Le atmosfere dell’intervista, paludate, tranquille e meditate, sono le stesse dell’anno di riferimento temporale alle quali si riferiscono ed un eco di ridondanza ancestrale tra i nomi dei luoghi e dei personaggi d’allora, risveglia antiche percezioni di quella sicilianità che marchia a fuoco il carattere degli isolani, nel buono e nel cattivo tempo. E mentre nel 1963 Lucchino Visconti portava in scena il suo Fabrizio Principe di Salina, Anna De Maria diventava il primo Sindaco donna dell’Isola di Salina e di tutte le isole Eolie.
“Erano i tempi in cui ci rubavamo l’acqua piovana dalle cisterne l’un l’altro”. Mi dice con una voce ancora giovanile ed in cui si percepisce il sorriso di colei che rammenta con divertimento le marachelle commesse nel passato. “E l’acqua nelle isole Eolie ancora non veniva portata dalle navi, come oggi”
“Erano i tempi della Pumex di Lipari e del D’Ambra padre ed io sono stata il primo Sindaco a realizzare l’atto propedeutico all’approvazione del Piano Regolatore e cioè l’individuazione di area urbana…prima costruivano a vanvera” continua, confermando quella passione politica e quell’impegno civile che l’hanno portata ad essere preferita, dai suoi concittadini, tra tutti i candidati uomini delle elezioni del 1963. Le date non le ricorda con precisione ma s’entusiasma quando le domando se i rapporti tra i politici erano più chiari di quelli a cui assistiamo oggi, frutto di compromessi . “No, erano rapporti caratterizzati dalle singole personalità. Era un muoversi in un’unica direzione, e se alcune cose non si potevano realizzare non era per interessi politici ma per i singoli interessi privati e personali del politico di turno”.
E mentre parla incomincio ad intuire cosa deve essere stato per lei Donna fare politica da protagonista in un Isola di 26,4 km², la seconda per ampiezza dopo Lipari, con meno di 2.300 abitanti divisi in tre piccoli Comuni (Santa Marina, Malfa e Leni ) che si affacciano su un unico mare che riescono a vedere in modo differente, a secondo da quale lato di quel ipotetico triangolo si trovano a nascere, vivere e morire. Genti dal carattere forte e determinato, che a muso duro hanno saputo convivere con l’alta montagna rappresentata da sei vulcani spenti, vista continuativamente alle spalle come un’inquietante presenza e con un mare infinto innanzi, che è stato per secoli il loro unico sostentamento.
In modo inaspettato per entrambi il tono dell’intervista cambia e diventa colloquiale e dal “Lei” passiamo al “Tu” e mi ritrovo ad ascoltare Anna, una nonna, felice di raccontare le sue avventure. E’ cosi che vengo a sapere che prima di essere stata eletta Sindaco era l’unica Maestra dell’Isola, e forse è solo questo l’unico modo per capire come abbia potuto vincere le elezioni. In un periodo in cui la parità tra uomo e donna erano concetti incomprensibili in Sicilia, solo una Maestra che parlava con i suoi elettori con lo stesso amore con il quale gli aveva già parlato quando erano alunni poteva superare le diseguaglianze tra i sessi. Ed è la stessa Anna a confermarmi che dopo la scadenza del mandato molti dei suoi successori erano stati suoi alunni.
Le belle storie mi sono sempre piaciute ed in questa nuova veste sono io che la costringo a parlami di quella volta che le mancarono di rispetto. “Ma non rispetto personale in quanto donna. Diciamo che per due volte mi hanno mancato di rispetto “Istituzionale” pensando di poter prevalere in quanto donna, era Dicembre o…ma io gli ho mandato il Segretario Comunale”. Ed a questo punto nasce un dialogo fatto di domande e risposte monosillabiche dal quale emerge che il Segretario Comunale era di ruolo Prefettizio e quindi era come se fosse dovuta intervenire l’Autorità; che non mi poteva fare i nomi perché gli eredi erano ancora in vita e non voleva rovinare i rapporti di vicinato; che non erano latifondisti, commercianti o industriali; che non erano mafiosi, ladri, delinquenti o oppositori politici. Solo dopo un lungo tergiversare ed abbassando la voce mi confessa che erano stati il Prete e il Notaio dell’isola. E stupido io che non c’ero arrivato da solo, perché era anche ovvio che allora le uniche altre figure “istituzionali” possibili dell’isola erano proprio loro. Il Prete ed il Notaio.
Ma anche ad Anna piacciono le belle storie e felice come una pasqua mi racconta dell’epica battaglia avuta ai suoi tempi con il Sindaco di Lipari Vitale. “Nelle isole Eolie era stata organizzata una gara subacquea di caratura internazionale e dovevano venire circa trecento persone, e anche giornalisti famosi. Così mentre il Sindaco di Lipari, che incominciava ad avere i suoi primi alberghi, avrebbe voluto ospitare la manifestazione, io mi sono opposta ed ho proposto di affittare una Nave da trasformare in albergo”. Non mi ha detto chi ha vinto la battaglia ma sono sicuro che l’ha fatto solo per modestia.
Solo sul finale mi è venuto un sospetto ed ho chiesto se anche oggi continuasse il suo impegno sociale e politico, la risposta mi ha lasciato esterrefatto. “ E’ da anni che combatto per avere anche a Salina la possibilità di avere delle costruzioni di Edilizia Residenziale Popolare che rispondano alle esigenze abitative dei residenti”. E su questa scia vengo a sapere che si relaziona ancora con i Sindaci e i Vicesindaci dell’isola, che pur non conoscendo più in quanto alunni conosce da una vita come vicini e abitanti.
Se si potesse dare un colore alle interviste userei i colori forti e brillanti di un Guttuso per questo colloquio con Anna che è stato intriso da quella “Sicilianità” che è sconosciuta a chi non abita in un’isola. E la risposta alla mia ultima domanda non farebbe che rendere quei colori ancora più forti e brillanti. No, non sono sposata.
Pietro Giunta
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