Dieci giorni dall’impensabile. Dieci giorni da quella strage che ha portato La Francia al centro del Mondo. Otto giorni da quel terrore che ha invaso l’anima di chiunque quel 13 novembre fosse davanti la tv. Dieci giorni dai social in rivolta che hanno portato la strage alla conoscenza anche di coloro che vivono nella parte più isolata e sperduta del globo.
Il Mondo si è fermato quel 13 novembre 2015.Una ferita che resta non solo nel cuore degli Europei ma nel cuore di tutto il Mondo. Una strage che è stata esasperata dai mass media, che hanno contribuito a incutere terrore molto più di quello che già si provasse nel vedere le immagini della follia degli estremisti islamici, che ha piegato in due una delle città cuore dell’Europa. Per un giorno piuttosto che città dell’Amore, Parigi è divenuta la città della morte. Tanti uomini hanno perso la vita durante gli attentati di giorno 13 nella capitale Francese, ma nel Bataclan durante il concerto degli Eagles of Death Metal ha trovato la morte Valeria Solesin, la cui memoria come quella di tutte le altre vittime è degna di nota. E’ degna di nota perché tutti noi Italiani domenica scorsa quando è stata diffusa la notizia della sua morte, ci siamo un po’ sentiti parte della sua famiglia. Come se avessimo perso uno dei membri della nostra famiglia, o una cara amica. Quel viso così pulito e solare è stato utilizzato dai mass media per farci capire un po’ di più il terrore, la paura che stavano flagellando la Francia, ma forse anche un po’ strumentalizzato, la storia è divenuta una vera calamita di ascolti. Sono arrivati persino a contestare la sua esistenza perché non aveva un profilo sui social (requisito di massima importanza nel XXI secolo, se non hai Facebook non esisti). Oggi però, volenti o nolenti, ancora una volta Valeria entra a far parte delle nostre vite. Questa mattina sotto la pioggia, la salma di Valeria è atterrata al “Marco Polo” di Venezia accompagnata dalla sua famiglia che ha fatto affianco a lei il suo ultimo viaggio. La Camera Ardente sarà allestita nell’androne del municipio a Ca’Farsetti, sede del Comune, davanti al Canal Grande.
Il 24 Novembre saranno celebrati i Funerali, e forse da quella sera in poi i media cesseranno di utilizzare la sua tragedia come audience. Ma questa ragazza da noi però non dovrebbe essere dimenticata. Poiché di lei tanto e così poco allo stesso momento si è parlato. Tante sono le parole ma così poche nel ricordare una persona. Valeria è stata definita da tutti gli amici e conoscenti come una ragazza meravigliosa. Piena di gioia e voglia di Vivere. Vivere una vita che ingiustamente le è stata strappata. Facendo la Ricercatrice alla Sorbona stava realizzando il suo sogno. Aveva studiato e lottato per ottenere ciò che aveva. Se n’era andata dall’ Italia obiettivata a realizzare i suoi sogni. Una ragazza tenace e forte. In grado di ottenere tutto ciò che desiderasse con impegno e forza di volontà. A 28 anni era riuscita a farsi un futuro fuori dall’Italia. Determinata, disponibile con tutti. Volontaria di Emergency, sensibile e innamorata della vita. Dottoranda in Demografia studiava le comparazioni fra le famiglie italiane e francesi. Amava il suo lavoro e amava aiutare gli altri. Questa era Valeria. Ma adesso cosa resta di lei? Una sfilza di aggettivi che così poco rendono la persona che era. Restano le lacrime di due genitori che non vedranno più il sorriso della loro figlia e non potranno più sentire la sua voce.
Resta un vuoto nelle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla, si perché oggi conoscere qualcuno che sia una persona vera al di fuori dei social non è una cosa facile . Quello di oggi è un Mondo costruito, un Mondo dove la realtà viene sacrificata per l’irrealtà. E Valeria com’è veramente il Mondo lo aveva capito. Un Mondo di violenza. Un Mondo di uomini che uccidono altri uomini, Un Mondo dove non si capisce il vero valore della vita. Di Valeria si dice che era contraria alla guerra. Era contraria a qualsiasi intervento militare. E soprattutto al terrorismo, che quella notte al Bataclan ha messo fine alla sua vita. La risposta alla guerra non poteva essere la guerra diceva la donna.
Si perché Valeria Solesin nonostante la sua giovane età non era un ragazza ma era una Donna, di quelle con la D maiuscola. Di quelle la quale presenza e assenza vengono ricordate. Valeria tanto aveva capito del Mondo. Secondo Valeria l’unico modo per rispondere alla guerra era la Pace. Il Giorno 24 novembre 2015 saranno celebrati i suoi funerali e Valeria “uscirà di scena”. Ci si augura che questa Donna, che tanto avrebbe potuto insegnare a tanti non sia dimenticata. E che quello che lei pensava sulla guerra e sulla Pace sia un esempio per chi di dovere.
Maria Cristina Palumbo