppiata la bomba dell’assessore al Bilancio Luca Eller. Una pugnalata alla spalle l’ha definita Daniele Ialacqua. Una storia che non brilla per educazione istituzionale. Inizia con un post di Eller sui social che lamenta una deriva a “sinistra” di Renato Accorinti per aver partecipato ad un incontro con Stefano Fassina a la sua nuova compagine politica Sinistra Italiana, prosegue con 35 telefonate e messaggi, senza risposta, che il Sindaco manda al suo assessore per aver un chiarimento. Ineducatamente, sempre istituzionalmente parlando, l’Assessore al bilancio trasmette le sue dimissioni irrevocabili ma chiede altri 10 giorni per chiudere le pratiche aperte. Sono stato io, confessa Daniele Ialacqua, che ho preteso una risposta forte e decisa. Risultato, Eller è fuori in 24 ore con tanto di notifica a mezzo vigili urbani e successive sue lamentazioni a mezzo stampa che sembrano le ripicche di un bambino delle scuole elementari. “Siete scarsini” è l’hastag usato da Eller. Io in questi dieci giorni avrei dovuto fare questo e quest’altro, continua l’ex Assessore al Bilancio…ce ne faremo una ragione, risponde Ialacqua. A confermare il clima teso tra i due è l’incontro occasionale che è avvenuto nei corridoi comunali, con l’Assessore all’ambiente che rivolto ad Eller esclama; “Tu evita pure di salutarmi”, mentre i giornalisti presenti ridono sotto i baffi.
Al centro della sfiducia a Renato Accorinti
Ritorna una vecchia figura politica, Giampiero D’Alia. Dopo la rottura con Lorenzo Cesa e la cacciata dall’UDC, la nuova costituzione dei “Centristi per la Sicilia”, dove ha raccolto le sue truppe fuoriuscite dall’UDC, costretto dall’accelerazione delle firme per la sfiducia ad Accorinti e tirato per la giacchetta è stato chiamato a smentire un presunto accordo sottobanco con Genovese. E’ vero che in passato i due si divisero politicamente la città, ma oggi qualsiasi accostamento dei due nomi sarebbe quantomeno deleterio per D’Alia. Ed ecco la precisazione; “Io non sono candidato a diventare il Sindaco di Messina e non vi è nessun accordo politico con Genovese”, del resto la sua vicinanza al centro sinistra di Crocetta è incompatibile con l’attuale centro destra di Genovese.
@PG