La strada nella giungla

Una strada non si può chiamare tale se non è asservita da un marciapiede ed il fatto che essa si trovi nel centro cittadino e che si chiami Via Seminario Estivo non cambia la sostanza delle cose. Lo stesso codice della strada all’art 3 comma 33 spiega che  il marciapiede è quella “parte della strada, esterna alla carreggiata, rialzata o altrimenti delimitata e protetta, destinata ai pedoni”.

Ma  non basta, perché lo stesso codice stabilisce che la proprietà è del demanio e nel nostro caso di quello comunale e precisamente del Comune di Messina. Detto questo, se le uniche lamentele fossero limitate alla circostanza che questo marciapiede, in bella mostra nella foto, sembra essere più una pista di campagna che altro, non avremmo raggiunto l’obbiettivo prefissato trattandosi di una realtà comune a molti altri marciapiedi della città, tanto è vero che se consideriamo anche l’abbondanza di graminacee che allegramente campeggiano nelle nostre strade e vie cittadine possiamo tranquillamente parlare di una giungla.

Potremmo anche trovare delle giustificazioni e dire che dipende solo dalla mancanza di fondi se il servizio di scerbatura delle strade cittadine è fermo da mesi e mesi e la situazione di predissesto delle casse Comunali non farebbe che avvalorare questa tesi.

Purtroppo per l’amministrazione comunale di Messina, però, quello che non può essere giustificato è la circostanza che questa strada cittadina non è asservita neanche da un servizio pubblico di trasporto. Questo significa che le centinaia di famiglie di questa zona della città sono costrette, loro malgrado, ad affidarsi necessariamente all’auto o ad avviarsi a piedi in mezzo a un fogliame che possiamo definire da sottobosco. Tralascio di considerare che si trattano di 800 mt, di salita e discesa che vedono quotidianamente anziani e mamme che portano i proprio figli a scuola  rischiare quotidianamente l’osso del collo.

Ma come viene facile affondare il coltello sulle responsabilità dell’amministrazione comunale di Messina allo stesso modo deve essere altrettanto doveroso denunciare le brutte abitudini di alcuni cittadini di Messina . Succede così che se da una parte l’amministrazione comunale, come in  molte altre zone della città, ha provveduto  ad eliminare alcuni cassonetti della spazzatura perché troppo malridotti e senza ancora sostituirli, dall’altra parte i buoni cittadini messinesi non hanno perso la “sana” abitudine di buttare i sacchetti della propria spazzature al di là del “fatidico” muretto che perimetra la salita Tremonti, aumentando il volume di quella che è ormai diventata una vera e propria  discarica a cielo aperto.

Altrettanto sicura sarà la risposta che potrete ricevere se decideste di chiedere conto e ragione del loro agire incivile… Se l’amministrazione su due cassonetti me ne ha tolto uno, io la spazzatura che faccio la butto a terra ? Meglio buttarla oltre il muretto in aperta “campagna” almeno non si vede.

Vedi mai ci si dovesse scomodare a fare 800 mt in più con la macchina e usufruire in tal modo di un altro cassonetto…  potrebbe incidere su un’abitudine ormai da tempo consolidata che ha poco a che fare con la presenza o meno sui luoghi dei cassonetti per la raccolta della spazzatura.

Pietro Giunta